C’era una volta la Pizza Margherita, adorabile creazione napoletana, piatto della cucina italiana più esportato e copiato al mondo. Oggi c’è Enzo Coccia, titolare della Pizzaria La Notizia, nonchè raffinatissimo interprete della più popolare protagonista del capitolo gastronomico Street Food & Co.
Dire Pizza Margherita vuol dire muovere la storia, richiamare le umili tradizioni di un popolo e di un piatto che nessuno con precisione sa come e quando sia nato, tanto da lasciare spazio anche alla credenza che questo piatto, in realtà, sia sempre esistito a Napoli. Tuttavia, tale mirabile creazione dell’uomo ha subìto, nel tempo, una sostanziale evoluzione e in termini interpretativi e in termini percettivi, tanto da assurgere, nei casi più estremi, a vero piatto da intenditori gourmand. Bene, Enzo Coccia è senza alcun dubbio uno di quelli che credono in questa funzione della pizza, e da anni oramai, sta contribuendo a riscrivere la storia di questa pietanza.
Lievitazione naturale, ingredienti selezionati in modo maniacale ed ostinata ricerca della leggerezza sono solo alcune delle coordinate alle quali risponde l’estro del “professore della pizza”, il resto sono un segreto racchiuso nell’irripetibilità di quei gesti con i quali Enzo trasforma gli ingredienti in Pizza.
Per dimostrare alla città di Napoli le possibili mise della Margherita, l’abilissima giornalista enogastronomica Laura Gambacorta ha pensato di organizzare, presso la Pizzaria La Notizia di Napoli, una sorta di sfilata della pizza, un “Pizza Happening” per l’appunto denominato “Sette Spose per sette fratelli”, durante il quale il maestro Enzo Coccia si è divertito a “vestire” la regina delle pizze in sette diverse assemblaggi. Così, accanto alla più tradizionale ed invitante versione con pomodorino del piennolo Danicoop del Vesuvio e mozzarella di bufala campana Dop, si sono viste sfilare l’ammiccante versione di Margherita con Corbarino Danicoop e mozzarella affumicata, la leggiadra interpretazione con datterino Danicoop e fiordilatte, la piaciona in versione ciliegina alla brace e provola di latte vaccino, l’intrigante Margherita con San Marzano essiccato Danicoop e scamorzetta fresca di Agerola, per poi arrivare alla versione con pachino e stracciata d’Andria nonché alla misteriosa pizza con pomodoro pelato di San Marzano e latticino a sorpresa.. ovvero un formaggio a pasta filante con latte nobile di mucche appenniniche.
A stemperare le fiamme di un forno acceso perennemente nonché gli animi degli amanti di questa affascinante bocconcino, le squisite birre dell’Azienda Collesi, che per l’occasione ha offerto in degustazione le etichette “Alter”, birra chiara non pastorizzata, “Ego”, birra chiara rifermentata in bottiglia dalla prelibata finezza, e “Fiat lux”, birra ambrata non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. Queste tre birre, arditamente abbinate, hanno rappresentato le perfette damigelle d’onore nel matrimonio tra le pizze sfilate in tavola e le appassionate gole dei beati presenti.
Dulcis in fundo le micro-sensazioni in forma di prelibatezze messe a disposizione dalla cioccolateria Theobroma, che con le sue piccole versioni di cioccolatino (una pralina con gheriglio di noce, un bon bon avente come cuore uno squisito chicco di uva catalanesca, ed un fondente Ecuador al 74%), vere calamite per le dita dei presenti, ha coronato l’ennesima serata perfetta in terra partenopea, confermando Napoli nell’olimpo delle città enogastronomiche d’Italia.
Vengano dunque gli altri matrimoni, che il tempo delle unioni abbia inizio, sia fatta la storia, e che le sapienti mani possano attirare a sé popolazioni di golosi.
Prima di cominciare ho avuto la possibilità di porre una domanda al Sig. Enzo Coccia, vi riporto l’intervista.
Io: Sig. Coccia, lei ha fatto tanta strada sino ad oggi, e rappresenta oramai un punto di riferimento per molti pizzaioli oltre che molti appassionati della Pizza, ora dove vuole arrivare?
Enzo Coccia: E’ una bella domanda… Direi che effettivamente di strada ne ho percorsa molta, e se penso che ho iniziato a vendere pizze da asporto al banconcino… quasi non mi sembra vero di essere giunto sin qui. Beh direi che il mio obiettivo è quello di trasmettere una nuova idea di pizza, una pizza fatta di ingredienti di qualità, una pizza più sana e decisamente più pregiata. Il fatto è che con il passare degli anni, sia a causa della globalizzazione che dello scarseggiare di alcuni ingredienti genuini, la gente si è sempre più abituata ad una pizza di livello medio basso, intendo dire fatta con ingredienti di scarsa qualità. Io credo che, invece, la pizza si possa fare anche diversamente, ed il mio obiettivo, nel tempo, è riuscire a trasmettere questa filosofia al maggior numero di persone possibile. Intanto mi godo la soddisfazione nel sapere che ci sono persone da tutto il mondo che vengono qui a Napoli per imparare lo stile napoletano nel fare la pizza, e proprio in questo mese ho avuto il mio primo allievo indiano, un ragazzo di Mumbai.. è una cosa straordinaria. Forse qualcosa sta cambiando..
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