ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIERS DELEGAZIONE DI NAPOLI
ENOLABORATORIO ® 2009/2010
Divinoinvigna Enoteca e AIS Napoli
presentano
Luoghi Comuni: La Valtellina in degustazione
in compagnia della produttrice Isabella Pelizzatti Perego.
Valgella 2004 / Azienda Renato Motalli – Valtellina Superiore Dirupi 2006/ Azienda Dirupi – Grumello 2005 / Azienda Agricola Marsetti – Valtellina Superiore Maroggia 2005 / Consorzio del vino di Maroggia – Sassella 2006 / Azienda Agricola Terrazzi Alti – Inferno Riserva 2004 / Azienda Ar.Pe.Pe.
Giovedì 26 Novembre, ore 20.30. Costo della serata € 40
Enoteca Divinoinvigna – Via S. Freud, 33/35 – Napoli
Info e prenotazioni: divinoinvigna@libero.it
081 3722670 – 329 6467600
La seconda serata della nuova stagione di appuntamenti dal nome Luoghi Comuni, all’insegna dell’approfondimento su zone, vitigni e uomini del vino, vede protagonista, giovedì 26 novembre, il nebbiolo della Valtellina. Giovedì 26, quindi, esploreremo la Valtellina e le sue sottozone. Ospite d’eccezione, la produttrice Isabella Pelizzatti Perego che ci aiuterà nell’esplorazione di questa interessantissima zona d’Italia. La serata sarà condotta da Mauro Erro, con gli abbinamenti proposti da Adele Chiagano.
Tommaso Luongo
Delegato Ais Napoli
www.aisnapoli.it
uff, non c’e’ lo “Sfursat” :(
E’ uno dei vini che, finora, mi ha di impressionato maggiormente.
Oltre al Flaccianello Della Pieve di Fontodi ed allo Chateau Musar White di Gaston Hochar.
Che lo Sfursat appartenga al ristretto novero dei grandi vini d’Italia è indubbio ma è altrettanto vero che quando si vuole raccontare la Valtellina sono altre le tipologie che sanno meglio interpretare le tante sfumature di una fra le più belle terre di vino del mondo…
beh, ovviamente era solo una personalissima dichiarazione di gusto, per quanto ovvia e banale.
Ma ci mancherebbe…nessuna ovvietà e banalità!
Mi permetto di dissentire dal delegato ;)))
Non ritengo (mio parere personalissimo) assolutamente lo Sfurzat tra i vini nel ristretto novero dei grandi d’Italia.
La tecnica di appassimento tende a svilire carattere varietale e territoriale dei vini. Più che mai in Valtellina dove la delicatezza del Nebbiolo di montagna soffre, sempre secondo me, particolarmente questo tipo di “forzatura” (mai termine fu più azzeccato…).
L’Amaronizzazione è una moda che ha fatto non solo danni in Valpolicella ma anche in altre regioni d’Italia con pochi riusciti tentativi di emulazione (chessò il Graticciaia di Vallone in Puglia o il Lamarein di Mayr in Alto Adige)…
I grandi Amarone, del resto, si contano sulle dita di una (forse due a voler essere generosi) mano. Per grandi intendo quelli che conservano una bevibilità ed un senso sulla tavola senza limitarsi ad essere meri vini da degustazione.
Per gli Sfursat vale più o meno (più meno che più) lo stesso…
Preferisco chi come Ar.Pe.Pe ha deciso, piuttosto, puntare sulle riserve per valorizzare le sottozone e le particolarità della Chiavennasca.
Ciao
Fabio
@Fabio…
Appunto!!
Pensavo all’ “immaginario collettivo”…
Ti sei ritirato a vita “privata” però almeno ci leggi ;)
quando ci facciamo una bevuta insieme per confrontare e discuterne bicchieri alla mano? Cosi’ magari imparo da entrambi qualcosa di prezioso!!
a disposizione! :)
OK!