Di Catherine Orazi-Stockermans
Su un volo di ritorno dall’Inghilterra, ho visto una pubblicità nella rivista on-volo che subito ha ottenuto la mia attenzione: «Perché non andare a Bourg e Blaye a Bordeaux e chiedere di essere un degustatore ufficiale in occasione della 34° edizione del Challenge International du Vin, il più grande concorso enologico internazionale in Francia? “Perché no?” ho detto a me stessa. Parlo francese, ora sono una sommelier. In fondo è proprio quello che ho fatto negli ultimi 3 anni e sarebbe di certo un buon inizio sotto la rubrica “Esperienza” nel mio CV di vino. Al mio arrivo a casa, ho guardato il sito e, anche se la data di presentazione era già passata da un po’, ho pensato di inviare lo stesso la mia domanda, via e-mail, e dare un colpo. Il giorno dopo, mi hanno accettata come assaggiatrice ufficiale, ed all’istante ho prenotato il volo da Napoli a Bordeaux.
Sapevo che era una mossa alquanto coraggiosa per una novizia come me, ma quello che mi ha dato la fiducia necessaria sono state le parole che ho letto sul sito web: “cerchiamo professionisti ovvero dilettanti“. Doveva allora per forza comprendere anche me. Sono saltata su l’occasione come un cane su di un osso. “Saltare” probabilmente non rende troppo per il modo in cui ho colto questa opportunità: mi sono proprio lanciata… forse a propulsione jet. Non mi sono lasciata dissuadere dal cimentarmi in questa esperienza in nessun modo. Nemmeno quando mio marito si è rotto una caviglia e mi sono resa conto che sarei dovuta andare a Bordeaux da sola…Nemmeno quando il mio badge con le mie istruzioni non erano ancora arrivati ad una settimana prima dell’evento come sarebbe dovuto invece accadere. Nemmeno quando mio marito ha
osservato: “tu sai non nemmeno come fare questo?”
Il mio badge da assaggiatrice ufficiale con le istruzioni e le indicazioni sono arrivati via posta italiana soltanto il giorno della partenza per la Francia. Sono arrivata a Bordeaux impavida ma un po’ nervosa. Mi trovavo nei pressi dell’aeroporto e sapevo che per raggiungere Bourg la mattina avrei potuto impiegare tra 30-45 minuti a seconda del traffico. La mattina della gara, ho indossato il mio nuovo blazer blu con il distintivo dell’Associazione Italiana Sommelier ben cucito, per timore che qualcuno pensasse che fossi un’imbucata o un impostore. All’occorrenza avrei potuto dire: “ecco, proprio qui… La prova che io sono quello che sto dicendo ” . Mentre, nel mio cervello risuonavano le parole di mio marito che è sempre stato piuttosto incredulo mi sono convinta che la sua mancanza di fiducia nelle mie capacità di sommelier dipendeva solo dal fatto che lui non mi ha mai veramente visto in azione.
Il mio desiderio di essere puntuale è stato tale da assistere sveglia all’alba nel comune di Bourg. Mi sono seduta a guardare il sorgere del sole per un po’ e poi ho deciso che sarei andata a piedi per cercare di trovare il Gymnase in cui l’evento da lì a poco si sarebbe svolto. Una macchina si è fermata davanti a me e l’autista ha chiesto se mi poteva aiutare. Una fortunata coincidenza ha fatto sì che fosse uno degli organizzatori e si è offerto di mostrarmi la via. Mi sono fiondata alla mia auto a noleggio, e mentre cercavo di memorizzare come fare a raggiungere la mia guida facendo il percorso inverso purtroppo era già sparita. Ho trovato alcune persone alla fermata di un autobus e ho chiesto dove avrei potuto trovare il grande evento – Il Challenge International du Vin, e tutto quello che ho ottenuto è stato uno sguardo perplesso e stranito. Ho deciso allora di chiedere se sapevano alolra come raggiungere il Gymnase e finalmente i visi dei miei interlocutori si sono rilassati, e in meno di 2 minuti ero lì. Nonostante queste peripezie ho aspettato per un’altra ora e mezza prima di uscire dalla macchina in trepida attesa! Appena ho visto la gente correre per entrare, ho deciso che era giunta l’ora di partire . Mi fu detto di andare a prendere un caffè da qualche parte e tornare tra un’ora…
Ormai non correvo il rischio di essere in ritardo, ho camminato tranquilla per la città, ma ho deciso saggiamente di rinunciare no al caffè per non ritrovarmelo sulla mia lingua durante la sessione di degustazione.
