Di Fosca Tortorelli e Mauro Illiano
Caffè, un culto, un piacere, una tradizione, una ritualità; caffè, dove scomponendo la parola ogni singola lettera rappresenta una parte delle sue peculiarità.
Alla prima lettera, la “C”, potremmo associare la parola Cordialità, alla “A” possiamo invece far corrispondere il binomio Amorevolezza/Amarezza, mentre la prima “F” può essere identificata con la parola Forza, da intendersi come carica energetica, la seconda “F” è senza dubbio identificabile con il termine Felicità e, per concludere, alla “E” possiamo dare il significato di Essenza.
Sono tante le emozioni che possono essere associate a questa semplice bevanda, e già da un po’ di tempo mi “frullava per la testa” l’idea di darle maggiore visibilità, in maniera coscienziosa.
Casualmente e parallelamente ho scoperto di non essere la sola a voler investigare su questo prezioso alimento; ed è così che Mauro ed io abbiamo iniziato ad interagire in questo affascinante gioco che ha la pura e semplice finalità di dare valore, visibilità, e piacere, a questa bevanda, che affonda le sue origini profonde nella cultura napoletana.
Per completezza, abbiamo pensato di riportare i nostri personali punti di partenza, che hanno poi consentito un’ottimale sinergia nel lavoro svolto.
Personalmente quello che mi ha ispirato è stata la voglia di far notare che è bello soffermarsi e approfondire momenti e aspetti che caratterizzano la nostra cultura, di come qualcosa che è alla portata di tutti, appartiene al nostro quotidiano, è suscettibile delle più svariate interpretazioni, deve avere il giusto peso, proprio perchè è per tutti e di tutti. Ormai sembra che a Napoli non si faccia altro che aprire Bar, Ristoranti e Pizzetterie, a mio avviso facendo arrivare un messaggio opposto a quella che dovrebbe essere la Cultura del cibo. Stanca proprio di questi eccessi mi faceva piacere aiutare il “distratto consumatore” a conoscere meglio uno degli aspetti legati all’identità culturale del nostro territorio, indicando i luoghi dell’”Oro nero” napoletano, sia attraverso alcune testimonianze dirette, oltre che con l’aiuto di apposite personali schede di degustazione.(F.T.)
Per ciò che attiene la mia persona, questo lavoro è una risposta a tutti coloro che, durante i miei vagabondaggi, mi chiedevano sempre “Ma a Napoli si fa veramente il più buon caffè del mondo?”.
Ebbene, nessuno è veramente in grado di offrire una risposta esauriente a questo interrogativo, e credo che, seppur vi fosse una risposta, non varrebbe la pena svelarla, poiché con ciò si priverebbe gli altri di quel sano spirito di ricerca che, dopo tutto, è il vero motore di ogni passione.
La mia analisi, dunque, non è, né vuol essere una graduatoria, poiché, sebbene mi sia servito di un “Tazzometro”, lo scopo di tale scelta è stato solo quello di offrire a me stesso un valido termine di paragone durante il mio studio, usufruendo, in tal modo, di una speciale rosa dei venti.
La mia è, piuttosto, una storia raccontata in forma di degustazioni, un mini film del caffè in stop motion, un tentativo di andare oltre il gesto più amato dai napoletani per entrare nella tazzina e raccontarne il contenuto. Si tenga inoltre presente che il livello medio della fattura del caffè espresso a Napoli è sinceramente alto, per cui, come avrete modo di apprendere consultando la legenda relativa al Tazzometro, anche i caffè ai quali ho inteso assegnare un valore relativamente basso quasi sempre superano la soglia della sufficienza. E’ assolutamente necessaria, inoltre, un’ultima precisazione, ovvero il fatto che, in considerazione delle molteplici componenti che contribuiscono alla migliore o peggiore riuscita di un buon caffè (miscela, acqua, umidità, manutenzione dei macchinari, perizia dell’esecutore ecc.), il mio studio non ha alcuna pretesa di assurgere al rango della ricerca infallibile, in quanto esso è semplicemente una fotografia di ciò che i miei sensi hanno letto durante questo bellissimo percorso degustativo, che mi ha portato all’assunzione dell’arduo compito di mappare le vie del caffè di Napoli e dintorni grazie alla tecnologi di google maps…”(M.I.)
E’ posto l’obbligo, in fase di presentazione di questa importante ricerca, di porre in risalto il fatto che i due autori hanno avuto un ruolo essenziale eppure distinto. Mauro Illiano, infatti, ha condotto la maggior parte della degustazioni, mentre Fosca Tortorelli ha invece concentrato i suoi sforzi sugli approfondimenti e sulle interviste ai protagonisti dell’affascinante mondo del Caffè. Non sono mancati, tuttavia, interessanti scambi di ruolo tra i protagonisti, scambi che hanno consentito ai due creatori della rubrica di fare propria la ricerca in ogni sua sfumatura, e che, si spera, consentiranno ai lettori di disporre di un patrimonio di informazioni più oggettivo e per ciò scientificamente valido.
Wow! Sto facendo lo stesso a Roma da quasi un anno!!! Complimenti. Attendo il report.
Grazie Mimmo! Qualche volta allora sarà il caso di bere un caffè insieme. Ognuno con la sua scheda.. si intende! ;DDD
Credo che molti come me troveranno interessante questa originale rubrica non solo sotto l’aspetto culturale ma anche perchè ci darà la possibiltà di vivere meravigliose realtà di cui è ricca la nostra città