A Vinitaly avevo chiesto a Nevio Toti (neo delegato Ais di Salerno) di raccontarci (con un po’ di sana invidia) della sua avventura “franciacortina”…Ecco il report (T.L.)
Caro Tommaso, come promesso, provo a darti qualche mia impressione su quel “fulmine a ciel sereno” che ci è piacevolmente caduto addosso . Si sto parlando della visita alla cantina di Ca’ Del Bosco in terra di Franciacorta. Già giù al cancello capiamo che sarà difficile dimenticare questa serata . Infatti lo stesso cancello è stato realizzato da Arnaldo Pomodoro. Arrivati davanti all’imponente struttura che è comunque perfettamente integrata con il paesaggio,e nell’attesa , che arrivino tutti gli altri ospiti , faccio un giro tra i vigneti , che circondano tutta la cantina. Mi colpisce particolarmente la cura maniacale che è dedicata ad ogni singola vite, tanto che essendo giunti all’imbrunire, ho pensato che da un momento all’ altro partisse la ninna nanna che avrebbe conciliato il riposo delle viti stesse durante la notte. Dopo un po’ Nicoletta un’addetta all’ accoglienza ci porta a fare la visita della cantina, il cui tema conduttore è la Gravità simboleggiata da un rinoceronte a grandezza naturale sospeso ad una decina di metri dal suolo. La gravità è intesa tecnicamente parlando, come l’assenza di pompe per la movimentazione del vino, che sempre per caduta passa da un recipiente all’altro per i vari travasi per cui non si stressa. La tecnologia è espressa ai massimi livelli, tutto è automatizzato, dall’arrivo delle cassette all’etichettatura. Devo dire lo stesso anche dell’ordine e della pulizia . Ma veniamo al dunque , giungiamo in quella parte che loro chiamano “cupola” nella parte storica e più bassa della cantina, dove ci attendono per mostrarci come si fa la sboccatura alla volèe . La protagonista di questa prova è la splendida Cuvèe Annamaria Clementi del 1979 aperta per noi ospiti. Dopo aver atteso il mio turno riesco ad avere il mio agognato bicchiere, che non è il solito flute, ma è un importante bicchiere da bianco, nel quale inizialmente la cuvèe rilascia piacevoli sentori metallici di ossidazione. Dopo qualche minuto di sosta del vino nel bicchiere e dopo aver fatto un piccolo assaggio , cominciano a venire fuori una miriade di profumi, che vanno dalla frutta che non pensavo di trovare ancora così sorprendentemente presente e riconoscibile, alle varie sensazioni di lieviti, crosta di pane, brioches, ecc. tutti perfettamente amalgamati tra loro. Quindi decido di finire la restante quantità. Poi per curiosità sento nuovamente il bicchiere vuoto, che comincia a rilasciare sentori di passito, ma di quei passiti d’alta classe. Si tutta la nostra bella teoria da corso, trova la massima espressione in questo vino, per cui decido di berne altri tre, quando mi capiterà più di bere qualcosa di simile. Il tutto è accompagnato da piacevoli stuzzichini. Terminata questa splendida degustazione e passando attraverso un corridoio tutto in pietra e costeggiato da pupitres stracolme di bottiglie, saliamo nella sala ristorante,nella quale lo Chef Vittorio Fusari ha preparato per noi una splendida cena . I sapori di terra e di mare sono elegantemente e sapientemente amalgamati e aggiunti di qualche tocco di alta classe. Un solo esempio Pasta mista , per intenderci quella che noi usiamo per la pasta e fagioli , ma con frutti di mare ed una spolverata di paprika. A tavola beviamo una cuvèe AMC 2002 , due annate di Chardonnay 2007 e 1999 , e due annate di Pinero 2006 e 2001 con i secondi . A tavola facciamo tutti i nostri commenti tecnici sui vini e gli abbinamenti proposti , solo che con noi al tavolo ci sono persone che non sono sommelier che si saranno fatti “due palle” e sicuramente non si iscriveranno mai ad un nostro corso. A quel punto guardando guardando Enzo Oliva e Pina Gaimari che sono i miei compagni di viaggio decidiamo che è giunto il momento di togliere il disturbo. A quel punto salutiamo e confusi e felici ci avviamo verso la macchina, consapevoli di aver trascorso una serata che difficilmente dimenticheremo. Il nostro ringraziamento va a Maurizio Zanella patron di Ca’ Del Bosco ed a Umberto Pannuto che è l’agente di zona e che ci ha voluto regalare questa emozione.Spero di essere stato esauriente.
Saluti Nevio.
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