Copiamo ed incolliamo su gentile concessione di Francesco Agostini (nella foto), un monumentale trattato sui vini di Jos. Christoffel jr. Un dettagliato racconto delle due mitiche verticali guidate da Francesco in occasione della sua recente visita a Napoli (T.L.)
Di Francesco Agostini
L’occasione di parlare di questa azienda e’ nata dall’invito da parte dell’ AIS di Napoli di proporre una serata sul vino tedesco. La mia scelta e’ caduta su una verticale di Űrziger Würzgarten Auslese dell’azienda Jos. Christoffel jr., azienda che ritengo esemplare per descrivere la qualita’ dei vini della Mosella, oltrettutto con la possibilita’ di una notevole profondita’ di annate fra le quali scegliere, per percorrere la straordinaria e longeva storia del Riesling nel suo invecchiamento. Programma completato da una successiva serata presso l’enoteca Divinoinvigna di Mauro Erro, sempre a Napoli, con una verticale di 15 annate di Erdener Prälat Auslese, con la quale abbiamo proseguito nell’approfondimento del produttore.
LE DEGUSTAZIONI.
La serata organizzata in maniera splendida dall’AIS di Napoli si e’ tenuta il 26 Giugno 2009 presso il prestigioso Hotel Romeo, struttura davvero ideale per una degustazione. L’ ambiente e la gestione della serata su livelli di valore assoluto da parte dell’AIS Napoli, ha permesso davvero di degustare al meglio i vini, e l’animato dibattito con i molti partecipanti ha dato un chiaro segno dell’interesse suscitato per i vini proposti. Assieme a me hanno presentato la serata Tommaso Luongo (Delegato dell’AIS Napoli) e Fabio Cimmino, giornalista, uno dei migliori conoscitori dei vini della Campania. La successiva serata, il 27 Giugno 2009, altrettanto ben organizzata, con in piu’ una bella serie di abbinamenti gastronomici, si e’ svolta presso l’enoteca Divinoinvigna di Mauro Erro, in via Sigmund Freud 33/35, al Vomero, a Napoli, un luogo davvero speciale, irrinuciabile per un appassionato che voglia andare al di la’ di scelte scontate. E Mauro ben chiarisce la filosofia che guida le sue scelte sul blog (il viandante bevitore) “I vini che rincorro per l’Italia sono, dunque, eccezioni alla melanconica regola: vini tra i pochi, tra gli ultimi, che non siano soltanto un nome e niente di piu’”.
VERTICALE ŰRZIGER WURZGARTEN AUSLESE 3 STELLE
2005 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-06. Giovanissimo, aperto su ricche sensazioni fruttate primarie, tipiche, in bocca una bella struttura e concentrazione. Si percepisce che avra’ una evoluzione bellissima.
2001 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-02. Naso in chiusura, aromi sponti, animali. In bocca struttura rigorosissima, molto buona, ben persistente, davvero. Un vino che promette di essere straordinario , quando il naso si riaprira’ sulla sua complessa palette di aromi, accompagnando la bellissima bocca.
1996 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-97. Naso davvero interessante, forse il piu’ bello, purissimo, molto delicato, e bisogna lasciarlo un po’ nel bicchiere perche’ si sviluppi, con innata eleganza. In bocca acidita’ viva, che rende rigorosa, e ancora monolitica la beva.
1995 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-96. Al naso dopo un po’ si apre su sensazionali sensazioni di pompelmo, e cedro candito. E’ il vino che segna la svolta della serata, dal punto di vista aromatico, e fa gia’ intravvedere la potenzialita’ e complessita’ aromatica che hanno questi vini dopo la riapertura. Si sente anche un po’ di botrytis, che ne aumenta la complessita’ al naso. In bocca gioca piu’ sensazioni equilibrate che sulla tensione acida.
1994 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-95. Gran vino. Al naso e’ in fase di chiusura, trapelano le spezie tipiche del vigneto, il timo, in bocca struttura monumentale e lunghissimo. Ancora freschissimo, si puo’ facilmente prevedere un ulteriore crescita all’invecchiamento, Il 1994 e’ stata una favolosa annata per Jos. Christoffel jr, in una annata di gran qualita’ per la Mosella.
1990 Űrziger Würzgarten Auslese *** AP 5-91. Molto chiuso al naso, anche dopo permanenza nel bicchiere non mostra segni di aperture, in cio’ in linea con molti ‘90 assaggiati. La poca botrytis, associate ad una rigorosa struttura acida ha reso questo vino ancora molto reticente a concedersi. La bocca e’ molto consistente.
