Sabato 14 maggio 2011, uno splendido sole ci accoglie al nostro risveglio e la voglia di uscire e goderselo è tanta. Ci prepariamo e raggiungiamo Cantine Astroni per un sano e riappacificante tuffo nella natura, sebbene non lontanissimo dal centro della città. Emanuela Russo (zia Manu per le piccole), nonostante sia impegnata con un gruppo di visitatori, ci accoglie con un sorrisone e ci invita a girare in libertà per le vigne e le stalle degli animali promettendo di raggiungerci appena libera dal lavoro. E’ sempre una bella emozione salire sulle vigne dell’Azienda situate sul cratere degli Astroni. Le rose multicolori e gli olivi, su cui sono spuntati i primi frutti, ci guidano nell’ascesa. Giunti sulla sommità è il tripudio di verde ed il suo netto contrasto col cielo azzurro a infonderti quella sensazione di benessere e di pace interiore. Passiamo attraverso i filari di viti di Piedirosso e Falanghina in piena fase vegetativa e con i grappoli in crescita, costeggiando l’antico muro borbonico che cinge l’attuale oasi naturalistica degli Astroni, una volta riserva di caccia privata dei Re di Napoli e del Regno delle Due Sicilie. E lì ho un mio posto prediletto: un pezzo di muro da cui si gode di una straordinaria vista immutata da migliaia di anni all’interno dell’oasi, senza traccia di civiltà e di presenza dell’uomo. Le bimbe sciamano nel vigneto raccogliendo fiori, rotolandosi nell’erba e godendo del sole che già gli ha arrossato le gote. Emanuela ci raggiunge con la nipotina Elvira e prende per mano le bimbe portandole a vedere gli animali nella stalla. Insieme alla dolce zia Manu le tre piccole si trovano a pettinare le criniere degli asinelli, a raccogliere le uova delle galline dalla stia e dare da mangiare a pecore e capre. Si fa ora di pranzo e le esauste contadinelle hanno fame. Emanuela ci invita a dividere il pranzo con loro e accettare è un piacere immenso per noi. Ci sediamo sotto il fresco porticato ristorandoci con un bel calice di Astro Brut mentre lo chef della casa sta spadellando pennette con seppie e piselli, che ho già mangiato e gradito al loro Wine & Street Food alla Galleria del Mare e che accompagneremo con una splendida Falanghina dei Campi Flegrei DOC 2010. Ci raggiunge Gerardo Vernazzaro (Zio Gerry per le piccole e marito di zia Manu) e con lui tutto lo staff di Cantine Astroni che si riunisce per il pranzo. Sono tutti esausti per il caldo e per i preparativi del prossimo 29 maggio per la manifestazione “Cantine Aperte”. Anche quest’anno, infatti, l’azienda ha preparato un nutrito programma di eventi con tre degustazioni, visite guidate a vigne e cantina, musica dal vivo e vernissages di giovani artisti. Noi di sicuro ci saremo! Dopo pranzo lasciamo tutti al loro lavoro ringraziando Zia Manu e zio Gerry per l’ospitalità (abituale per me visto che mi considerano di casa, ma è sempre bella come se fosse la prima volta) e ci dirigiamo alle Terme di Baia per una visita guidata con l’Associazione Misenum di Anna Masuottolo. Troviamo Anna Pia Martino che ci attende con gli altri visitatori e ci addentriamo in un percorso che ci porterà a compiere un “tuffo” nelle terme romane e nell’antichità di questi luoghi. Le bimbe sono rapite dalle rovine e provano a immaginare, come noi, come dovevano essere all’epoca. Il sole ci accompagna lungo tutto il percorso cuocendoci a fuoco lento. Il panorama mozzafiato che si gode dalle Terme è di una bellezza unica e indescrivibile. La perfezione delle architetture romane, i mosaici, gli intonaci, i fregi e gli affreschi che ancora si conservano sono una testimonianza importante della valenza dei Campi Flegrei nell’età romana. L’idea stessa di essere immersi in cotanta storia e civiltà, in un posto che era realmente l’ombelico di quel mondo antico che si andava sviluppando nel Mediterraneo, mi fa rabbrividire al cospetto di ciò che si vede per strada oggi. Spero fortemente in un risveglio di coscienza delle persone confidando che la loro assenza da questi luoghi sia solo una questione di carenza informativa, poiché chiunque viene a contatto con cose del genere non può non sviluppare un forte senso di civiltà che lo spinga a conoscere, tutelare e divulgare un patrimonio storico, artistico e naturalistico unico. Un vero dono. Terminata la visita torniamo a casa e in auto ridiamo vedendoci tutti abbronzati. Nello specchietto retrovisore scorgo la stanchezza sul mio volto ma un sorriso di pienezza disegna perfettamente la giornata passata per intero al primo sole estivo dei Campi Flegrei.
Scrivi un commento