Sabato 20 Giugno ore 19 allo Spazio Eventi Fnac di via Luca Giordano n.59 “Wine Sound System. Il Vino ha un suono“. I vini in abbinamento saranno quelli di Cantina Giardino. In Collaborazione con Ais Napoli Ci vediamo alla Fnac oppure on line con la diretta streaming dell’evento. Qui la recensione di Fabio Cimmino su Lavinium (T.L.).I primi di giugno esce il libro “Wine Sound System” scritto da Daniele de Michele alias Don Pasta, il dj-gastrofilosofo, in cui l’esperienza sensoriale di gustarsi un buon bicchiere di vino viene avvicinata alle sensazioni provocate dalla musica. Il libro propone dunque un gioco innovativo di abbinamenti musicali con il vino, per rendere questa bevanda, a volte considerata un po’ elitaria, alla portata di tutti. 30 etichette di vini italiani e francesi cui abbinare una musica sulla base di suggestioni sensoriali o del tutto personali, con l’aiuto di un esperto di vini. Riuscendo così a tirare fuori l’anima rock di un bianco strutturato, e le tendenze elettroniche di un vino francese come per esempio quello di Olivier Julienne. La prefazione è di Paolo Fresu, trombettista jazz conosciuto in tutto il mondo e amico dell’autore, con cui condivide non solo la passione per la musica, per il buon cibo e il buon bere, ma anche la convinzione che tra l’universo musicale e quello del buon vino ci sia un rapporto stretto ed indissolubile.Unendo l’amore per la musica e quello per il vino, Don Pasta ha creato nuovi abbinamenti puramente sensoriali ed ha imparato ad apprezzare tipi di vino che prima non avrebbe mai preso in considerazione.
Nell’intervista rilasciata a Luciana Squadrilli del Gambero Rosso, Don Pasta dice: ” A me e a Paolo interessa soprattutto l’elemento conviviale. Il vino è da sempre uno strumento di socializzazione. Ma è anche una forma di “resistenza culturale”, un prisma per osservare dinamiche culturali e sociali come l’influenza sul mercato delle scelte di alcuni produttori e sui gusti dei consumatori. Quello che mi interessa sono le storie di produttori-contadini che lavorano a modo loro, senza enologi, e che hanno un profondo rapporto con la terra. Perchè fare vino, alla fine, è un atto creativo proprio come fare musica.”
Paolo Fresu racconta così invece il suo rapporto con il vino: “è raro trovare un musicista jazz che non ami il buon bere, e non è un caso: la ricerca di una bottiglia d’annata è come quella di un vecchio vinile. Un disco originale di Charlie Parker può dare lo stesso piacere di una bottiglia numerata: si assaporano allo stesso modo , quasi religioso, con una degustazione attenta a cogliere sfumature ed emozioni”
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