1988 Űrziger Würzgarten Auslese ** AP 5-89. Era l’unico due stelle. Sara’ anche un due stelle, ma e’ tuttavia un gran bel vino che non sfigura, anzi, rispetto ai suoi colleghi. Al naso ha sviluppato belle note esotiche complesse, tipiche del vigneto, in bocca e’ estremamante elegante e lunghissimo. Come tutti gli altri vini, denota una notevole freschezza e propsettive di ancora un lungo cammino di fronte a se’.
VERTICALE ERDENER PRÄLAT AUSLESE 3 STELLE
2007 Erdener Prälat Auslese *** AP 9-08. Inizialmente un po’ sponti al naso, aromi freschi, frutto elegante, poi assume pienezza, e sviluppa un mango bellissimo, chiude con note di pompelmo. In bocca si sente la ricchezza del Prälat, ma l’eleganza del produttore e l’annata gli danno una notevole bevibilita’.
2005 Erdener Prälat Auslese *** AP 8-06. Si apre subito sulla frutta tropicale, naso profondo, con aromi ricchi. Corrispondentemente ricchissimo in bocca, buonissimo davvero, grande struttura e tensione in bocca, grande persistenza. Grandissimo vino.
2004 Erdener Prälat Auslese *** AP 8-05. Caramello, aglio, aromi sponti, nocciola, qualche nota dii zafferano, il tutto in mix in un naso chiusissimo, che lascia poi trapelare la buccia di pompelmo. In bocca e’ un po’ stretto a centro bocca, chiuso da una acidita’ molto in evidenza, lascia trapelare poca dolcezza, e presenta una buona persistenza.
2003 Erdener Prälat Auslese *** AP 5-04. Naso ricco davvero, profondo, frutta surmatura al naso. Annata di poca acidita’, l’impatto in bocca invece mostra una percepita presenza acida.
2002 Erdener Prälat Auslese *** AP 5-03. Naso inizialmente lattico, poi esprime note prima eleganti e poi mature, vino che piano piano comincia ad esprimersi cosi’ come dovrebbe, si sentono le spezie, poi esce il pomplemo, e sentori di cera. Bocca molto elegante e complessa, grande equilibrio, molto lungo. Vino davvero interessante.
2001 Erdener Prälat Auslese *** AP 5-02. Al naso chiuso alla morte inizialmente, poi si percepiscono sensazioni profonde e al tempo stesso complesse. Bocca tostissima, notevole tensione e concentrazione che ti prende e non ti molla, sapido, molto lungo, gran bella struttura in bocca. E’ un gran vino gia’ da adesso in bocca, il giorno che tornera’ a riaprisi al naso, per dare ancor piu’ mostra del valore della grande annata dal quale proviene, sara’ irresistibile. Da tenersi a lungo in cantina
2000 Erdener Prälat Auslese *** AP 6-01. Naso un po’ medicinale iniziale, poi note mature, belle rotonde, botrytis, un po’ di cenere, e poi note mielose. Note di botrytis anche in bocca, molto succoso davvero, ma non lunghissimo, in bocca e’ sufficientemente strutturato, oltrettutto considerando l’annata, non buona in Germania, e risulta molto equilibrato nelle sue componenti. Bel vino.
1999 Erdener Prälat Auslese *** AP 3-00. Dolci note, velate, ricchissime, frutta matura, merendina all’ albicocca, frutta rossa, molto puro. Paga un po’ in bocca, un po’ calda, si percepisce una bassa acidita’, ed e’ l’unico con note gia’ evolute.
1998 Erdener Prälat Auslese *** AP 5-99. Naso ancora chiuso, sponti, in bocca vivo con un po’ di carbonica in bocca, poi risulta molto puro. In bocca non vive di una gran concentrazione, ma sulla sua succosita’, e risulta sufficientemente lungo.
1996 Erdener Prälat Auslese *** AP 8-97. Iniziali note lattiche e terrose, territoriali, che poi diventano purissime di frutto, raffinato davvero, bellissimo. In bocca acidita’ molto evidente, ma non fasitidiosa, anzi! Davvero molto agrumato in bocca, gran sapidita’, bocca che balla bene fra il dolce e l’acido, e sensazioni che si rincorrono, e lo portano molto in la’, davvero persistente!
1994 Erdener Prälat Auslese *** AP 10-95. Grande gia’ da subito, in partenza, il naso, che si esprime subito profondo e complesso, ha tutto davvero: botrytis,frutto pieno, multifaccettato, sempre su sensazioni di frutta esotica. Ma e’ in bocca che e’ stratosferico: grande armonia, grandissima eleganza, grandissima compressione, ma non deborda, e si mantiene sempre sulle note di eleganza che questo produttore sa dare!. Vino grandissimo, e straordinaria interpreatazione dell’annata, a casa Christoffel.
