Di Anna Ruggiero e Mimmo Gagliardi
In occasione della festa “Profumo di vino Falerno” l’ultima domenica di agosto ci siamo recati a Falciano del Massico (CE) per degustare questo splendido e discusso vino campano.Sulle controversie “legislative”, “organolettiche” e “territoriali” del vino Falerno preferiamo non parlare e dedicarci al resoconto della nostra domenica pomeriggio.Falciano del Massico è una antica località in provincia di Caserta situata ai piedi del monte Massico.Nel territorio cittadino vi è anche “Il lago di Falciano”, antico bacino balzato agli onori della cronaca per il presunto avvistamento di un pericoloso coccodrillo nelle sue acque. Inutile dire che durante la nostra breve visita al lago, che abbiamo trovato affascinante seppur constatando la trascuratezza dell’area pic-nic, non abbiamo avvistato alcun coccodrillo ma un’infinità di insetti tra cui si distinguevano, per la loro particolare ferocia ed accanimento, le zanzare.Ma la nostra visita era dedicata anche a conoscere una delle locali aziende vinicole, la “Cantine Papa”.Gennaro Papa ed il figlio Antonio erano nel pieno dell’allestimento del gazebo per la serata, ma ci hanno accolto amichevolmente e, con estrema disponibilità, ci hanno illustrato la loro attività, gli inizi, la tradizione di famiglia e gli obiettivi futuri. Antonio Papa è un giovane 32 che da più di 10 anni si dedica alla crescita dell’azienda e della tradizione del Falerno. Ci ha illustrato le origini di questo prodotto, le sue principali caratteristiche organolettiche, le tecniche di allevamento, il mercato e il legame storico e culturale con il territorio. Ascoltarlo è stata davvero interessante. Contenti del nuovo bagaglio di informazioni che Gennaro e Antonio Papa ci hanno gentilmente concesso, li abbiamo lasciati ai preparativi della festa e abbiamo cominciato a curiosare in Piazza Limata e Corso Oriente, dove si stavano organizzando i banchi di assaggio dei vini e dei prodotti tipici ed i banchi di vendita dell’artigianato locale. Al centro della piazza ci incuriosiscono due portoni aperti, sui due lati opposti della strada.Scegliamo di andare a vedere cosa succede nel primo, dove molte donne si affaccendavano intorno a pentoloni e tavoli. Sembrava di essere a casa di amici mentre si prepara il pranzo per tutti.La scena che si presenta ai nostri occhi è commovente: una miriade di pizze fritte in preparazione.Mentre un gruppo di donne stende la pasta sul tavolo, un altro gruppo provvede alla loro frittura.Una delle massaie ci illustra che la pasta è un normalissimo impasto di farina, lievito e sale, che una volta cotto potrà essere condito o solo con sale come una focaccia, oppure con insalata di pomodorini, tipo pizza, oppure, ancora, con zucchero come le classiche frittelle.Salutiamo la signora, ma non prima di aver prenotato due pizze al pomodoro da consumare all’apertura della festa e attraversiamo la strada.
L’altro portone non è foltamente presidiato come il precedente, ma nasconde molte cose interessanti da scoprire.Il palazzo è quello della Famiglia Prata. Ad accoglierci è la padrona di casa, anche lei, come metà del paese, impegnata nei preparativi della festa. La sua è un’antica famiglia di origini contadine che produce vino solo per uso familiare ma che è legata alla filosofia del Falerno. Nell’androne del palazzo ci sono molti oggetti antichi a testimonianza dell’epoca contadina degli inizi del secolo scorso.La meravigliosa tavola imbandita al centro del cortile, ovviamente, attira la nostra attenzione e la padrona di casa ci spiega che in occasione della festa lei apre il portone a tutti ed invita gli amici per una cena festosa. Naturalmente anche noi, nella veste di nuovi amici, vediamo invitati a condividere con loro la cena, invito che cogliamo con allegria e gratitudine ed anche con un pò di curiosità, ma presto capirete perchè.La festa ha inizio, i cantanti, che allieteranno la serata, cominciano a proporre il loro repertorio folk.I banchi di assaggio cominciano a proporre i loro prodotti.Le strade si animano di gente del luogo e curiosi che, come noi, sono venuti a vivere questa festa di fine agosto.La signora delle pizze ci vede e richiama la nostra attenzione dicendo che potevamo passare da loro.Le pizze che ci vengono messe nei piatti sono spettacolari.Provvediamo con l’offerta spontanea per il sostegno della loro associazione e ci precipitiamo ad occupare una panchina per gustare quella bontà.Soddisfatti di quello che, alla fine, si rivelerà essere uno spuntino, passiamo a fare un giro dei produttori di vino.
