Di Mauro Illiano
E’ domenica, ed un sole bronzeo avvolge la madre delle città d’Italia. All’orizzonte illustri vele, venute dai più esotici golfi del globo, puntellano un mare calmo di metà Aprile, ma il vero spettacolo va in scena nelle avveniristiche sale dell’Hotel Romeo di Napoli.
Mani femminee e mani sagge, mani che odoran di cucina e mani ornate dei più bei fregi, mani di scienza e mani unte di lavoro, si stringono a salutarsi in un incontro di cultura e umore, di passione e professione.
Per una volta a Napoli, parlando di “squadra”, è lecito non riferirsi agli undici azzurri che scenderanno in campo (almeno fino al fischio di inizio serale..), ma a quella squadra di mirabili interpreti della gastronomia nostrana.
Artisti in uniformi bianche e doppiopetto sfilano sotto i riflettori, mentre targhe e nuovi camici vestono di solennità gli ultimi arrivati nella squadra Chic. Impotenti, i flash della più selezionata Stampa, non sono in grado di coprire la lucentezza di quegli stessi Chefs, che fieri brillano di luce propria.
La quarta edizione della Guida Charming Italian Chefs si presenta nella più ospitale Parthenope, ed una raggiante Laura Gambacorta modera gli interventi rispettivamente di Raffaele Geminiani (Direttore di Chic), Marco Sacco (Presidente di Chic), Paolo Barrale (Vice Presidente di Chic) e della guest star Fausto Arrighi (Direttore per ben 7 anni della Guida Michelin).
87 Chefs da tutta Italia, accompagnati da 3 Pizzaioli, compongono una Guida essenziale per tutti i viandanti alla ricerca del gusto, italiani e non. Una libricino semplice, minimal chic, tascabile e tremendamente irresistibile. Una di quelle cose da “mettere in valigia” senza alcun dubbio.
La quarta edizione è l’occasione per introdurre uno degli elementi più discussi, eppure in auge, dell’attuale panorama gastronomico nazionale: la pizza. Piatto della tradizione, àncora dei poveri, sogno proibito degli stranieri ed ultima frontiera della cucina gourmet. Tutto questo, ma non solo è oggi la pizza. In sala si scorono gli archi disegnati dai sorrisi dei pizzaioli Enzo Coccia e Franco Pepe, che con Renato Bosco completano il trio dei Pizzaioli Chic d’Italia.
Il tempo delle riflessioni e del rinnovato entusiasmo, l’istante dell’investitura dei nuovi in guida, poi tutti al Sushi Bar dell’Hotel, dove l’equipe di Chefs presenti silentemente costruiva nel mentre emozioni in forma di finger food.
Questa la batteria di sensazioni al palato:
Pizzaiola all’aglio dolce – Antonio Tubelli di Timpani e Tempura
Bon bon gusto pizza su zuppa di mozzarella di bufala – Vincenzo Guarino de L’Accanto Hotel Angiolieri
Cannolo di pane cafone, broccoli, capperi e olive all’aglio e olio – Vincenzo D’Amico de Le Macine Una Hotel
Saltimbocca con palamita marinata e yogurt ai capperi – Gianluca D’Agostino del Ristorante Veritas
Metamorfosi di Pizza Margherita – Lino Scarallo del Palazzo Petrucci
A pizza è n’ata cosa – Tonino Pisaniello de La Locanda di Bu
Tuffo in bocca di pizza – Agostino Petrosino de Casa degli Angeli
Dolce.. Margherita – Rosanna Marziale de Le Colonne
Polpettina di patate e coniglio su mozzarella affumicata – Salvatore Bianco del Romeo Restaurant
Accanto a tanti Chefs e ad altrettante creazioni non poteva mancare di certo il vino, che ha portato la griffe di Feudi San Gregorio.
Un’edizione, questa, per cui Napoli e la sua organizzazione si sono fatti letteralmente in quattro, anzi in cinque. Tanti, infatti, gli eventi previsti in una due giorni all’insegna del gusto e dell’eleganza. Oltre alla presentazione, infatti, in scaletta sono scorsi, per la giornata di Domenica, l’Aperichic alla Pizzaria La Notizia di Enzo Coccia e la Cena a 4 mani al Ristorante Casa degli Angeli di Nocera. Per la giornata di Lunedì gli appuntamenti hanno annoverato il BtoB In the Kitchen Tour, Jam Session, al Ristorante Marennà di Feudi San Gregorio a Sorbo Serpico, mentre l’incontro conclusivo del pentagono si è tenuta al Ristorante D’Angelo Santa Caterina, dove una Cena di Gala ha chiuso in grande stile una due giorni entusiasmante.
Ipse Dixit
Fausto Arrighi: “I ristoranti devono rendere…” “Nella ristorazione bisogna fare i conti, e in questo momento è molto difficile farli quadrare. Occorre fidelizzare i clienti ed al contempo fare sistema per trovare delle soluzioni positive”
Al termine della presentazione ho avuto la possibilità di rivolgere alcune domande allo Chef Paolo Barrale, vice presidente dell’associazione Charming Italian Chefs, ecco il mio resoconto:
Cosa significa oggi fare ristorazione di alto livello?
Oggi la qualità è denotata, a mio avviso, oltre che dalla qualità degli ingredienti, dall’attenzione rivolta al cliente. L’attuale crisi economica, unitamente alla confusione che caratterizza buona parte della clientela, pone il ristoratore nella condizione di dover guidare i propri habitué. La maggiore tecnica adoperata in molti ristoranti, infatti, finisce per appiattire alcuni valori, ma in realtà non fa altro che allargare la forbice tra chi è bravo e chi lo è meno, poiché saper adoperare un procedimento in cucina non è tutto..
Perché la Pizza è sempre più in auge nella cucina gourmet?
Perché è un alimento facile e versatile. Ma attenzione, è anche molto particolare. La pizza è un prodotto slow con una connotazione fast. Quindi in poco tempo occorre creare un prodotto buono. Alcuni sostengono sia una moda, ma in realtà è una moda in auge da sempre. Ci sarà un perché!
In che direzione sta andando la ristorazione moderna?
Dipende. Se osserviamo il Sud, per esempio, notiamo un avanzamento della tecnica, ma un legame perenne con il gusto, il sapore delle preparazioni. Se, invece, diamo uno sguardo al nord, d’Europa più che d’Italia, allora possiamo osservare una ricerca ostinata della micro percezione. Sicuramente la cucina internazionale è in forte affermazione, ma l’Italia è troppo legata alle tradizioni, e alla fine la gente non rinuncerà mai alla cucina di casa, quella saporita e comprensibile..
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