1993 Erdener Prälat Auslese *** AP 9-94. Bellissimo, complesso davvero al naso! Il grande naso del Prälat si sente. In bocca e’ invece e’ piu’ diretto, risulta un po’ crudo per l’acidita’ evidente, ma ha una buona persistenza.
1992 Erdener Prälat Auslese *** AP 10-93. Naso un po’ velato inizialmente, poi si apre su una frutta bellissima, pura davvero! In bocca e’ equilibrato, con acidita’ in evidenza.
1988 Erdener Prälat Auslese *** AP 8-89. Al naso davvero diverso rispetto agli altri. Inizialmente agrume verde, lime, poi cedro, il tutto accompagnato da note balsamiche, clorofilla, pino silvestre, resina, menta, e note di clorofilla. In bocca davvero serio, tosto, acidita’ per presente, sapidissimo, grande struttura, interessantissimo, davvero pesistente!!!
2006 Erdener Prälat Auslese GK *** AP 6-07. L’apoteosi, volutamente tenuto per ultimo, era dagli anni settanta che Kajo Christoffel non faceva un tre stelle goldkaspel (precedentemente chiamato 5 stelle). L’eccezionalita’ del vino si percepisce gia’ da subito, naso concentrato, di ricchezza incredibile, diventa poi enorme, avvolgente davvero, incredibile. La cosa esaltante e’ che questa ricchezza si offre con una notevole complessita’ degli aromi: ci sono, ad esempio, anche agrumi: cedro, pompelmo dolce, che aggiungono vividezza alla base di frutto tropicale!!! Grandissimo in bocca, cremoso, grandissima concentrazione, strutturatissimo, molto grande. Esaltazione del Prälat.
A CONSUNTIVO DELLE SERATE
Detto precedentemente della ottima organizzazione delle serate e della piacevolezza della compagnia, per quanto riguarda i vini, si e’ avuta la conferma di un produttore notevolissimo con una coerenza stilistica eccezionale, che con una serie di qualita’ molto alto ha declinato negli anni la storia vitivinicola della Mittel Mosel. Avvertenza: tali vini necessitano di un considerevole tempo nel bicchiere per permettergli di sviluppare tutto il loro raffinato e complesso bagaglio aromatico, cosi’ come abbiamo fatto. Percio’ (devo dire facendo un grosso sforzo) e’ opportuno non avere fretta a finire il bicchiere…. Sicuramente la decantazione e’ un ottimo alleato per questi vini.
APPENDICI
I VIGNETI
Űrziger Würzgarten.
Il giardino delle spezie (questo e’ il significato di Würzgarten), e’ un vigneto forse unico, nel suo tipo, in Mosella. Situato accanto al Erdener Treppchen ed il Erdener Prälat, copre 56 ettari, l’ Ürziger Würzgarten contiene ardesia rossa e grigia, con arenaria rossa, e minerali di provenienza vulcanica, atipici per la Mosella centrale. Ha un’elevata pendenza, con esposizione sud-est e sud. Probabilmente per la composizione mineralica atipica, e per la presenza di terreno vulcanico, i riesling del Würzgarten hanno uno spettro aromatico diverso dai cru di ardesia grigia o blu. Presentano profumi esotici e speziati, di grande complessita’ e profondita’, spesso opulenti, molto complessi, con note di fragola in evidenza. Il nome del vigneto connota questa ricchezza aromatica. Il vigneto e’ una grande parete vitata, e come tale la qualita’ delle parcelle, pur nei livelli dell’eccelenza espressi dal vigneto, e’ molto varia.
Erdener Prälat
Il venerabile vigneto del “Prelato” (che appare in molte delle etichette con tanto di calice di vino, ma non in quella di Jos Christoffel Jr.), e’ leggendario per gli amanti del vino. In soli due ettari, questo vigneto raccolto fra pareti ardesia rossa, a picco sulla Mosella, con esposizione sud-ovest, ha saputo contruirsi la sua fama. La conformazione, che permette di raccogliere al meglio il calore del sole, ha prodotto vini ricchi di aromi anche di frutta tropicale, con una estrema razza e austerita’ in bocca. E’ davvero emozionante fare una passeggiata da Űrzig salendo sul Würzgarten, attraversare tutto il Prälat fino al Treppchen, ammirando i vigneti “impossibili”, a strapiombo, quasi da vignetta di Mordillo. La civilta’ della cultura della vite, in queste regioni, ha fatto mettere, nei punti “topici” del percorso, panchine sulle quali e’ piacevole sostare per godersi memorabili panorami sul fiume, con lo scorrere delle chiatte e straordinari tramonti. Attenzione pero’ alle scottature, l’ardesia non perdona……
QUALCHE NOTA SULLE ANNATE
2007. Annata bellissima davvero il 2007. Vini succosissimi, bevibilissimi, con perfette maturazioni, con frutta molto pulita e in bella evidenza al naso, il tutto accompagnato da una precisa e raffinata mineralita’. Acidità ottime (7-7,5) ma acidità tartarica piuttosto che malica, quindi grande piacevolezza di beva, e ottime strutture. Gli acini sono stati piccoli con bucce spesse. Poca botrytis, frutto pulitissimo dicevo, vini filigranati, molto succosi, e ben persistenti. Sono Vini da berne a secchi, ma con l’acidità e la struttura che hanno e’ prevedibile che avranno una bella vita davanti.