Al mio ritorno, l’evento stava per iniziare (finalmente!) e ho visto molte persone in coda in attesa dei controlli dei badge al fine di scongiurare i soliti impostori che immancabilmente si presentano a questi eventi spacciandosi per degustatori. E la cosa reale è che sono una di questi ultimi e non un impostore (o almeno così cerco di convincere me stessa!)
Il mio badge rivela la giuria di cui farò parte per la degustazioni di oggi . Siamo tenuti ad essere seduti in gruppi di 4 e almeno una persona al tavolo deve essere una professionista di vino con molti anni di esperienza. E, di sicuro, non sono io e non è neanche il mio compagno di giuria Julie Wilcox, un’ inglese che parla un francese impeccabile. Anche lei sta compiendo i primi passi in questa professione, come laureata del nuovo programma del commercio del vino di Bordeaux. Questo è il suo secondo anno alla Challenge. Il professionista di vino al nostro tavolo si chiama Lionel, e lui stesso si presenta come consulente per un’azienda produttrice di Cognac. Il quarto componente della giuria non compare e mi pare di capire che accade abbastanza spesso che ci siano defezione dell’ultimo minuto. Tuttavia, non avrei potuto essere più fortunata: Julie sembrava essere una persona in una posizione simile a me (una novizia desiderosa di acquisire una certa esperienza) mentre Lionel era così gentile e rassicurante per come cercava,umilmente, di minimizzare la sua maggiore esperienza, per metterci a suo agio.
Le dodici bottiglie ci sono stati consegnate senza tante cerimonie, in una cassa di plastica accanto al nostro tavolo. Rese anonime da una plastica nera che nascondeva la loro identità. Ciascuna di esse portava un numero che corrispondeva ai numeri riportati sul nostro foglio. Le schede inoltre indicavano quattro distinte caratteristiche in base alle quali dovevamo valutare i nostri campioni: l’olfatto, il gusto olfattivo, e poi, di colpo, abbiamo dovuto dare un punteggio su 20: il punteggio di 10/11 non comportava l’assegnazione di una medaglia; 12/13 faceva ottenere una medaglia di bronzo; 14/15, quella d’argento; dai 16 punti in poi si conquistava il massimo riconoscimento, la medaglia d’oro. La nostra ultima valutazione doveva esprimere se ritenessimo di consigliare questo vino. A nostra disposizione: acqua, crosta di pane, un bicchiere e una penna.
Il nostro primo compito è stato quello di valutare 12 Champagne …. Oh, là là! Ho avuto grandi difficoltà cercando di trovare qualcosa di spiacevole a distanza in questi vini. L’unica informazione che ci viene dato sui vini è l’eta’, e la denominazione. Sono tutti ovviamente AOC Champagne o Grand Cru con età che variava da 2 a 5 anni di affinamento in bottiglia. Sono convinta di essere stata particolarmente generosa per la prima batteria…La nostra seconda “degustazione” quel giorno riguardava i vini di Bordeaux della riva destra. Tutti, naturalmente, AOC e alcuni di questi erano anche Grand Crus. Avrei voluto finire di bere alcuni di loro, ma ho preferito, più professionalmente, approfittare dello sputavino della mia postazione.
Quando è terminata la sessione di degustazione, ci siamo trattenuti per un sontuoso banchetto serale, e tutti i vini che erano stati premiati al concorso dello scorso anno scorrevano liberamente.
