Di Enrico Nugnes

Fantasmi a Paganica

 Il viaggio continua, le curve pure e Nando ha guida sportiva e spensierata…

Dopo più di un’ora raggiungiamo Paganica, l’impatto è desolante. Il centro del paese è città fantasma, durante il terremoto qui hanno tremato forte e il paese è stato messo in sicurezza, ciò significa che non ci puoi abitare ma che per alcune strade è consetito passeggiare: inutile consolazione.

Andiamo al nuovo negozio di Mario de Paulis, norcino in Paganica. L’accoglienza è affettuosa e Mauro è personaggio, assaggiamo salami di diversa stagionatura, tradizionali, di fegato, di fegato e miele, coppa, pancetta arrotolata, tesa, guanciale, il cuore di Paganica che è il suo culatello dolce di zucchero, il prosciutto rigorosamente tagliato a mano perchè l’affettatrice elettrica cambia le caratteristiche organolettiche del grasso (non lo sapevo!!). Poi Mario ci accompagna nel laboratorio di lavorazione e poi nella cantina dove stagionano tutti i suoi prodotti,  alcuni sono fatti cambiare di posto periodicamente per favorirne una stagionatura perfetta. Nel ritornare al negozio passiamo per quella che era la piazza centrale del paese, quella con la chiesa. I fantasmi ci sorvegliano.

 

L’Enologo nottambulo

 E’ tardi e spostiamo l’appuntamento successivo delle 18:30 alle 20:00.

Siamo diretti a Loreto Aprutino e la perfida voce del navigatore di Nando ci porta per strade che si dipanano maligne tra le montagne abruzzesi.

Arriviamo alle 20:00 nell’azienda Torre dei Beati dove ci aspetta un altro bel personaggio, lo chiameremo “Enologo Nottambulo” è Fausto Albanesi. Fausto è ingegnere di giorno (lavora in un’altra azienda che non ha niente in comune con il vino) ed enologo di notte: non si ferma mai come nella réclame della pila. Facciamo un giro nella sua bella azienda dove ha ristrutturato magistralmente gli antichi edifici e dove si investe in nuovi terreni e nuovi impianti con grande sacrificio. Siamo digiuni dalla mattina (escludendo gli assaggi) ma la guerra è guerra e continuiamo digiuni con la degustazione del bianco il Pecorino poi dei due Cerasuolo il primo lavorato in maniera tradizionale (breve sosta sulle bucce) e il secondo con la tecnica del salasso del mosto di Montepulciano (in fermentazione bloccata dal freddo). Poi assaggiamo i tre Montepulciano d’Abruzzo: il base e i due cru Mazzamurello e Cocciapazza il preferito da Nando. Ben equilibrati i due cru dove le sensazioni speziate del legno sono ben amalgamate con la frutta matura, i tannini sono fitti , sapidità e freschezza equilibrano le morbidezze. I due cru si differenziano con le note speziate, più scure per il Cocciapazza.

Parliamo tanto con Fausto, è persona piacevole e più beviamo e più parliamo. E’ mezzanotte quando usciamo da Torre dei Beati, ci aspetta il campeggio per la notte, troviamo il guardiano con la lanterna che ci indica la strada. Nando sviene subito dopo aver raggiunto il suo letto, io faccio in tempo ad inviare una mail sconclusionata mentre Morfeo mi bisbiglia all’orecchio….

Info: www.torredeibeati.it

Il Cinghiale furioso

 Ci svegliamo di buon’ora per fare tutto con più calma, la giornata precedente è stata bella tosta.

La prima tappa è verso Santo Stefano di  Sessanio per acquistare le lenticchie (presidio Slow Food).

Lungo la strada siamo costretti a rallentare a causa di una mandria di mucche che passeggia tranquillamente lungo la strada, ma com’è bello quest’Abruzzo…

Siamo alla locanda Sapori di Campagna e accorgendoci che domande stupide non ne abbiamo ancora fatte chiediamo se sono più buone le lenticchie di Santo Stefano o quelle di Castelluccio… “non lo fate nemmeno il paragone” ci rispondono, noi abbozziamo. Ci dicono poi che le lenticchie sono acquistate anche da Heinz Beck, noi ci inchiniamo. Le lenticchie sono piccolissime e non vanno messe a bagno prima di essere cucinate.

Lasciamo la locanda per dirigerci verso Castel del Monte per acquistare il Pecorino Canestrato di Giulio Petronio. L’azienda produttrice sta nella splendida valle subito sotto il paese. C’e’ silenzio, qualche belato e da lontano il campanaccio di una mucca. Giulio non c’e’, ci accoglie il cognato ex camionista che aiuta anche nelle consegne. Facciamo un giro nel luogo di affinamento, parliamo del latte crudo necessario per trasferire nei formaggi tutti gli aromi che sparirebbero con la pastorizzazione. Parliamo di pecore e di lupi quando il cognato ci racconta che qualche giorno prima un loro pastore era stato azzannato ad una gamba da un cinghiale (!!) Pare che abbia fatto appena in tempo a telefonare indicando la posizione prima di svenire… Ragazzi che storie….

Assaggiamo tutti i formaggi che in porzioni generose ci sono offerti. Tutti ottimi, qui sono specializzati soprattutto su un solo tipo di formaggio, il Canestrato, sono di meno gli esperimenti. C’e’ però un formaggio, il Marcetto, che non voglio assaggiare. Il Marcetto viene prodotto sfruttando l’azione di particolari larve di mosca. Il formaggio è spalmabile e sarà pure frutto della tradizione ma preferisco saltare l’assaggio.

To Be Continued…