Dal silenzio riempito dal tempo di 14 giorni, è tornata una voce. Il Quartum Store ha riaperto le sue stanze al popolo di appassionati di eno-gastronomia, che ha avuto l’onore di partecipare al secondo appuntamento estivo firmato Laura Gambacorta per le Cantine Quartum della famiglia Di Criscio, appuntamento intitolato “Un Fritto diVino”.
Così continuano le storie, quelle degli uomini e quelle dei luoghi, quelle del mare e quelle della terra. Lì dove fu un pescatore a narrare delle angherie di un’esistenza trascorsa ad issare reti dai cui fori fuggono pesci e speranze, Martedì 10 Luglio è stata la volta di un monologo in onore della terra ferma. La voce di Giustino Catalano, profondo conoscitore del mondo del gusto, ha messo a nudo la realtà economica del settore agroalimentare, che troppo spesso e con troppa leggerezza effettua vere e proprie scelte “di campo”, finendo per annientare le speranze di alcune coltivazioni qualitativamente eccelse, in favore di altre meno pregevoli ma più economiche. L’albicocca del Vesuvio è a rischio d’estinzione, ma sebbene la notizia generi quel “movimento dentro” ad ogni appassionato di biodiversità, i pochi centesimi al chilo che la distanziano dalle “sorelle” più a buon mercato sono un gap letale ed apparentemente insormontabile. Il destino è nelle nostre mani, anzi nelle nostre spese.
Il botta e risposta alle domande degli astanti, poi è venuto il tempo dell’assaggio.
I convenuti si sono affidati alle estrose creazioni dei fratelli Salvo, artigiani della Pizza Napoletana, egregi rappresentanti del feudo di San Giorgio a Cremano, nonché titolari della pizzeria “Salvo da tre generazioni”. Cuoppi e pizze fritte hanno allietato i palati dei gourmand più rilassati ed incuriosito quelli dei più esperti.
A rendere più interessante il panorama gastronomico di serata i finger food di Viviana Marrocoli, opere uniche in forma di sensazioni.
In perfetto pendant con quanto di buono servito ai tavoli, i sorprendenti vini delle ospitanti Cantine Quartum, i cui validissimi esponenti, per la serata, hanno portato al bicchiere i loro Asprinio d’Aversa Brut (Metodo Charmat da uve di Asprinio d’Aversa) e Campania Rosato Igt (Aglianico del Beneventano in versione rosa), sapientemente ideati e realizzati dall’enologo Alberto Cecere.
Non in fine ma quasi, un dolce sorprendente ha preso la scena. Pietro Parisi, acclamato Chef di “Era Ora” (Palma Campania), ha proposto una Frolla di Albicocca la cui interpretazione ha messo a dura prova i degustanti, impegnati per un po’ a sciogliere l’enigma della fantasiosa composizione.
Per finire, lo sprint sensoriale dato da un cocktail insolito definito “Cobiki”, un mix di Nucillo di “E’ Curti” e Chinotto bio dell’azienda Galvani.
Giunto al termine di questo minimo racconto mi viene spontaneo parafrasare uno scrittore della mia stessa brigata, tale Franco De Luca, il quale nel suo ultimo libro afferma “Niente finisce mai”. Ed è proprio così, ciò che è stato resta, ed il sol fatto che il cielo cambi di colore in continuazione non è sintomo di alcuna finalità della storia, ma solo della sua naturale impermanenza.
Le notti di Quartum rimarranno agli annali, e con esse ogni sfumatura umana o DiVin-a.
Durante il corso dell’evento ho avuto modo di intervistare Mimmo Brandi, autorevole addetto alla sala, uomo del fare in grado di offrire un punto di vista originale. La sua opinione, onesta e pacata, è stata un’opportunità per comprendere quale fosse il pensiero di chi vive eventi come questi dal di dentro, e al contempo, di percorrere la stessa falsariga seguita dagli organizzatori delle serate al Quartum Store, ovvero quella di far parlare chi ha meno spazio, onde scoprire nuove ed interessanti verità sul mondo del vino e dintorni.
Ecco a voi la mia intervista
Quanto credi nell’Azienda Quartum?
Tanto, tantissimo. Ciò che mi convince dell’azienda è l’entusiasmo che i suoi protagonisti mettono in tutto quello che fanno. Vedo in loro voglia di progredire, ambizione ed ottime capacità.
Cosa rimarrà di questi eventi negli occhi dei presenti ?
Credo che il tratto più interessante di queste serate sia lo scambio continuo che c’è tra chi vi partecipa in veste di operatore e chi ci viene per il gusto di condividere una bella serata. Ritengo che questo format sia molto stimolante anche per noi che lavoriamo. La mia sensazione è un po’ quella di condividere la serata con tutti i presenti, crescere insieme a loro.
Cosa ritieni più importante nell’organizzazione di un evento come questo?
La sinergia, senza spirito di gruppo anche le cose più semplici diventano impossibili. E qui lavorare è come stare tra amici.
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