Questo Il menu: Croccante de Gambas au gingembre et citron / gamberi croccanti con zenzero e limone; Tendre de Pintade farcie aux Asperges vertes, purea a la noire al’olive fourchette / faraona farcito con una purea di asparagi e olive e purè di patate con olive nere ; Frivolité passione de sous cupola di cioccolato figlio / una frivolezza di passione sotto una cupola di cioccolato ; Café mini et Cannelé / caffè e il dessert regionale, un mini-Cannelé– una pasta piccola francese con una crema morbida e tenera al centro e una scura crosta caramellata.
La cena e i vini sono stati offerti dell’organizzazione Challenge du Vin. I vini che ho degustato al pranzo sono stati i seguenti:
Montepulciano d’Abruzzo, Colline Terramane, Farnese 2005-una medaglia d’argento 2009 e uno dei miei vini preferiti durante la cena. Spezie e cioccolato!
Chateau Montpezat Corbieres – Linguadoca Rossiglion, 2007 Grande Reserve – argento
Waimea, Sauvignon Blanc, Nelson, Nuova Zelanda, 2008-argento
Chateau La Bourree, Cotes de Castillon, 2007 argento
Finca Antigua, La Rioja, Spagna, Syrah, 2006 – oro
Domaine Bosquet des Papes, A la gloire de mon grand-père 2007, AOC Chateauneuf du Pape Questo è stato solo un vincitore di bronzo l’anno scorso, ma era il mio preferito. E’ composto da 98% Grenache, 2% Cinsault. E ‘stato delizioso, puro frutto nel bicchiere, con una grande complessità sul naso ricco di prugne e profumi di liquirizia. Potrei andare avanti.
Il giorno dopo, sono stata con una nuova giuria. Questa volta con me c’erano Lidi della città di Hanzhou inCina, Damien, un altro neolaureato del corso di commercio del vino di Bordeaux, che parlava anche il cinese, e Patrick, proprietario di una cantina con vigneto a Bordeaux. Questa volta abbiamo iniziato assaggiando 12 campioni di vini da Cahors, Francia, a base principalmente di Malbec, e poi a6 vini provenienti dalla Tunisia, e 7 vini provenienti dalla Turchia. Valeva la pena, dopo tutto la spese, dopo tutte le miglia percorse, dopo che il mio volo e’ stato annullato a causa dell’eruzione del vulcano in Islanda e sono stata costretta a guidare 12 ore da Bordeaux a Milano,per poi prendere un treno da Milano a Napoli? La risposta è un sonoro sì! Cosa ho imparato? Ho imparato che i vini francesi sono piuttosto difficile da battere. Ho imparato ad essere in grado di capire la differenza con i miei occhi, naso e bocca tra un Champagne Blanc de Blanc, e un Blanc de Noir. Ho imparato che anche se posso definirmi un sommelier, la mia educazione è solo all’inizio, e la mia base di conoscenza, bene, è esattamente questo: una base su cui reggersi. Una base su cui poter chiamarmi un sommelier, ma è solo il fondamento. Sono ispirata e vorrei imparare sempre di piu’. Ho visto la luce! Per informazioni sul Challenge du Vin e per visualizzare un elenco dei vincitori andate al sito
Complimenti!
Pura passione,mi sembra il mio primo Vinitaly o la prima LIWF di Londra.Grandissima.
Complimenti per il coraggio e la passione! Una bella lezione anche per me. Brava e grazie
Grazie tutti per i commenti, e grazie mille a Tommaso Luongo per la traduzione. Grazie per l’occasione di poter studiare con voi. Da quando ho iniziato questo percorso 3 anni fa. Mio marito e’ di solito, molto piu’ incoraggiante di quanto io li ho descritto di essere. L’ho dipinto di cattiva luce (si dice in italiano?). Lui e’ davvero una brava persona.
Grazie tutti. Spero di vedervi a qualche evento.:)
Brava e spavalda, certe volte non bisogna pensare molto, prendere al volo il treno, hai avuto tanto coraggio, non avevo dubbi