9796, questo il numero di kilometri che divide Avellino (Italia) da Saitama (Giappone).
Feudo montano, borgo dai tratti bucolici, luogo d’elezione di escursioni termiche e goderecce, la prima. Popolosissima area commerciale, città di bambole e motori, punto nodale di un’intera nazione, la seconda.
Eppure v’è un dato a far pensare, le due città hanno quasi la stessa latitudine. E’ come se un’invisibile linea le unisse in un dialogo ininterrotto. Di cosa si parlano? Di cibo e di vino naturalmente.
E quando lo fanno si incontrano. Quale miglior luogo ha questa Terra, della bella Partenope, onde riunire in tondo Maestri Chef Giapponesi e Proverbiali Vignaioli Avellinesi?
In un avamposto di sublime eleganza ed inarrivabile avvenirismo, il ROMEO Hotel di Napoli, le mani di Keisuke Aramaki (resident Chef del Romeo Sushi Bar & Restaurant), hanno dato luogo, giovedì 26 Aprile, a veri gioielli di architettura gastronomica, i cui contenuti, esotici eppur così arrivabili dai palati presenti, hanno fornito la migliore sintonia ai Vini di Joaquin, capolavoro enologico firmato Raffaele Pagano.
Così, tra pesanti marmi e fini porcellane, bacchette d’ebano e verres à vin di cristallo, eleganti piatti di sushi e sashimi, espressione di perfetti intagli, e proverbiali zuppe dai profumi inauditi, hanno aperto il varco a trionfali interpretazioni di tofu in forma di dessert.
A tener fede a tanta qualità e cotanta grazia, due vini da grandi vitigni, ovvero il Vino della Stella, annata 2009, interpretazione di un Fiano di Avellino, e l’Oyster 110, annata 2008, sinfonico assemblaggio di Greco di Tufo e Falanghina, sapientemente abbinati ai piatti nipponici dal Sommelier di casa, Domenico Russo.
Sulle parole dei pur tanti presenti amo ricordar il silenzio, unico ed inconfondibile segnale di comune appagamento.
Non v’è certezza sulla bontà d’ogni cosa sino a quando questa non è sancita dal proprio palato, e non v’è teorema, in cucina, che valga a prescindere dal teoretico. Una sol cosa è certa: quando un qualcosa piace a tutti questa deve dirsi buona. Ed il binomio Nipponico-Italico lo fu, poiché non una sola lingua, che oltre a saggiare serve anche a parlare, ha negato il suo consenso al sentenziar egregiamente il felice matrimonio eno-gastronomico di stampo eurasiatico.
Piatti in degustazione:
Salmone scottato con salsa di soia e balsamico, impreziosito da salsetta di miso
Soba calda con uovo poche e mizuna
Nigiri di seppia aromatizzata al lime e bergamotto, servita con angolo di wasabi e zenzero
Maki con salsiccia e broccoli
Tofu di sesamo con sciroppo di zucchero grezzo
Vini in degustazione:
Az. Joaquin – Vino della Stella – fiano di Avellino
Az. Joaquin – Oyster 110 – greco di tufo, falanghina
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