Di Lorenzo Salvia
ROMA – Libera grappa in libero stato. A patto che non ci sia scopo di lucro ma il solo scopo di tramandare una tradizione antica, diffusa e fuori legge. Dopo un lungo dibattito in commissione, sta per tagliare il suo primo traguardo il disegno di legge che liberalizza la produzione di grappa e acquavite. Una rivoluzione (nel suo piccolo) che tanto sta a cuore alla Lega Nord. Oggi distillare in casa è vietato per motivi sia fiscali che sanitari.
La grappa clandestina evade la tassa di otto euro al litro obbligatoria per i produttori industriali. E soprattutto non è sicura come quella industriale: l’antico adagio per cui bisogna tagliare la testa e la coda del distillato richiede una certa perizia altrimenti in bottiglia finisce anche un po’ di metanolo, capace addirittura di uccidere. Divieto assoluto, dunque. Ma solo in teoria. La grappa fai da te è una pratica molto comune in tutta Italia ma soprattutto al Nord. «Una tradizione antica che bisogna conservare » dice Gianpaolo Vallardi, da Oderzo in provincia di Treviso, uno dei senatori della Lega che ha firmato il ddl. Dopo qualche perplessità iniziale, gli altri partiti hanno dato il loro via libera e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il sì in commissione Agricoltura.
Il disegno di legge impone che il prodotto non sia messo in vendita: può essere offerto gratis per le degustazioni e gli assaggi oppure può essere «destinato all’autoconsumo ». Restano da superare i dubbi delle aziende del settore: «Quello che ci preoccupa — dice Cesare Mazzetti, presidente dell’Istituto nazionale grappa, associazione che rappresenta l’80 per cento dei produttori — è sapere come farà lo Stato ad assicurare la qualità delle grappe fai da te». In realtà, rispetto al testo iniziale, qualche garanzia in più c’è: prima di procedere con gli alambicchi nel tinello è necessario spedire una comunicazione all’Ispettorato provinciale dell’agricoltura, pena una multa fino a 2 mila euro. Un modo per avere una banca dati dei distillatori fai da te. «Ma un’autorizzazione iniziale — insiste il rappresentante dei produttori — non garantisce certo la salubrità del prodotto ».
Eppure il leghista Vallardi si dice sicuro che non ci sarà «nessun rischio». La spiega così, il senatore: «Con l’approvazione di questa legge sarà semplicemente legalizzata un’attività che già oggi è molto diffusa. Non ci saranno produttori improvvisati ma usciranno dall’ombra quelli attivi già da anni. Sanno come si fa, non creeranno nessun pericolo». Il disegno di legge stabilisce che si potranno produrre in casa 50 litri di grappa l’anno. «Siamo sicuri che saranno tutti regalati o consumati in casa?», insinuano i produttori. «È la misura della tradizionale damigiana di grappa » si giustifica il senatore leghista. Cinquanta litri da regalare o scolarsi in casa: la legge lo permetterà, il fegato forse no. (Per la serie “Facciamoci un grappino”…T.L.)
Fonte: Corriere.it
Scrivi un commento