Di Anna Ruggiero e Mimmo Gagliardi
Oggi, 10 Ottobre,è una splendida domenica di inizio autunno e il caldo sole ci ha solleticato la curiosità di aderire ad un’iniziativa dell’associazione “Flegreando” che ci ha proposto il nostro amico Giulio Gambardella.L’evento si chiama “Passeggiata sulla bocca degli Inferi” e prevede un giro completo del Lago d’Averno con varie soste nei luoghi di maggiore interesse archeologico, naturalistico e storico, e poi un pranzo conviviale all’interno del vigneto storico Mirabella.Il tempo lo permette e quindi ci ritroviamo vicino al ristorante “Caronte” con bimbi al seguito.Alle 11 siamo una ventina di persone, con altrettanti bimbi e ragazzini al seguito, ad iniziare il giro.Il primo tratto che percorriamo, quello che va dal ristorante “Caronte” alla “Grotta della Sibilla” e poi alla “Grotta di Cocceio” è aperto alla circolazione delle auto, quindi dobbiamo fare i conti con il traffico.Durante la prima sosta alla Grotta della Sibilla il buon Giulio ci racconta le origini dei miti e delle leggende legate al Lago d’Averno, in special modo quello legato al culto della Sibilla e poi ci accenna al perchè questo specchio d’acqua veniva consioderato essere la bocca degli Inferi.La passeggiata prosegue fino alla Grotta di Cocceio. Questa grotta,come quella della Sibilla, non sono visitabili dal pubblico.Quest’opera architettonica è lunga circa 1,5 Km e mette in comunicazione il Lago d’Averno con Cuma attraverso la montagna. La sua particolarità è che prende luce ed aria attraverso alcuni pozzi di luce scavati nella montagna come tanti tunnel verticali.All’interno del tunnel vive e nidifica una colonia di pipistrelli, una delle ultime, se non l’unica, rimasta nella zona.Lasciamo finalmente la strada carrabile per entrare nella zona del parco naturale del Lago d’Averno.Si tratta i una fascia di terreno che circonda il lago, recuperata alla fruibilità pubblica da pochi anni ed oggi mèta di podisti, ciclisti, ambientalisti e naturalisti.Qui Giulio ci racconta del mito di Ade, del suo amore per la principessa Proserpina e dell’origine del culto dei morti nelle zone circostanti il Lago.Riprendendo il cammino ci accorgiamo della totale assenza di inquinamento acustico e smog: condizioni ideali per chi vuole rilassarsi, oppure fare un pò di sport all’aria aperta oppure vuole osservare da vicino le numerose specie di insetti, uccelli, pesci e piante che costituiscono il ricco ecosistema del Lago.Infatti sono numerosi le casetti in legno per amanti del bird-watching che incontriamo sul nostro cammino, come numerose sono le soleggiate panchine.E’ vicino ad uno dei punti di osservazione che Giulio ci narra della leggenda della Sibilla, dell’amore che il dio Apollo nutriva per lei e delle cause che determinarono il suo mito.Dopo l’ultima tappa giungiamo al Tempio di Apollo.In effetti non è un vero e proprio Tempio ma un edificio termale.
Giulio ci spiega che all’epoca dei romani il Lago era ancora ricco di esalazioni gassose e sulfuree e che le sue acque calde venivano usate per scopi termali dai romani che edificarono questa costruzione che, all’epoca doveva essere maestosa.Oggi poco resta in piedi dell’antico edificio, ma se ne intuisce la dimensione, infatti secondo gli esperti risulta essere appena cinque metri di diametro più piccolo del Pantheon di Roma.L’ora è propizia e la passeggiata di circa 3 km ci ha messo appetito, quindi entriamo nel vigneto storico Mirabella, dove veniamo accolti da pentole fumanti e tavole imbandite sotto le piante di limone e tra le rigogliose vigne.L’uva di Piedirosso è all’ultima settimana di maturazione, tant’è che domenica prossima ci sarà la vendemmia, ed il suo profumo si percepisce forte nell’aria fresca.Mentre i più stanchi si accomodano all’ombra, noi ne approfittiamo per salire fin sulla sommità del vigneto per ammirare il panorama.Il vigneto è “arrampicato” sulla parte interna di quello che una volta era il cratere di un vulcano e la vista da lassù è veramente mozzafiato.Ma la sorpresa più bella è che attraverso il vigneto è possibile affacciarsi direttamente nel Tempio di Apollo da una delle finestre rimaste, cogliendo scorci di rara bellezza.Riscendiamo dal vigneto assaggiando qua e la i chicchi d’uva gonfi, scuri e profumati.Ci accomodiamo a tavola e l’atmosfera campestre, unita al vino e alla compagnia, ci regala una convivialità inusuale per questi tempi.I padroni di casa hanno preparato per noi Zuppa di cicerchie alla contadina con pezzi di salsiccia sbriciolata, Pasta al forno con melanzane e mozzarella, Salsicce alla brace, Alici fritte sale e pepe, Insalata di patate e olive, profumata di basilico e condita con sale, olio e limone.Il tutto viene accompagnato dal loro vino tipicamente contadino, falanghina e piedirosso del Campi Flegrei D.O.C., e che è stato fatto l’anno prima con le uve provenienti dalle stesse viti che vediamo attendere ora la nuova vendemmia.Per finire anche il dolce, con plum cake e crostata di marmellata di mandarino.Naturalmente provvediamo subito all’acquisto delle confetture preparate artigianalmente con i frutti degli alberi che si trovano nel vigneto (nespole, pesche gialle, limoni, mandarini e arance).Qualcuno, addirittura, consuma subito il barattolo acquistato approfittando del pane residuo a tavola.Il sole tramonta quando ci salutiamo e ritorniamo a casa portando con noi il piacevole ricordo di una splendida giornata.I bambini sono stanchi ma entusiasti e già preparano i racconti del giorno dopo per i loro compagni di scuola.La raccomandazione che gli facciamo è sempre la stessa: dici ai tuoi amichetti di convincere i genitori a portarli in giro per i Campi Flegrei, dove c’è tanto da vedere, molto da imparare e tantissimo da mangiare!
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