Di Fosca Tortorelli
Nella splendida cornice di Villa Domi il 20 febbraio 2012 si è svolta una interessante iniziativa, organizzata da Monica Piscitelli e da Luciano Pignataro.
Dopo la breve introduzione da parte degli organizzatori, è stato molto interessante ascoltare i diversi contributi, in cui è stata sottolineata l’importanza del percorso intrapreso dalla terra del Falerno e di come tale territorio deve essere protetto e valorizzato.
La prima ad intervenire è stata Elena Maria Curzio (presidente dell’Associazione Cuoche a Domicilio), tra gli sponsor della manifestazione, che ha appunto sottolineato l’importanza di trasmettere le tradizioni che caratterizzano il territorio, per poterle gustare e conservare in modo consapevole.
A seguire Salvatore Avallone (Presidente del Consorzio di tutela dei vini Doc Falerno del Massico, Asprinio e Galluccio ), che ha fatto una panoramica sui progetti del consorzio e di come dal 2011 ci si è decisi a dare una svolta sostanziale; il primo passo è stato quello di riscrivere i disciplinari di produzione dei vini Falerno del Massico, Asprinio di Aversa, Galluccio e dei vini Igt Roccamonfina e Colli del Volturno.
Giuseppe Garozzo Zannini Quirini (priore della Confraternita del Falerno) dopo un breve intervento, in cui ha spiegato il ruolo della confraternita, ossia di come promuove ed è testimone di un prodotto che non è solo vino, ma che vuole comunicare la storia, la tradizione, il paesaggio e trasmettere l’impegno, la passione, l’amore per questa terra, ha omaggiato Luciano Pignataro del riconoscimento di Socio Onorario della Confraternita del Falerno.
Walter Viglianti (rappresentante Condotta Slow Food Massico e Roccamonfina), ha invece descritto l’impegno e la partecipazione delle aziende produttrici degli oli extravergine di oliva Dop Terre Aurunche.
Giuseppe Bellone e Maria Teresa Lanza (organizzatori del Premio Falerno Primo Romanzo, hanno illustrato la terza edizione del Premio Falerno Primo Romanzo, kermesse che nasce nel 2010 con l’obiettivo di coniugare il “nettare di Bacco” con la letteratura. Nel suggestivo scenario del Palazzo Lanza di Capua, da marzo a giugno, si avvicendano gli scrittori esordienti valutati da una giuria di scrittori di fama nazionale di origine campana. Ad ognuno scrittore è abbinata un’azienda produttrice di Falerno tra quelle che aderiscono all’iniziativa.
Molto didattico si è rivelato il contributo dell’agronomo e enologo Nicola Trabucco che ha descritto in maniera attenta il territorio del Massico.
In chiusura l’intervento di Nino Scano Presidente di Ager Campanus.
Come sintesi significativa dei tanti input ricevuti, si è proceduto all’ apertura dei banchi d’assaggio.
Circa 18 le aziende presenti, come degna rappresentazione della Doc casertana, a cui sono state affiancate alcune gustose portate partenopee (dai paccheri al falerno con ragù napoletano, alla fresellina con broccoli e salsiccia, chiudendo con chiacchiere e sanguinaccio) preparate dell’Associazione delle Cuoche a domicilio – delegazione campana - e scelte grazie alla consulenza dalla “cuoca-sommelier” Magda Garufi.
E’ stato inoltre possbile degustare gli oli delle aziende Badevisco, De Ruosi e Monte della Torre, abbinati al “pane napoletano”.
A seguire un’interessantissima orizzontale tecnica condotta da Luciano Pignataro, Monica Piscitelli, Maria Teresa Lanza (consigliera nazionale Fisar) e Marco Ricciardi (delegato Ais Caserta), dove sono stati degustati i seguenti 6 campioni di Falerno del Massico Doc dell’annata 2004:
VILLA MATILDE – “Camarato”, REGINA VIARUM – Primitivo “Barone”, TRABUCCO – “Rapicano”, PAPA – “Campantuono”, VOLPARA – Riserva “Tuoro”, MASSERIA FELICIA- “Etichetta Bronzo”,
Il fil rouge della degustazione è stato il confronto tra Primitivo e Aglianico, i due vitigni utilizzati per la realizzazione delle etichette della preziosa denominazione; infatti nel disciplinare sono ammessii due uvaggi diversi: il Falerno del Massico rosso, prodotto con base di Aglianico al 60-80% e la rstante percentuale in uvaggio con Piedirosso e Barbera, ed il Falerno del Massico Primitivo, prodotto con uve del vitigno primitivo sia in purezza che in uvaggio con il 15% di Aglianico, Piedirosso e Barbera.
Tra i sei campioni il Camarato di Villa Matilde si è dimostrato di grande tenacia e potenza, il vino dell’azienda Regina Viarum, si è distinto per la notevole complessità olfattiva, mentre il Trabucco, è contraddistinto da note erbacee. Anche il Campantuono di Papa ha dimostrato una notevole complessità gusto-olfattiva, mentre la Riserva “Tuoro” di Volpaia è apparso un pò introverso al primo impatto, ma rispondente al carattere del territorio.
In ultimo l’“Etichetta Bronzo” di Masseria Felicia si è distinto per le note di frutta matura e per un palato piuttosto equilibrato e carezzevole. E’ stato molto interessante il confronto e l’opportunità di esaminare, per la stessa annata, le diverse espressioni del Falerno, ritrovando un dimostrato carattere personale ed autonomo di ciascun vino, unito ad aspetti comuni, rivelatori di una stessa identità territoriale.
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