di GERARDO AUSIELLO
NAPOLI (28 agosto) – Quattro milioni e mezzo di euro per dar vita all’enoteca regionale a Città della Scienza. Sono i fondi investiti da Palazzo Santa Lucia nel tentativo di centrare un obiettivo inseguito da tempo: la creazione di un luogo dove valorizzare i vini campani. Per farlo, la giunta presieduta da Antonio Bassolino affida all’ente di Bagnoli – attraverso la delibera 1332 del 31 luglio scorso proposta dall’assessore all’Agricoltura Gianfranco Nappi – «la progettazione definitiva, la realizzazione e la gestione» della struttura. I fondi serviranno per gli studi di fattibilità (500mila euro), il fitto degli spazi necessari (un milione), gli allestimenti (500mila euro), il piano di comunicazione (500mila euro) e ancora il servizio «vino a domicilio» (200mila euro) nonché i costi di gestione per tre anni (un milione e 800mila euro).Contestualmente allo stanziamento delle risorse, l’esecutivo revoca la delibera del 6 agosto 2008 con cui si procedeva all’acquisizione del 50% di «Città del gusto», società composta da Città della Scienza e dal Gambero rosso che si occupa di promuovere attività enogastronomiche e ricreative. «Si demanda a successivi atti, a seguito di ulteriore istruttoria – si legge nel provvedimento – la decisione sull’eventuale acquisizione delle quote».Tramonta definitivamente, inoltre, l’idea di comprare un palazzo in centro da destinare a congressi, eventi e alla stessa enoteca regionale: la giunta era disposta a investire oltre 24 milioni, importo pari al valore dell’ex albergo Universo di piazza Salvo d’Acquisto messo sul mercato.Tuttavia due bandi sono andati deserti e l’operazione non è mai decollata. Da qui la scelta di puntare sulla struttura di Bagnoli. Con quest’iniziativa Bassolino e Nappi investono sulla filiera vitivinicola che viene considerata strategica: «In Campania il valore di questi prodotti ha raggiunto gli 83 milioni di euro, pari al 3% della quota nazionale – è scritto nel progetto allegato alla delibera – Il settore può rappresentare, dunque, un volano di sviluppo per il territorio».Ma l’operazione non convince gli imprenditori dell’associazione «Napolipuntoacapo»: «Si tratta dell’ennesimo spreco di risorse – tuona Sergio Fedele – Mesi fa denunciammo la stessa operazione che si ripete ciclicamente e cioè risorse affidate direttamente a Città della Scienza per compiti lontanissimi da quelli previsti dal suo statuto: prima l’inventario degli immobili regionali e ora il vino». «Sarebbe stato più utile assegnare questo compito al mondo dell’impresa che avrebbe certamente saputo curare in maniera più opportuna la promozione» insiste Ninni De Santis.Immediata la replica dell’assessore Nappi: «È un provvedimento importante che consente di dare finalmente concretezza all’idea di un’enoteca regionale anche con due articolazioni provinciali. Nella mission di Città della Scienza ci sono la promozione e la valorizzazione dei territori del gusto e a questo fine l’ente di Bagnoli ha già realizzato con Gambero Rosso una società specifica. I gestori delle enoteche saranno inoltre selezionati sulla base di gare con procedure di evidenza pubblica nel più rigoroso e ovvio rispetto della legge. Davvero non vedo come, dove e per cosa si possa aprire una polemica quando si fa un passo in avanti in chiave internazionale per valorizzare una delle eccellenze del sistema culturale, oltre che economico, campano: il vino».Dello stesso avviso i presidenti delle commissioni Attività produttive Giuseppe Sarnataro e Agricoltura Sebastiano Sorrentino: «Al di là delle polemiche fuori luogo, ci troviamo di fronte a un progetto utile che può portare nuovi vantaggi alla nostra regione in questo settore, come peraltro auspicato dagli imprenditori del comparto. Siamo comunque disponibili a un confronto nel merito per spiegare agli scettici le motivazioni alla base dell’iniziativa».
Fonte: Il Mattino on line
Che il vino sia un formidabile strumento per la conoscenza e la promozione del territorio è ormai un dato di fatto. L’Enoteca Regionale (di cui si parla da anni…speriamo che stavolta sia quella buona!) è, in questo senso, una straordinaria opportunità non solo per il comparto del vino ma per tutta la filiera enogastronomica, turistica ed agricola ( settori talmente intrecciati da poter essere considerati un unicum). Attendiamo fiduciosi auspicando che l’Ais Campania possa essere coinvolta in quest’iniziativa al fine di contribuire con la propria professionalità e competenza alla valorizzazione del vino campano con tutto ciò che ne consegue…(T.L.)
Avessimo noi, in Francia, tutto questo benessere … Sicuramente non esisterebbe il dilemma : come, dove, quando e chi !
@Gennaro: Fortunatamente però Gennaro in Francia non avete ne Bassolino ne tantomeno Nappi. Mal comune mezzo gaudio!!!
guido, stavo contando i secondi… :-)
Franco sono un tantinello prevedibile e prevenuto vero?
assolutamente no… anzi i tuoi commenti sono spesso acqua fresca in giorni torridi, smuovono l’afa e la stagnazione dei pensieri :-)
A verità è che me vuò tropp ben…;-)