2006. Bella annata, a record per il breve tempo di vendemmia, sotto la pressione della botrytis, e le bassissime rese. Annata molto calda, funestata da insistenti pioggie e grandinate a settembre. Inizio raccolta a inizio ottobre, terminata nel giro di 2 settimane, sotto bel tempo. Come risultato valori oechlse altissimi , con grande presenza di botrytits, accompagnati da belle acidita’.
2005. Grande annata Settembre meraviglioso. Nasi molto a fuoco, bella struttura, molto puliti, frutto molto buono.
2004. Annata abbastanza fredda. Vini equilibrati, freschi. Bei spätlese. E’ l’annata degli spätlese. Simile al 2002, anche se forse il 2002 e’ superore (vini con maggiore struttura).
2003. Annata ricchissima decisamente. Gradi oeschle pazzeschi, bassa acidita’. Nasi a volte di frutta surmatura, basse acidita’ bocca ricca, zuccherina. Annata caldissima, e molto secca. Si sono raggiunti i top valori termici!!!!
2002. Annata equilibrata in sostanza. Di buona eleganza.
2001. Grande annata, con vigorosa cidita’ matura. Frutto brillante, maturo ma fondamentalmente minerale. Estate relativmante calda, con una certa mancanza di acqua. Poi un settembre freddo e piovoso, ma ci fu uno splendido ottobre. Uve con bucce molto spesse, e poco succo.
2000. Annata problematica,vini corti, con poca sostanza.
1999. Vini abbastanza leggeri, con tanta botrytis.
1998. Annata con ottimi spatlese e splendidi eisweins. Solida struttura acida, che ha fatto vini molto eleganti, e di buona durata.
1996. Annata fresca con vini in Mosella di fortissima acidita’. Frutto purissimo, uve molto sane (pochissima botrytits).
1995. Vini densi riccchi, con tantissima botrytis (bella), con acidita’ integrata, e molta sostanza.
1994. Grande annata. Annata molto ricca, ma allo stesso tempo con importante struttura acida, vini con ottima tensione, molta botrytis.
1993. Annata, che e’ molto buona, e’ stata oscurata dal fatto che negli anni Novanta ci sono state tantissime buone annate. La raccolta si e’ protratta a lungo, non si sono avute grandi concentrazioni.
1992. Buona, con vini che maturano velocemente, spesso vini leggeri.
1990. Una grande annata , classica, di razza, vini che si manterranno davvero a lungo. Il ’90 poi e’ stata un’annata con poca botrytis, che generalmente favorisce la transizione fra le due fasi di apertura, e solo adesso i vini cominciano ad aprirsi.
1988. Vini austeri, eloquenti, e pero’ con un davvero bell’equilibrio. .
LA MOSELLA
La regione prende il nome dal fiume che la attraversa, la Mosella, che nasce in Francia nei Vosgi (in Alsazia) e entra in Germania piu’ o meno dal Lussemburgo (Alta Mosella), e confluisce nel Reno a Koblenz (Bassa Mosella). Il fiume e’ stato sempre, nei secoli, importantissima via di commercio, e gia’ i Romani iniziarono la viticoltura (Trier, l’antica Treviri, conserva nel suo museo una tavola di marmo con scolpita una nave vinaria romana), giustamente considerando la regione come estremamente vocata. In effetti la Mosella, scavando profondamente il terreno con ampie anse, permette perfette esposizioni, e protezione dai venti che battono la sovrastante regione, l’Unsruck (per i cinefili famosa per la saga Heimat) anche perche’ tutti i vigneti sono cimati da protettivi boschi, che forniscono anche la giusta quantita’ d’acqua. L’origine della Mosella risale al periodo Devoniano, 300 milioni di anni fa, quando estreme forze tettoniche portarono alla metamorfizzazione dei terreni sedimentari in ardesia. La tipica ardesia della Mosella e’ grigia e blu, ma alcune volte le inclusioni ferrose hanno portato ad un colore rossastro. La Mosella e’ molto marginalmente toccata dalla presenza di terreni vulcanici – l’ Űrziger Würtzagarten e’ una notevole eccezione -, che invece sono sempre piu’ diffusi ma mano che ci si sposta ad est, nella regione della Nahe e successivamente nel Pfalz (Palatinato) nel quale invece sono predominanti. Il vitigno incontrastato re della Mosella e’ il Riesling renano.
