Una serata davvero speciale quella organizzata dall’Associazione Terronian presso il Chiostro di Aversa, un tuffo nell’atmosfera di corte dei Borboni, un tuffo nei costumi di seta, nelle danze graziose del tempo, nel sorriso della Milady che ci ha accolto nel cortile. Re, cortigiane e popolane, un improbabile S.Gennaro e un simpaticissimo Pulcinella ci hanno regalato canti e danze durante l’aperitivo. Il barman ha preparato calici di Asprinio con aggiunta di cannella, conquistandomi subito. Negli spazi interni, sapientemente ristrutturati da Mimmo Balato e Giuseppe Fedele, assaggi di bruschette con pomodorino sott’olio del Nocerino Sarnese,con vino Asprinio e boccali di birra DAB, presente la delegazione ed il Presidente della società tedesca, e poi Sarah Ancarola, presidente dell’Associazione Terronian, bellissima nell’abito lungo viola e nero che ne enfatizzava la bellezza, è stata la “castellana” ideatrice dell’evento, che ci ha guidato in questo viaggio sospeso nei profumi e sapori della tradizione. Con la pizza fritta ripiena di pomodori del piennolo e provolone stagionato di Sorrento, il maestro pizzaiolo Salvatore Di Matteo ha presentato il suo nuovo menù “Fritti d’Autore”, accompagnato da calici di un magnifico Asprinio, entusiasmando tutti i presenti in uno street food degno di un Re! La cena è proseguita nell’ elegante sala da pranzo,con le meraviglie presentate dagli chef Arturo Fusco e Pasquale Molitierno che ci hanno anche regalato una chicca su come è nato il ragù a Napoli, eccola : LA LEGGENDA DEL RAGU’ NAPOLETANO
A Napoli alla fine del 1300 esisteva la Compagnia dei Bianchi di giustizia che percorreva la citta’ a piedi invocando “misericordia e pace”. La compagnia giunse presso il “Palazzo dell’Imperatore” tuttora esistente in via Tribunali, che fu dimora di Carlo, imperatore di Costantinopoli e di Maria di Valois figlia di re Carlo d’Angio’. All’epoca il palazzo era abitato da un signore che era nemico di tutti, tanto scortese quanto crudele e, che tutti cercavano di evitare. La predicazione della compagnia convinse la popolazione a rappacificarsi con i propri nemici, ma solo il nobile che risiedeva nel “Palazzo dell’Imperatore” decise di non accettare l’invito dei bianchi nutrendo da sempre antichi e tenaci rancori. Non cedette neanche quando il figliolo di tre mesi, in braccio alla balia sfilò le manine dalle fasce ed incrociandole grido’ tre volte: “Misericordia e pace”. Il nobile era accecato dall’ira, serbava rancore e vendetta, ed un giorno la sua donna, per intenerirlo gli preparo’ un piatto di maccheroni. La provvidenza riempi’ il piatto di una salsa piena di sangue. Finalmente commosso dal prodigio, l’ostinato signore, si rappacifico’ con i suoi nemici e vesti’ il bianco saio della Compagnia. Sua moglie in seguito all’inaspettata decisione, preparo’ di nuovo i maccheroni, che anche quella volta come per magia divennero rossi. Ma quel misterioso intingolo aveva uno strano ed invitante profumo, molto buono ed il Signore nell’assaggiarla trovo’ che era veramente buona e saporita. La chiamo’ cosi’ “raù” lo stesso nome del suo bambino. Da questa leggenda nasce un’altra gastronomica, l’aggiunta di un quadratino di cioccolato fondente per rendere lo zito al ragù indimenticabile!!! E così è stato. Il maestro pasticciere Ugo Mignone, ha chiuso il menù con due dolci creati per l’occasione, una magnifica crostata al cioccolato e una rivisitazione della pastiera napoletana, che ha strappato l’applauso finale. I prestigiosi premi “Eccellenze del Sud” sono stati assegnati al giornalista e critico Giuseppe Giorgio, al Presidente “Consorzio Mela Annurca”, Giuseppe Giaccio, al Presidente “Uepter” Alfredo Folliero ed al titolare della Cantina “I Borboni”, Carlo Numeroso.
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