Il primo banco di assaggio in piazza Limata è quello dell’ Azienda Agricola Nugnes di Carinola (CE), che ci propone un Falerno del Massico da uve di Aglianico e Piedirosso del 2008, un vino gradevole, pronto, ma non troppo (non ancora), in cui però già si intravede la qualità (www.aziendagricolanugnes.it).
Subito dopo incontriamo il banco di Cantina Zannini Carlo di Falciano del Massico (CE), che ci propone il proprio Falerno del Massico Rosso Campierti 2008 da uve Primitivo, anche questo ancora giovane ma comunque in grado di esprimere pienamente già ora il suo potenziale. (www.cantinazannini.it).
Il terzo banco di assaggio è quello di Cantina Papa, che ci propone il Campantuono 2007 Falerno del Massico doc da uve di Primitivo, vino complesso e piacevolmente evoluto all’olfatto e al gusto. (www.gennaropapa.it)Imboccando Corso Oriente incontriamo l’ultimo banco di assaggio che è quello di Regina Viarium che ci propone il suo Barone 2007 Falerno del Massico doc da uve di Primitivo, che risulta essere un vino pronto e piacevolmente robusto con una buona persistenza (www.reginaviarum.it).
Ultimate le degustazioni seguiamo un festante corteo di figuranti in costume tipico che sfilavano lungo Corso Oriente suonando e ballando, fino al centro di Piazza Limata dove siamo andati a vedere a che punto era la festa nel palazzo della signora Prata. Neanche il tempo di entrare nell’androne del palazzo e siamo stati trascinatati al tavolo dove ci hanno servito maccheroni al ragù di bufalotto conditi con abbondante parmigiano ottenuto con latte di bufala, carne del bufalotto al ragù, frittata di asparagi selvatici e salsiccia, peperoni in agrodolce, mozzarella di bufala con affettati.Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare alla “percoca nel vino Falerno” perché stava per iniziare la degustazione alla Confraternita del Falerno, singolare associazione nata con lo scopo di far conoscere e valorizzare il vino Falerno e su cui siamo curiosi di capire di più.Salutata affettuosamente la signora Prata ci dirigiamo allo stand della “Confraternita del Falerno”. I responsabili della Confraternita ci hanno illustrato le finalità dell’iniziativa e gli eventi da organizzare, così abbiamo deciso di aderire con simpatia e curiosità, solo che non sapevamo che la nostra serata, benchè fossero già passate le 22, era solo all’inizio.Infatti con l’adesione siamo stati di diritto iscritti alla prima degustazione di vino Falerno organizzata dalla Confraternita, che era un divertente confronto tra vino Falerno e vini totalmente agli antipodi, non solo enologicamente e qualitativamente parlando, ma anche territorialmente.
primo confronto:
Azienda Agricola Nugnes Vino Falerno rosso anno 2008 vs. Casale del Giglio Mater Matuta anno 2003
secondo confronto:
Masseria Felicia vino Falerno Ariapetrina anno 2007 vs. Martinelli Sagrantino di Montefalco anno 2003
terzo confronto:
Migliozzi vino Falerno Rampaniuci 2007 vs. Su Fruschiu Azienda Agricola Duos Montes anno 2007
Scopo dei confronti non era stabilire quale fosse il miglior vino tra questi, bensì far comprendere ai presenti che la struttura del vino Falerno può avere buona durata nel tempo ma anche che il suo corredo organolettico lo rende bevibile sin da subito, a differenza di altri vini che invece necessitano di lunga maturazione ed affinamento per poter acquisire una identità e quindi essere bevuti.Il confronto dei vini è stato intervallato anche dalla degustazione di tre tipologie di formaggi, un caciocavallo invecchiato 18 mesi, una caciotta di pecora con abbinata una marmellata di zucca e limone, ed un forte formaggio pecorino stagionato.La degustazione dei vini e dei formaggi, guidata con competenza e simpatia ma anche con coinvolgente ardore dai confratelli, ci ha permesso di conoscere meglio le caratteristiche, il gusto e le potenzialità di quest’ottimo prodotto che è il vino Falerno.Terminata la degustazione di vini e formaggi è toccato alla cioccolata.Abbiamo degustato sei tipi di cioccolata diversi tra loro e provenienti dall’Africa e dal Sud America, abbinati alla grappa “3 Annate” ed al rhum jamaicano Appleton Estate invecchiato 12 anni.Infine per chi gradiva c’era la possibilità di gustare un ottimo sigaro toscano a scelta tra l’extravecchio, il Soldati, il Garibaldi ed il toscano classico.La passione per il vino e che ci porta a fare queste esperienze non senza sacrificio da parte nostra, ci viene ripagata dal piacere di conoscere realtà come quella della terra del Falerno.
Realtà dove la naturale ospitalità, la schiettezza e l’affetto di questa gente, ci ha arricchito ricordandoci sempre di più che dietro una bottiglia di vino c’è tanto impegno e dedizione, passione, sacrificio, gioia e dolore, amore….in altre parole uomini e donne.
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