LA COLTIVAZIONE DELLA VITE IN MOSELLA
Di tradizione bimillenaria, gia’ iniziata dai Romani, si e’ protratta nel corso dei secoli, sin ad arrivare, verso la fine dell’Ottocento, ad essere una delle regione vinicole piu’ importanti d’Europa. Traben-Trarbach era la capitale vinicola di questa regione, e gli straordinari edifici Jungenstil (Art Nouveau) di inizio Novecento sono a testimoniare questo periodo florido, quando era seconda solo a Bordeaux, per il traffico dei vini. Poi inizio’ la decandenza, con la nascita di altri mercati, e la seconda guerra mondiale diede un ulteriore durissimo colpo. Da questa situazione solo relativamente recentemente e’ rinata l’attenzione del mercato per questa regione, che oggi e’ giustamente ritornata ai vertici dell’interesse mondiale. Gli scoscesi terreni, le esposizioni favorevoli permesse dalle ampie anse della Mosella, che scorre da sud ovest a nord est, l’ardesia che trattiene il calore, e la vicinanza del fiume, che riflette la radiazione solare, la protezione dai freddi venti, permettono un microclima speciale che favorisce le maturazioni, a queste latitudini, fino ad autunno inoltrato (le vendemmie procedono anche fino a fine novembre). Inoltre ci sono forti escursioni termiche fra giorno e notte e i vigneti godono di una estremamente lunga stagione per la maturazione delle uve, anche piu’ di 150 giorni, il che permette di sviluppare lo straordinario e complesso profilo aromatico tipico di questi vini. Se tutto cio’ porta a straordinarie condizioni per permettere una viticoltura di qualita’, questo porta anche ad una estrema difficolta’ di gestione dei vigneti, e a tipi di allevamento del vigneto adatti alla situazione. Infatti l’allevamento e’ a palo singolo (Einzelpfahl), alto un paio di metri, che fra l’altro permette anche un ottimo punto di presa, e per superare le temibili pendenze (che possono raggiungere anche il 70%, come nel caso del vigneto Bremmer Calmont), con terrazzamenti presenti solo nella zona terminale (la Terrassen Mosel) , alcuni vigneti hanno monorotaie a cremagliera. Ma l’uomo qui ha sviluppato anche una notevole abilita’ a gestire e a lavorare in questi terreni, che in piu’ avviene quasi fila di pali per fila di pali, perche’ la lunga storia della viticoltura, e le frammentazioni causate dalle varie vicende ereditarie familiari, ha portato ad una situazione dove c’e’ un’alternanza di proprieta’ quasi filare per filare (il proprietario viene spesso viene indicato con targhette metalliche in cima alla fila dei pali). Una eccezione a cio’ e’ quando alcune comunita’ di produttori di vino, per permettere una piu’ razionale gestione dei terreni, hanno trovato un accordo (Flurbereinigung) nello scambio dei vigneti, e nel riassegnazione e successivo reimpianto di parcelle piu’ accorpate. Per quanto riguarda i vigneti, bisogna considerare che la filossera ha trovato un terreno ostile nella drenante ardesia, e quindi la maggioranza dei vigneti e’ ancora su piede franco, di eta’ in media notevole, e non e’ raro trovare vigne anche centenarie. Solo in tempi recentissimi la legislazione ha vietato di impiantare a piede franco, ma i reimpianti coivolgono comunque solo la sostituzione di piante non piu’ produttive, piuttosto che ampi reimpianti (la eccezione a cio’ e’ il gia’ menzionato Flurbereinigung). Inoltre il terreno arido dell’ardesia obbliga le radici ad andare ben in profondita’ per trovare l’acqua e il nutrimento; il che, assieme al fatto che la maggior parte dei vigneti e’ su piede franco e di eta’ piuttosto elevata, con una storia di viticoltura pluricentenaria, porta a sviluppare una inconfondibile impronta minerale e territoriale ai vini, con profonde diversita’ fra vigneti e vigneti, anche separati da poche centinaia di metri. La vendemmia e’ in genere molto lunga (dura fino a due mesi e piu’) e vengono fatte varie passate nei vigneti per ottenere vini di diversa qualita’ e a grado zuccherino sempre piu’ concentrato, anche per il progressivo aumento di acini botrytizzati. l’ultima “passata” avviene verso Natale, quando si si raccolgono i grappoli ghiacciati dalle parcelle dedicate agli eiswein. Non in tutti gli anni si riesce ad avere la botrytits, e