Finalmente sono tesserata, ho il piattino e la divisa da sommelier! Ho iniziato questo viaggio spinta da una delle mie colleghe italiane. Eleonora mi ha aiutato a trovare il corso, me ne ha spiegato tutti i dettagli, e soprattutto mi ha incoraggiato a cominciare. Per questa ragione Ele e suo marito non potevano mancare alla mia cerimonia di investitura. Tutte le cerimonie di chiusura di un corso sono momenti decisivi per uno studente, in questo caso è il mio momento di riqualificazione. Sono sempre stata identificata come una professoressa di lingue: specializzata in inglese e francese, ma questo corso di studi mi ha resa esperta nel linguaggio dei vini. La mia “laurea”, possiamo dire, in vini italiani. Ho abbandonato il cappello e la cappa tipici del laureato nordamericano per cavatappi e il tastevin.
La cerimonia si è svolta nell’azienda vinicola di Feudi San Gregorio a Sorbo Serbico in provincia di Avellino, a un’ora e mezza da dove vivo. Dopo aver percorso per mezz’ ora il traffico di Napoli, abbiamo imboccato l’autostrada A1, direzione Bari-Salerno; siamo usciti al casello A16 e dopo venti minuti di tragitto tortuoso per una strada di campagna lussureggiante, siamo arrivati nei pressi dell’azienda vinicola. L’ingresso obbligato dal parcheggio ci conduce attraverso quello che sembra un rugginoso cubo spaziale. Siamo molto incuriositi di vedere che cosa ci aspetta dall’altra parte. L’ingresso è di proposito così avveniristico per suggerire l’idea che non stiamo entrando in una comune azienda vinicola campana. Non ci attende né un antico castello né una vecchia pressa abbandonata in giardino. Qui di stagionato c’è solo il vino!
Le porte, dall’apertura con cellula fotoelettrica, ci rivelano lo schema concettuale pensato dall’ architetto Hikaru Mori, una giapponese che ha a Milano il suo studio. Quello che prima ci aveva sorpreso all’ingresso diventa chiaro: siamo in presenza di un ruscello fatto dall’uomo con piccoli specchi d’acqua ai lati del sentiero che ci porta ad attraversare prima il giardino delle erbe, e poi il giardino delle rose, attorniati da terreni di vigne che si intrecciano al nostro passare rievocando in me il paesaggio tipico della “Cote d’Or” della Borgogna. In questa azienda anche le vigne sono mantenute basse, vicino al terreno, proprio come si coltivano in Borgogna, penso a causa dell’elevazione e le fredde temperature dell’Irpinia.
La nostra serata inizia con una visita guidata dell’esterno e dell’interno dell’azienda vinicola. L’architetto Hikaru Mori è nota per integrare la natura negli edifici ed i ruscelletti artificiali trovano il modo di scorrere all’interno dell’azienda, si dice per mantenere umide le botti.
Il vino e l’azienda vinicola non sono l’unico motivo per effettuare una visita di Feudi San Gregorio. Gli imprenditori vinicoli della zona competono tra loro per accaparrarsi il pubblico. La carta vincente di Feudi è il ristorante Marennà con la sua stella Michelin. Il nostro corso triennale di sommelier si conclude con un sountuoso pranzo di sette portate in questo ristorante. Ad ogni portata viene abbinato uno dei vini dell’azienda. Ogni piatto era semplice, ma pieno di gusto, servito in una sala ugualmente sobria. Non ho preso nessuna nota quella sera, ma nessuno dei vini è stato una delusione. Lo chef Paolo Barrale ha usato molta cura nell’accostare i diversi cibi del menu con i vini in modo da esaltare con maestria il sapore di entrambi.
Eccovi il menu: antipasti di formaggi locali di latte di pecora e salumi caserecci serviti con DUBL Falangina del 2007 Metodo Classico a concludere la nostra visita in cantina. Gli enologhi Riccardo Cotarella e Mario Ercolino si sono accordati con Anselme Selosse, produttore di Champagne francese, per produrre questo vino spumante secco dal retrogusto agli agrumi.
Pane e grissini fatti in casa accompagnati da un secondo vino spumante: DUBL Greco 2006, Metodo Classico
Zeppola di baccala’ con verdure in carpione e pepe limonato servite con Pietracalda 2009 Fiano di Avellino DOCG
Risotto al pomodoro, ghiaccia di basilico e Olio seguito da Ravioli di ricotta, fave e guanciale Extravergine d’Oliva di Ravece accompagnati da Taurasi 2007, Taurasi DOCG
Controfiletto di vitello affogato al Taurasi e cipolle di Montoro seguito dal Maialino…peperoni e patate in concerto abbeverati con Montevergine 2004, Taurasi Riserva DOCG
Predessert e Caffe’ e nocciola coronati con il Privilegio 2008, Campania Bianco IGT.
Dopo questo pranzo, uno dei migliori che io abbia avuto in Italia, meglio dire il migliore che io abbia mai avuto, sono arrivati i discorsi e finalmente la consegna dei diplomi e dei tastevin.
Ed eccomi finalmente qui Caterina dalla nuova qualifica: insegnate di lingue straniere e del linguaggio del vino, proprietaria e coltivatrice di un vigneto,e finalmente una sommelier.
Di interesse per i viticoltori::
Pierpaolo Sirch, un friulano trapiantato a Feudi è l’agronomo dell’azienda. In loco è anche il responsabile di una particolare scuola di potatura delle viti: Simonit and Sirch’s Scuola Italiana di potatura della vite. www.preparatoriuva.it
La loro filosofia è di mantenere intatta la vite usando una combinazione di tecniche moderne e tradizionali che permette alle viti di mostrare tutta la loro bellezza e qualitá.
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