“Un vino solo al comando”, perché è unico il vino che mette d’accordo le 6 guide più importanti dell’eccellenza enologica italiana: si tratta del Taurasi Radici Riserva 2004 Mastroberardino. E’ questo l’unico vino, che, stando all’analisi di www.winenews.it, uno dei siti più seguiti nel mondo del vino italiano, mette d’accordo le sei guide più importanti che, annualmente, analizzano lo stato dell’enologia del Bel Paese.
Il risultato emerge dal semplice incrocio delle liste dei migliori, redatte dalle guide 2011, senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di degustazione (per la guida Vini d’Italia “Gambero Rosso” i “Tre Bicchieri”; per la guida Vini d’Italia de “L’Espresso”, le “Cinque Bottiglie”; per la guida “I Vini di Veronelli”, le “Tre Stelle”; per la Guida “Duemilavini” di Ais/Bibenda, i “Cinque Grappoli”; per l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni , i vini che superano gli 88 punti, e, per la “new entry”, la guida di Slow Food, “Slow Wine”, i “Grandi Vini”, cioè quelli che rappresentano il meglio dal punto di vista organolettico).
Focus – Taurasi Radici Riserva 2004 Mastroberardino, il “super vino” in dettaglio
Il Taurasi Radici rappresenta uno dei migliori esempi della vocazionalità dell’Irpinia enoica e si tratta di un vino storico, prodotto da una azienda storica. L’azienda di Atripalda è stata per anni l’unica realtà portabandiera della vitivinicoltura di qualità in Campania, grazie al grande lavoro di Antonio Mastroberardino , padre dell’attuale patron Piero, costantemente impegnato a diffondere e far conoscere il pregiato patrimonio varietale dell’avellinese (peraltro assai ben presente ai francesi, che ricorsero massicciamente alle uve irpine, subito dopo il disastro della fillossera). Un vero e proprio classico, quindi, a partire dall’etichetta che, con poche variazioni, resta ancora la stessa. E ’ proverbiale la sua longevità, testimoniata da un archivio aziendale con pochi eguali in Italia, protagonista recentemente di una straordinaria verticale capace di conquistare anche il plauso di Robert Parker. Questa cristallina continuità è stata garantita da un meticoloso lavoro sia in vigna che in cantina, che ha saputo nel tempo salvaguardare, senza però rinunciare al giusto apporto tecnologico, un vitigno e un vino, uno stile e un carattere, fino a diventare, ancora una volta, uno dei pochi esempi di questo genere nel panorama enologico del Bel Paese. Una robusta filosofia aziendale, che ha consegnato alla curiosità degli appassionati un vino, per certi aspetti, senza tempo.
Ecco allora una smagliante versione 2004 del Taurasi Radici Riserva che, pur nella sua estrema gioventù, è già in grado di raccontare tutta la sua grandezza futura “in anteprima”, diciamo, garantendo allo stesso tempo anche una compiuta piacevolezza giovanile. Profumi complessi di frutti rossi, terra, spezie orientali e note minerali a rifinitura. Bocca dalla solida massa tannica, ma distribuita con eleganza e leggerezza, fino ad un finale dal frutto croccante e freschissimo, decisamente lungo. Produzione sulle 10.000 bottiglie.
Fonte: winenews.it
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