Di Franco De Luca

Mercoledì scorso, nella storica “saletta rossa” della libreria Guida Portalba, è stato presentato il mio romanzo dal titolo Niente finisce mai. L’evento aveva anche uno sponsor ed un patrocinio, due sconosciuti: l’azienda Feudi di San Gregorio e l’Associazione Italiana Sommelier Napoli. Per questa ragione tutti i sommelier campani hanno ricevuto una comunicazione in merito e, suppongo, alcuni siano rimasti anche perplessi dalla notizia: “ecco un altro che scrive libri sul vino“, avranno pensato.

In un orario “scuonceco” e in un luogo ben oltre la soglia delle quattro ruote, circa centoventi gladiatori mi hanno onorato con la loro presenza e tanti altri, pur non mostrando lo stesso ardimento, hanno comunque trovato il modo di comunicarmi il loro affetto. Nel ringraziare queste persone intendo anche dichiarare che il mio libro è costituito da tre racconti che parlano un po’ di tutto… ma non di vino. Soltanto il primo dei tre protagonisti, essendo un sommelier-ingegnere, si muove nello stesso contesto in cui mi muovo ma immerso in ben altre vicissitudini.

In effetti temo che difficilmente riuscirò a tenere il mondo del vino completamente fuori dalla mia vita e qualche suo riflesso sempre si potrà scorgere nelle mie diverse attività. All’università, per esempio, addirittura il Rettore mi chiede consigli e valutazioni, ormai qui hanno totalmente dimenticato le mie specializzazioni mentre mi chiedono la differenza tra Gragnano e Bonarda piacentina. Persino l’ufficio che di anno in anno mi deve autorizzare a svolgere incarichi extra-istituzionali, quando non vede arrivare la mia richiesta si preoccupa: “Franco, ma t’hanno cacciato?“, “Ancora no” rispondo io, consentendo loro un respiro di sollievo.

Vi prego di consentirmi queste poche parole di ringraziamento. Numerosi sono stati i colleghi delle varie delegazioni campane che mi hanno telefonato o scritto per farmi gli auguri e complimentarsi con me. Il vostro calore mi ha scaldato l’anima e ringrazierei ognuno di voi singolarmente ma non posso approfittare troppo di questo strumento collettivo. Lasciatemi fare solo pochi nomi, persone a cui sono profondamente legato. Senza badare all’ordine:

Tommaso Luongo, Alessandro Palmieri, Massimo Florio, Pina Gaimari, Mauro Moragas e Riccardo Calone per l’AIS

Monica Piscitelli, Manuela Piancastelli, Stefano Pagliuca, Emanuela Russo e Gerardo Vernazzaro.

Ognuno di loro sa perché.

Tranne che per Gerardo, benedico il cielo ogni giorno per avermi dato modo di incontrarvi :-)