ogni produttore ha il suo stile, e non necessariamente e’ interessato a vini molto botrytizzati, e neppure gli eiswein si riescono a produrre tutti gli anni, infatti richiedono un clima secco e rigido per riuscire al meglio (le uve devono ghiacciare). Quando si decide di provare ad avere gli eiswein, allora si scelgono le parcelle piu’ vocate (tipicamente in zone basse piu’ prone alle ghiacciate) lasciando su il doppio dell’uva rispetto a quanta si lascia per i vini normali, considerando che tipicamente si avra’ una perdita di circa 50% dei grappoli per vari motivi. In Mosella sono presenti due associazioni di produttori: The Verband Deutscher Prädikats- und Qualitätsweingüter e.V. (o VDP) che associa produttori dedicati a produrre vini di alta qualita’, il Bernkasteler Ring, che raccoglie principalmente i produttori della zona della Mosella Centrale (attorno alla cittadina di Bernkastel). Per quanto l’essere associato al VDP (il logo appare nelle capsule dei vini) o al Bernkasteler Ring dia una migliore garanzia di qualita’, cio’ non porta ad escludere la presenza di grandi produttori non associati, e Jos. Christoffel jr. e’ infatti uno di essi.
NOTE IMPORTANTI PER DEGUSTAZIONE.
I vini della Mosella, ma piu’ in generale cio’ accade ad ogni Riesling tedesco, passano attraverso varie fasi nella loro evoluzione. E’ opportuno sapere cio’, per poter decidere il momento giusto per aprire le bottiglie, per avere una maggiore possibilita’ di sentirli al meglio (queste sono regole generali, e come tali vanno prese con giudizio). C’e’ una fase iniziale che dura 2-3 anni nel quale i vini mostrano il loro fascino primario, con purezza di frutto; poi si passa progressivamente ad una fase di chiusura aromatica, nella quale il gusto offre prevalentemente sensazioni dolci e acide; e successivamente si passa ad una nuova fase, di maturita’ (che inizia dagli 8 -20 anni dalla vendemmia), nella quale i profumi si sviluppano splendidamente complessi e integrati nella mineralita’, nel frattempo il residuo zuccherino e l’acidita’ si integrano perfettamente, con una progressiva, man mano che si procede con l’invecchiamento, riduzione della dolcezza. Pian piano poi il frutto lascia spazio a note terziarie che e’ difficile definire, appaiono note di camomilla, incenso, e balsamiche. Questi vini reggono, anzi spesso crescono, lunghissimi invecchiamenti: vini di 50 anni e piu’, soppratttutto dalle grandi annate, si bevono ancora con gran piacere (e fra l’altro si possono ancora reperire abbastanza facilmente sul mercato).
Dicevano sono regole generali perche’ poi dipende dall’annata, dal prädikat , dallo stile di vinificazione del produttore (alcuni produttori fanno vini pensati specificatamente per dare il meglio dopo prolungato invecchiamento), dal contenuto di botrytis (che normalmente piu’ aumenta e meno rende problematica la fase di chiusura), e ovviamente da come sono state tenute le bottiglie, anche se il Riesling e’ un vino che “perdona” anche trattamenti non proprio ideali.
LE MILLE QUALITA’ DEL VINO TEDESCO E COME SI LEGGE UNA ETICHETTA
Pur con eccezioni, l’etichetta, che parrebbe estremamente complessa, e’ invece molto chiara e da’ la possibilita’ di identificare perfettamente il prodotto. Per una maggiore comprensione e’ opportuno parlare anche della classificazione dei vini tedeschi.
Parlando al momento solo delle parti piu’ interessanti dell’etichetta, e per i vini di QmP e QbA che sono al top della piramide qualitativa tedesca, il nome del vino e’ cosi’ composto: il primo nome e’ dato dal paese, con il suffisso–ER, dove vi e’ il vigneto, il secondo nome e’ quello del vigneto, il terzo nome definisce la qualita’ del vino (il prädikat). In alcuni casi, il vigneto e’ considerato cosi’ importante e famoso, che il nome del paese puo’ essere dispensato. Un esempio e’ lo Scharzofberg nella Saar. Ad un vino demi –sec viene aggiunta in etichetta una scritta (Halbtrocken o feinherb), e al vino secco la scritta Trocken. Piu’ sotto, in piccolo, e’ riportato il numero di AP Number (AP Nr.). Infine c’e’ l’indicazione se e’ stato imbottigliato in azienda. In tal caso in etichetta c’e’ la parola Erzeugerabfüllung (imbottigliato in azienda).
