Vini Di MeoDi Donatella Bernabò Silorata
Nomadi e anticonvenzionali, le cene di Datè (www.datè.com) preparano quest’anno la strada a Wine&Thecity edizione numero 6 (www.wineandthecity.it). Insieme condividono i concetti di spiazzamento e contaminazione. Non un ristorante, ma una casa privata (il cui indirizzo viene svelato solo poche ore prima dell’appuntamento). Non una cena tout court, ma un’esperienza di convivialità colta e originale dove design, reading, citazioni letterarie accompagnano il tutto. Venerdì sera, il primo di tre appuntamenti pensati per Wine&thecity con una formula tutta nuova: venti invitati, un solo vino in degustazione, tre ricette di pasta in abbinamento preparate da altrettanti chef della brigata Datè. Il vino in questione è il Taurasi Riserva Docg 2004 Brigata Datèdi Di Meo, l’azienda di Salza Irpina. One wine show con la partecipazione di Roberto Di Meo, titolare ed enologo dell’azienda catapultato da Wine&thecity in questa insolita serata. A raccontare le sensazioni visive ed olfattive del vino non è stato Di Meo, ma Marialuisa Firpo, graphic designer, attrice e voce straordinaria, caposaldo degli appuntamenti di Datè. Tra gioco, teatro e ironia ha introdotto questo vino possente, che ben si è prestato a sostenere un’intera serata: dall’aperitivo – superbe le pere disidratate alle spezie, zenzero e cioccolato equador 99% – alla degustazione delle tre ricette di pasta. La pasta è stata l’altra protagonista della serata: cucinata, fotografata, indossata, interpretata, degustata. Non una pasta qualsiasi ma tre formati del Pastificio dei Campi di Gragnano, il cru della Fratelli Di Martino, main sponsor di Wine&Thecity. Tato e Germana Calì hanno inaugurato i fornelli con Paccheri ripieni di parmigiana di melanzane e fritti; Carlo Olivari alias Cooking Division ha portato in tavola i Campotti (il formato di design del Pastificio) con genovese di baccalà, leggero pesto al basilico e sedano, capperi e pinoli tostati; Paola Carratù e Simona Creazzola hanno chiuso con Eliche alla glassa con piselli e pancetta croccante. Il tutto servito sui piatti di Donatella Bernabò Silorata in versione Wine QueenBhumi Ceramica (www.bhumi.it), bottega e marchio avellinese da scoprire. La pasta non è stata solo cucinata, dicevamo, ma anche interpretata e indossata perché il designer Roberto Monte (www.robertomonte.it), con la figlia Federica, ne ha fatto gioielli inediti e di grande espressività. Su un tavolo della casa era allestita la mostra “Un gioiello di pasta” con maccheroni, spaghetti, paccheri e fusilli intrecciati, annodati, abbinati a metalli, silicone ed altri materiali. È questa la contaminazione a cui accennavo poco sopra: cibo, arte, design. Sono i dettagli a rendere speciali gli appuntamenti Datè come l’intervento della calligrafa Gabriella Grizzuti che ha donato agli ospiti citazioni letterarie sul piacere della tavola. Da Tommasi di Lampedusa a Baudelaire. Dulcis in fundo il cioccolato fondente del Nudo napoletano. Dei prossimi appuntamenti sappiamo solo le date e i vini: il 15 maggio con il Serpico 2008 di Feudi di San Gregorio; il 17 maggio con l’Ambruco 2010 Pallagrello nero di Terre del Principe. Brava Fabiana Longo, anima e corpo di Datè, con Rossella Troja, e Francesco Semmola reporter ufficiale.