Di Pino Savoia
50 produttori di vini “naturali artigianali” uniti grazie ad una formula innovativa nella più importante fiera italiana del naturale. Seminari, degustazioni, confronti sulle nuove frontiere del vino ma soprattutto un obbiettivo di fondamentale importanza. Quello di portare un nutrito gruppo di produttori “bio artigiani” direttamente nel salotto buono del biologico italiano.
Tra l’altro per il settore vitivinicolo quest’anno 2009 sarà davvero cruciale, perché a livello europeo sta per essere varata la pima regolamentazione sul vino biologico, visto che oggi legalmente tale vino non esiste. Proprio per far sentire la voce unita dei produttori che i vini biologici li vogliono fare per davvero, Venerdì 11 Settembre alle ore 14,30, direttamente nell’elegante salotto dello stand BioQualiVino (Padiglione 22 Stand B 90 – C 21), verrà organizzato un convegno dal significativo titolo “Vino Bio: no, grazie!”, con la presenza della D.ssa Cristina Micheloni, responsabile del progetto europeo Orwine e della D.ssa Teresa De Matthaeis, responsabile del comparto vino Direzione generale per l’attuazione delle politiche comunitarie e internazionali di mercato del Mipaaf. Hanno confermato la loro partecipazione anche i presidenti delle associazioni VinNatur, Vini Veri, Triple A, La Reinassance du Terroir, Vini d’Artigianato. E’ gradita la presenza dei giornalisti e di chiunque vorrà intervenire! Per l’accredito al convegno compilare l’apposito form sul sito Enotime, invece per l’accredito stampa al Sana compilare l’apposito form sul sito del Sana.Un’occasione da non perdere per chi come me voglia approfondire argomenti per i quali non si può mai dire di saperne abbastanza…
Per chi voglia maggiori info sull’evento e sulle molteplici attività in esso organizzate consultare il sito www.enotime.it
Gli alimenti biologici sono pubblicizzati come nutrizionalmente superiori a cibi derivanti da altri tipi di agricoltura, ma questa e’ appunto una pubblicita’ di chi quei prodotti li deve vendere, reclamizzare o che ha interessi politici, economici o di tutela di posizioni dominanti del mercato. Manca a queste affermazioni una dimostrazione scientifica di tale pretesa superiorita’. Una estesa analisi britannica della letteratura scientifica internazionale del settore mostra come manchino dati, numeri e valutazioni scientifiche a sostegno di quella che al momento deve essere considerta come una credenza.
Nutritional quality of organic foods: a systematic review
Alan D Dangour, Sakhi K Dodhia, Arabella Hayter, Elizabeth Allen, Karen Lock, and Ricardo Uauy
ABSTRACT
Background: Despite growing consumer demand for organically produced foods, information based on a systematic review of their nutritional quality is lacking.: We sought to quantitatively assess the differences in reported nutrient content between organically and conventionally produced foodstuffs.
Design: We systematically searched PubMed, Web of Science, and CAB Abstracts for a period of 50 y from 1 January 1958 to 29 February 2008, contacted subject experts, and hand-searched bibliographies. We included peer-reviewed articles with English abstracts in the analysis if they reported nutrient content comparisons between organic and conventional foodstuffs. Two reviewers extracted study characteristics, quality, and data. The analyses were restricted to the most commonly reported nutrients.
Results: From a total of 52,471 articles, we identified 162 studies (137 crops and 25 livestock products); 55 were of satisfactory quality. In an analysis that included only satisfactory quality studies, conventionally produced crops had a significantly higher content of nitrogen, and organically produced crops had a significantly higher content of phosphorus and higher titratable acidity. No evidence of a difference was detected for the remaining 8 of 11 crop nutrient categories analyzed. Analysis of the more limited database on livestock products found no evidence of a difference in nutrient content between organically and conventionally produced livestock products.
Conclusions: On the basis of a systematic review of studies of satisfactory quality, there is no evidence of a difference in nutrient quality between organically and conventionally produced foodstuffs. The small differences in nutrient content detected are biologically plausible and mostly relate to differences in production methods.
Am J Clin Nutr doi: 10.3945/ajcn.2009.28041.
Salve a tutti. Ho letto solo la parte in italiano, purtroppo il mio inglese è pessimo però mi fido del fatto che ci sia scritto che manchino i dati scientifici.
A prescindere dal marchio biologico o biodinamico, c’è qualcosa di infallibile rispetto alle dimostrazioni scientifiche per valutare la bontà di un prodotto: il gusto. Almeno per chi è riuscito a conservarsi questo senso senza farlo inquinare eccessivamente dalla miriade di alimenti tossici che sono sul nostro mercato. Per cui io personalmente mi affido a questo ed oggi mi sono mangiata un fantastico – melone giallo – che non sa neanche cosa siano i trattamenti sistemici ma che ugualmente non ha un marchio biologico. Il sapore era così speciale che mi ha spinto adesso a scrivere su questo blog.
Malgrado il tuo <<(...) inglese pessimo>> hai colto il senso del riassunto: mancano i dati scientifici. Ed il senso del mio post era proprio quello.
In merito al gusto, convengo con te, perciò mangiati un’altra fetta di melone giallo alla nostra salute.
Quello che dici e’ vero, spesso vi sono aziende che approfittano del marchio bio,ma neanche e’ giusto che passi il messaggio(sono sicuro che non sia questa la tua intenzione) che tanto e’ lo stesso,perche’ se ti avvelenano ,non e’ lo stesso. Certo e’ che vi sono es. vini bio scadenti e’ biodinamici fantastici.E’ lo stesso per il cibo.Lasciamoci guidare dai nostri sensi, ma pressiamo perche’ vi siano piu’ controlli contro i furbi che in tal caso possono fare un danno alla salute di tutti