foto-autore.jpgDi Silvana Mazzocchi

Si può rinunciare a tutto per amore di un’eredità? Si, se questa consiste in una clamorosa collezione di vini pregiati. E può capitare di partire dalla grande passione per il vino per poi scivolare nell’alcolismo distruttivo? E’ quanto accade al protagonista di L’irresistibile eredità di Wilberforce. Un romanzo in quattro vendemmie, (Elliot editore), il secondo libro di Paul Torday, l’autore inglese (nella foto a sx) acclamato in mezzo mondo per il suo best seller d’esordio, Pesca al salmone nello Yemen, che lo aveva subito promosso a star della letteratura inglese contemporanea.

L’irresistibile eredità di Wilberforce, già tradotto in numerosi paesi, racconta di un uomo che ha tutto, un lavoro al top e soldi a volontà, ma che non è felice. E che tutto abbandonerà travolto dal suo nuovo grande amore: il vino. Occasione: l’eredità che gli ha lasciato il suo unico amico, Francis, sofisticato conoscitore di vini pregiati che, in vita, gli aveva già fatto conoscere i piaceri del Bordeaux e l’affascinante Catherine. E, quando Francis muore e la sua ricchissima cantina passa a Wilberforce, lui inizia inesorabilmente il suo percorso: dall’esaltazione all’abisso, dall’amore per il vino alla dipendenza, all’alcolismo. Fino al colpo di scena finale.
Una storia drammatica, ma anche ironica che commuove e coinvolge, raccontata con uno stile elegante e originale che conferma il talento di Paul Torday, scrittore amato dal grande pubblico di cui la casa editrice Elliot ha già acquistato i diritti del suo terzo romanzo, The girl on the Landing, che sta per uscire in Inghilterra.

Paul Torday, la trama e il senso del suo libro in poche righe
Un uomo ordina in un ristorante una bottiglia di vino da 4.000 dollari, la beve tutta, quindi ne ordina un’altra. Finché cade a terra incosciente. Come è arrivato a tanto? Si va indietro nel tempo, da quando Wilberforce, il protagonista, comincia a bere per piacere, fino a quando arriva a farlo in modo estremo. La causa che sta dietro al suo essere diventato alcolista è una cantina da centomila bottiglie di vino, avuta in eredità dal suo più caro amico.
Ma come è potuto succedere, e sarebbe potuto andare altrimenti? Io racconto la storia di un uomo che lotta per cercare amicizia e amore, ma anche la storia di un uomo che non può fuggire dal suo destino. La mia è una parabola sull’autodistruzione e sulla mancanza di autostima che può trascinare fino alla compulsione.
Whilberforce non ha il senso di sé , non ha amici, non ha interessi. Ma, quando incontra un mondo tutto nuovo, fatto di sensazioni, odori e amore, si riconcilia con se stesso, e si aggrappa a ciò che sente che lo sta salvando. E sarà il vino, metafora della sua nuova vita, a diventare la sua ossessione.

Il vino, è la moda del momento…
La moda del vino, almeno nella visione che se ne ha in Inghilterra, è una conquista recente, in un mercato che una volta era occupato soprattutto dal vino francese. Adesso c’è quello spagnolo e quello del nuovo mondo, ovvero i vini prodotti fuori dalle zone europee tradizionali, in particolare in Argentina, Australia, Canada, Cile, Messico, Nuova Zelanda, Sud Africa e Stati Uniti. Quanto ai vini italiani poi, sono tra i più apprezzati e la loro qualità è in continua ascesa. Per un buon bevitore, questo è davvero il momento ideale..

Lei è uno scrittore di successo, quale è la sua idea della letteratura?
Io credo che un buon romanzo debba soprattutto poter contare su una storia forte. Lo scrittore deve dare a chi legge un motivo valido per passare alla pagina successiva. La seconda condizione è che deve avere una tale risonanza da poter arrivare al lettore su più livelli. Le storie più riuscite sono quelle che hanno queste due qualità. Per quanto mi riguarda, io sono stato molto fortunato. Ho una laurea in letteratura , ma ho lavorato nel capo dell’ingegneria informatica per trent’anni, in un settore pratico, molto diverso, e non ho mai avuto molte occasioni per scrivere. Ma, appena ho smesso la mia attività, ho cominciato a farlo. Tutto qui. Quanto alla letteratura contemporanea, infine, i miei ricordi sono fermi agli anni sessanta; il fatto è che sugli scrittori dei nostri giorni sono abbastanza ignorante. E devo fare il mea culpa. Ma ho una scusante: quando scrivo, non ho tempo di leggere.

Paul Torday
L’irresistibile eredità di Wilberforce
Traduzione di Luca Fusari
Pag.314, euro 17,50

Fonte: Passaparola, Repubblica.it