Di Salvatore Landolfo

verticale-contrade-taurasi.jpgSi proprio una grande intuizione è già da tempo, infatti,  che si vive un desiderio di ritorno al passato con vini che grazie a Dio devono sempre più rappresentare le loro origini e soprattutto la materia prima di provenienza.Il tutto è iniziato con il viaggio che dalla SS.Telesina porta a Castelvenere, sede dell’evento, un susseguirsi di splendide e ben curate vigne che portano questo comune ad essere il più vitato della Campania e forse d’Italia. Arrivati in loco, un rapido sguardo agli stands dei produttori ( colpisce la sistemazione sobria, quasi a sottolineare lo stile con il quale i produttori vogliono far esprimere i propri vini) e poi lo scenario coinvolgente, un pergolato di vite, per la degustazione d’apertura: una verticale di Taurasi dell’Azienda Contrade Taurasi di Sandro Lonardo. Tale degustazione denominata “Un Viaggio Rosso 1998-2005” magistralmente condotta da in ordine di apparizione Mauro Erro – direttore tecnico, Tommaso Luongo – degustatore AIS e delegato AIS Napoli, Maurizio De Simone – enologo dell’azienda, Luciano Pignataro – ideatore della manifestazione.Le annate degustate sono state in ordine 2005, 2004, 2001, 2000, 1999, 1998.Si è subito sottolineata la serietà dell’Azienda che nelle annate 2002 (pessima annata, prodotto solo l’Aglianico) e 2003 (annata dalla bassa resa, prodotto solo il Riserva) non ha inteso ostentare realizzazioni di Taurasi non all’altezza delle aspettative.Siamo partiti con il 2005 che si deve considerare un anteprima visto che il vino viene fatto affinare ben 12 mesi dopo essere imbottigliato quindi sarà in commercio solo dal prossimo Novembre. Come sottolineato da Tommaso Luongo che guidava la degustazione i tannini giovani erano in evidenza e tale situazione nascondeva ancora tutti i pregi del vino che fra qualche anno sarà sicuramente più gradevole. Passando al 2004 si è subito notato all’olfatto ed in bocca un sentore affumicato che come spiegatoci da Maurizio De Simone non è da attribuire ai contenitori di legno ma bensì dalla vendemmia “tardiva” effettuata il 16 Novembre per motivi climatici che ha portato all’inspessimento delle bucce che quindi hanno conferito tale sentore al vino, anche questo vino potrà essere meglio gustato tra qualche anno. Si è passati al 2001 stavolta il quadro era più ampio arricchito da spezie ed erbe aromatiche ottenuto da una vendemmia con 5 passaggi in vigna quindi massima accuratezza nel raccolto di uve allo stesso grado di maturazione, quest’annata è stata quella nella quale si è decisa la strategia di realizzazione degli attuali vini. Poi passati al 2000 si è notato come elemento principale la concentrazione. Poi il 1999 definito per questa Azienda l’anno della svolta. Tale vino utilizzato per una grande manifestazione dell’AIS Campania in occasione del gemellaggio con i cugini sommeliers monegaschi (qui), presentava uno spiccato fondo minerale impreziosito da sentori agrumati. Per chiudere l’annata 1998 non più in commercio anch’essa di notevole spessore. Tutti i vini hanno palesato nel bicchiere una notevole brillantezza che dimostra la salute dei vini stessi nonché la diversità e quindi il “timbro” di ogni annata definito dall’enologo l’incrocio di fattori quali l’uomo, il clima, il terreno,la vite, l’anno, la cantina, e tanti altri che i francesi definiscono in una sola parola Terroir (rigorosamente con la T maiuscola). Per finire un solo appunto i vini dal 2000 in giù andavano decantati ma a mio avviso anche questa cosa è stata voluta dagli organizzatori per dare il giusto senso a questa manifestazione.Finito il “Viaggio Rosso” si è passati alla degustazione delle altre “piccole” Aziende previste. I vini tutti assaggiati e tutti particolari non stiamo qui a raccontarli bensì si sottolinea la presenza del gotha informativo e giornalistico dell’enologia campana e la presenza di alcuni produttori “grandi” anche loro partiti da piccole vigne come Terre del Principe con Manuela Piancastelli e Peppe Mancini, Carbone con i fratelli omonimi, Cantina degli Astroni con Emanuela Russo, che erano presenti anche se non partecipanti diretti della kermesse, grazie ai quali si è avuto qualche simpatico siparietto degustativo.Una manifestazione quindi dall’elevato contenuto emotivo ed informativo per conoscere realtà che in futuro sicuramente saranno alla ribalta sullo scenario enologico nazionale pertanto si consiglia di tenerle d’occhio e semmai fare una visita in questi interessanti paradisi enologici.

Foto: Adele Chiagano

Le aziende presenti: Agricola San Giovanni (Castellabate, Cilento), Bianchini Rossetti (Casale di Carinola, Ager Falernum), Brunigi Galco (Cascano, Ager Falernum), Carlo Zannini (Falciano del Massico, Ager Falernum), Cantine dell’Angelo (Tufo, Irpinia), Cantina Giardino (Ariano Irpino), Capizzi (Piedimonte di Sessa Aurunca, Ager Falernum), Centrella (Torrini, Irpinia), Eleano (Rionero in Vulture, Lucania), Il Cancelliere (Montemarano, Irpinia), Le Vigne di Raito (Raito, Costa d’Amalfi), Michele La Luce (Ginestra, Lucania), Monte di Grazia (Tramonti, Costa d’Amalfi), Musto-Carmelitano (Maschito, Lucania), Paonessa (Sessa Aurunca, Ager Falernum), Raffaele Moccia (Agnano, Napoli), Regina Viarum (Falciano del Massico, Ager Falernum), Taffuri Pouchan (Ponza), Trabucco (Carinola, Ager Falernum), Varriale (Posillipo, Napoli), Volpara (Sessa Aurunca, Ager Falernum), Zullo (Orsara di Puglia).