CLASSIFICAZIONE DEI VINI TEDESCHI
La legge del 1971 ha diviso i vini tedeschi in tre qualita’. La prima Tafelwein (vini da tavola) e Landwine (vini del paese) e’ la piu’ bassa. La seconda e’ dei Qualitätswein bestimmter Anbaugebiete “vini di qualita’ da una regione specifica”, detti QbA, che devono raggiungere un minimo contenuto zuccherino nel mosto (misurato come grado Oechsle, che e’ una misura di densita’, ad esempio, con una densita’ di 1,090, si ha un grado Oechsle di 90). Per i QbA il minimo valore da raggiungere e’ 51 (nella Mosella).
Successivamente, ad un grado Oechlse superiore, ci sono i Qualitätswein mit Prädikat (QmP), che si puo’ tradurre con “vini di qualita’ con speciali attributi” che sono al top della piramide qualitativa tedesca. Diversamente dai QbA, i QmP non possono venir aggiunti di zucchero (chaptalizzati). I QmP sono divisi in categorie, in ordine crescente di concentrazione zuccherina del mosto (grado Oechsle). Ogni regione del vino tedesca adotta dei criteri minimi di grado Oechsle per appartenere ad una o un’altra categoria, noi indicheremo quello che viene utilizzato nella Mosel / Saar / Ruwer. Ogni produttore ha nel suo listino, da una stessa annata e da uno stesso vigneto, anche molti Prädikat (sempre almeno i Kabinett e gli Spätlese), ottenuti attraverso diverse passate di raccolta, ma anche selezionando i vini da parcelle diverse. Le categorie (o meglio detto, i Prädikat) sono i seguenti:
• Kabinett: (minimo Oechsle 70) . Sono i piu’ leggeri prädikatswein. Leggerezza che bisogna pigliare con le pinze, per quanto detto sopra. Infatti se il grado minimo per appartenere ad una categoria e’ obbligatorio, il produttore puo’ decidere, per esempio in anni particolarmente ricchi, e con elevato grado di maturazione (come e’ accaduto frequentemente in questi ultimi anni) di classificare come Kabinett vini che analiticamente raggiungono anche il grado di Auslese, magari perche’ il produttore ha deciso che il vino, al di la’ del grado Oechsle, non raggiunge lo standard qualitativo che si prefigge per un Auslese, o perche’ magari vuole includere tutti gli anni nel suo portafoglio anche i Kabinett. E c’e’ anche da dire che, fortunatamente, i produttori di qualita’ non guardano solo al grado zuccherino come indice di qualita’, come ahime’ la legge del 1971 ha stabilito, ma piuttosto ad altri fattori come il carattere del vino, la sua qualita’ intrinseca, la profondita’, etc.
• Spätlese: (minimo Oechsle 76). Si traduce con “vendemmia tardiva”, il che porta ad una maggiore concentrazione zuccherina prima della fermentazione. C’e’ da dire che gli appassionati ritengono questa la categoria che definisce la grandezza di un produttore e del vino Tedesco in generale.
• Auslese: (minimo Oechsle 83). Significa “raccolta selettiva” e sono vini vini fatti da grappoli selezionati, raccolti tardivamente. Ogni produttore conosce le sue migliori parcelle, all’interno di uno stesso vigneto, dal quale raccogliere questi vini. In questi vini puo’ incominciare a farsi sentire in modo evidente (a livello diverso da annate ad annate) il contenuto di uve botrytizzate (con aromi di albicocca e miele).
• Beerenauslese: (minimo Oechsle 110). Si traduce con “acini selezionati”, e si riferisce a vini prodotti da uve selezionate individualmente per lo scopo. Generalmente i grappoli sono disidratati dalla botrytis.
• Trockenbeerenauslese: Significa “selezione di acini disidratati”, e si riferisce a uve selezionate individualmente, molto disidratate dalla botrytis.
• Eiswein: E’ una specialita’, ottenuta da uve tenute a lungo sulla pianta, e raccolte congelate (tipicamente la raccolta avviene a fine dicembre, e spesso a Natale!. Si contraddistingue per la purezza e intensita’ di frutto, spesso accompagnata da alto grado zuccherino e acidita’. Generalmente la botrytis non e’ amica degli eiswein, che puntano alla purezza di frutto.
