Aria fredda e sottile mi attende a Termeno, avvicinandomi in macchina questa grande struttura verde ramificata comincia a prendere forma: è Tramin cantina sociale dell’eccellenza.
Nel 1898 il parroco della chiesa di Termeno da vita a questa realtà raggruppando tutti i contadini che volevano prendere parte a ciò che ancora oggi Tramin è: una grande famiglia.
Willi Stürz, è l’enologo e direttore della cantina, egli ha saputo infondere il senso di eccellenza in tutti i conferitori che oggi fanno parte di questo grande gruppo, al punto che, ci raccontava; uno accorgendosi del cattivo lavoro dell’altro, è pronto a dargli una mano, perché la qualità comune è l’eccellenza dell’insieme. Una società cooperativa come questa si fonda sul bene di tutti, qui ogni conferitore è socio dell’azienda e per questo partecipe dei successi della stessa, ognuno di loro è il protagonista di questa realtà.
Il signor Stürz si presenta con grande umiltà e mi porta in tutti i locali di questo punto immerso nei vigneti, mi mostra con entusiasmo e ammirazione il progetto firmato dall’architetto Werner Tscholl che è riuscito ad immaginare, disegnare e creare questa idea di cantina all’interno di un ambiente dominato dalla natura.
Mentre mi racconta della sua passione e delle sue continue ricerche, le stesse che qualche anno fa lo hanno portato ad essere eletto miglio enologo d’Italia, mi accorgo dell’attenzione che gli operatori hanno in cantina, ogni cosa a suo posto, nulla lasciato al caso o a dimenticanze, la cantina è senza ombra di dubbio un fiore all’occhiello per tutti coloro che spendono anno dopo anno energie e passione in questo lavoro.
Profondo conoscitore della sua terra natìa, ama la classicità e difende quello che per queste aree rappresenta il vero baluardo dell’ enologia nazionale e poi internazionale: il Gewurztraminer.
In lui avverto l’assoluta convinzione e tenacia per quello che crea, in fondo se oggi Tramin rappresenta un successo aziendale ed enologico è anche merito suo.
La sala degustazioni è grande, un lungo tavolo di legno primeggia in questo ampio salone, bicchieri già ben disposti ed io sono aperto ad ogni esperienza:
L’azienda dispone di due macro selezioni, una dedicata a tutti i vitigni autoctoni, chiamata per l’appunto: selezione Monovitigni, l’altra è legata all’estro e alla fantasia dell’enologo e del suo staff nell’accoppiare vitigni di diverse estrazioni creando così blend del tutto originali.
Dedico tutta la mia attenzione a ciò che l’enologo ha scelto per me:
Tauris Pinot Bianco vendemmia 2005
insospettabile pinot bianco d’antan, direbbe qualche collega, è strano sapere che questo bianco che per tutti non è adatto al lungo invecchiamento, invece qui stupisce le attese. Veloce nel bicchiere, snello e quasi ballerino con le pareti di cristallo. La sensazione che da subito cattura la mia curiosità è il sentore di gomma pane, misto ad una orchidea selvatica, salmastro e marino. In bocca pur delineando un carattere ancora “pronto” ci si accorge che è leggermente in là con gli anni, l’ago della bilancia è oramai teso verso le morbidezze, nonostante sapidità e forza minerale siano ancora percettibili, ma di un vino dato per spacciato dopo soli due o tre anni, arrivare quasi a sette è un bel traguardo. La chiusura è lunga e fruttata, ricorda mela cotta e pera matura, di questo vino chiunque ne apprezzerebbe l’animo gentile ed elegante. 89 punti per l’impegno ed il risultato.
Montan Sauvignon vendemmia 2010
Anno sicuramente favorevole ad accompagnare questo sauvignon in purezza, al naso è prorompente, complesso, pepe bianco, vaniglia, cioccolato bianco, ricorda a tratti il tè bianco dell’imperatore, decisamente un vino che mi riporta all’oriente. In bocca: fresco e sapido, ottimo equilibrio, al gusto è di buona struttura e senza nessuna smagliatura, direi quasi cha ha fatto tutti i compiti a casa! Uso sapiente della botte in questo caso, ungherese mi diceva Willi. Come giudicare dei vini prodotti con così tanta tecnica e maestria? 92 punti: di esempio.
Nussbaumer Gewurztraminer vendemmia 2010
Ammaliante ed intrigante come solo un aromatico sa essere, al naso un ventaglio di sentori che mi spiazza, dalla pesca gialla all’ananas, dal erba cedrina al timo, passando per bergamotto e arrivando a qualcosa di estremo…Chinotto! Ingresso apparentemente dolce, inganna, poi caldo, morbido e di struttura, corpo pieno ma non aggressivo, assolutezza nella persistenza, buccia di limone e agrumato. Molto vicino all’armonia nonostante sia due vini in uno. 90 punti. Stupefacente
Terminum Gewurztraminer vendemmia tardiva 2004
Il finale è con il botto, come si usa dire, qualche ora prima di degustarlo abbiamo visitato il vigneto, con ancora i grappoli sulla pianta, attaccati dalla muffa nobile, una vera emozione poter mangiare un grappolo di una futura vendemmia tardiva. Il colore sorprende subito, paglierino vivo con riflessi oro brillanti, agitandolo nel bicchiere sprigiona un sentore di datteri, frutta caramellata, gianduia e di miele, tipici dei vini con residuo zuccherino importante. La 2004 annata calda mi dice l’enologo, hanno vendemmiato agli inizi di dicembre, e dopo una macerazione di circa 12 ore hanno ottenuto un vero e proprio nettare, si sa sulle vendemmie tardive la resa è ancora più bassa, ma il risultato premia tutti gli sforzi fatti. Che dire dell’analisi gustativa? In bocca è pieno, caldo, morbido e molto persistente, tutto ciò avvertito all’analisi olfattiva qui torna ancora più marcato, un vino dagli abbinamenti non facili, anche se potrebbe convolare a nozze con grandi formaggi erborinati o con dei docli a base di cioccolato fondente…o meglio ancora con l’anatra all’arancia. 93 punti. Una conferma.
Una delle più belle visite, molto tecnica ed esplicativa, esco da questo tempio della ricerca e della classicità enologica con ammirazione per tutto il lavoro che fanno qui, in questa valle da scoprire.
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