Premesso che nei vini tedeschi c’e’ quasi sempre un residuo zuccherino, questo generalmente aumenta dai Kabinett ai Trockenbeerenauslese e agli Eiswein, ma questo residuo zuccherino risulta, organoletticamente, ben equilibrato dalle elevate acidita’ (tipicamente maggiore 7 grammi / litro). Acidita’ che peraltro risulta gradevole, visto il normalmente alto rapporto fra acido tartarico, chiamato in Germania “Weinsäure” (acido del vino), acido malico, chimato “Äpfelsäure” (acido di mela verde).
E’ da notare che recentemente e’ stata inserita un’altra categoria, che riguarda i vini secchi (trocken), indicata come Grand Cru in Nahe e Pfalz, (Grosses Gewächs) o Premier Cru in Rheingau (Erstes Gewächs), o di terreno di prima qualita’ in Mosel/Saar/Ruwer (Erste Lage) e che sta prendendo piede in Mosella anche sui vini dolci, che tende ad identificare i vini al top della piramide qualitativa dei vini trocken, derivanti da selezionate parcelle dei vigneti di migliore qualita’. Questi vini, ancorche’ di qualita’ estrema, sono classificati come QbA, che in tal caso non puo’ essere connotata come categoria di qualita’ inferiore ai vini QmP. E’ da notare che non tutti i produttori hanno deciso di creare questa categoria, ma questo non ha impedito loro di creare capolavori, nella tipologia dei vini secchi.
Per quanto riguarda i vini halbtrocken (demi-sec) e i trocken (secchi), questo termine e’ riportato in etichetta (fanno eccezione i Gran Cru di cui sopra), sotto il nome del vino, e la legislazione prevede, per i trocken, uno zucchero residuo da 0 a 9 grammi /litro, e per gli halbtrocken da 10 a 18 grammi /litro. In alcune regioni (come la Mosella) si preferisce per i demi-sec utilizzare il termine Feinherb, che permette una maggiore liberta’ di scelta sul grado zuccherino residuo. E’ da notare pero’ che l’acidita’ dei vini tedeschi porta tranquillamente, dal punto di vista sensoriale, a considerare gli halbtrocken come vini piu’ secchi che dolci.
L’AP NUMBER (AP Nr.)
Se i QbA e QmP superano una serie di controlli riceve un Amtliche Prüfungsnummer (numero di test ufficiale), detto AP number, che contraddistingue le partite di imbottigliamento di questi vini (e come si vedra’ e’ un numero importantissimo), e viene riportato in etichetta. Ecco come si legge l’AP number.
Ammettiamo di trovare il seguente AP number (2 602 144 5 89):
• 2 indica la stazione di assaggio dove e’ stato inviato (2 per Bernkastel, 3 per Trier, 1 per Koblenz)
• 602 indica il paese dove sta l’azienda, in questo caso Űrzig.
• 144 indica il produttore, in questo caso Jos. Christoffel Jr.
• 5 indica lo specifico imbottigliamento. Questo e’ il numero piu’ importante per il consumatore (e a volte viene riportato in grassetto). Infatti per ogni pradikat da un singolo vigneto possono essere ottenute diverse qualita’ (a seconde delle parcelle) vinificate separatamente e tenute in contenitori diversi, es fuder (botti da 1000 litri), e il produttore puo’ decidere di imbottigliare queste partite separatamente. Alcuni produttori, come per esempio fanno i Merkelbach, indicano con questo numero il fuder dal quale il vino proviene. Da notare che “in aiuto” al consumatore, i produttori, per le partite speciali di Auslese, aggiungono in etichetta indicazioni quali il numero di stelle, o mettono una capsula dorata piu’ o meno lunga (a seconda della qualita’), e in tal caso nell’etichetta appare la scritta Goldkapsel, o Lange Goldkapsel. Tutte le volte che una stessa qualita’ ha piu’ di un numero di partita, questo viene tipicamente indicato nei listini e riportato anche nei resoconti di degustazione. Percio’ ad esempio si potra’ avere uno Spätlese AP 7, e uno Spätlese AP 10 con caratteristiche diverse (e con prezzi conseguentemente diversi). La cosa e’ estremamente rilevante e importante per riconoscere le partite battute alle aste che si tengono a settembre nella regione (a Bernkastel e a Trier), dove il top della produzione tedesca raggiunge qualita’, e prezzi, notevolissimi.
• 89 denota l’anno di assaggio, cioe’ di imbottigliamento (1989). In genere un anno dopo la vendemmia.
FRANCESCO AGOSTINI
www.enodelirio.it
Scrivi un commento