Di Marina Alaimo
È con immenso piacere che ho partecipato alla verticale di Taurasi GMG di Emilio Placido, conoscendo unicamente l’annata 2000 che sin dal primo approccio ha rivelato l’identità di un grande Taurasi e di un ottimo produttore. Ho incontrato Emilio durante la scorsa edizione della festa del Taurasi, mi ha accolta nel suo paese con generosità e grande ospitalità e soprattutto con una gran voglia di comunicare e raccontare il suo vino. Emilio è un viticultore che lavora con il cuore, ha un pensiero ben radicato, quasi un’ossessione, riprodurre il vino che faceva suo nonno, in maniera molto tradizionale, sapendo aspettare con pazienza i tempi giusti di maturazione dell’uva, usando eslusivamente botti grandi per l’affinamento e nessuna filtrazione del vino.Il forte desiderio di abbandonare l’attività di imprenditore edile per dedicarsi anima e corpo a riprodurre il mitico vino del nonno nasconde, secondo me, il desiderio di affermare l’identità che aveva perduto durante l’infanzia , vivendo in un paese straniero, il Venezuela, dove i genitori erano emigrati. Nonostante gli affari andassero a gonfie vele la nostalgia li fa decidere a rientrare a Taurasi, dove l’incontro con i nonni lo ha segnato profondamente. Ha conosciuto il piacere dell’appartenenza ad una cultura ricca di storia, di affetti familiari, della vita semplice i cui tempi sono scanditi dai ritmi della natura e delle tradizioni. È riuscito, dopo tanto impegno e tante umiliazioni subite da chi riteneva di saperne molto di più, a produrre un Taurasi si di corpo, di buona spalla acida e dai tannini robusti, ma in equilibrio con le note morbide indispensabili per garantire la giusta armonia. I vigneti dell’azienda sono sparsi tra le zone di Carazita, Case D’alto, Piano Ferrante e Contrada Piano, quest’ultima costituisce il vigneto più vecchio con piante di almeno quarant’anni e con ceppi di autentico aglianico taurasino. I terreni sono di natura calcarea e sabbiosa, l’altrimetria è 300-350 m. s.l.m., il tipo di allevamento è il cordone speronato mentre la tradizionale starsa irpina è utilizzata in Contrada Piano. Domenica 8 marzo, conclusasi l’Anteprima Taurasi, Emilio, in collaborazione con Luciano Pignataro e Mauro Erro, ha organizzato questa verticale delle annate 1995-96-98-99-2000-2001, nel wine bar Vino e Caffè di Taurasi, ex cinema del paese, di Oscar Santosuosso. Presenti anche il sindaco Antonio Buono, Antonio Del Franco presidente Ais Campania, Tommaso Luongo delegato AIS Napoli e la degustazione è stata guidata sapientemente da Giovanni Ascione, redattore di Bibenda. Si comincia con il millesimo 1995, prodotto dall’allora Vinicola Taurasi, con l’utilizzo di lieviti selezionati, come tutti i vini e le annate dell’azienda, macerazione sulle bucce per due settimane, nessun controllo della temperatura, affinamento in barrique per 12 mesi. Al primo naso profumi ricchi di sentori ematici, a seguire sentori eterei e di terra bagnata, speziati di cuoio e pepe, lentamente affiorano i fruttati di prugna e ciliegia. In bocca il vino presenta un’acidità vivace, i tannini sono pungenti, è caldo e di media lunghezza gustativa. Sulla 96 avrei poco da dire, eterea, tipica nei profumi e nel tannino ancora troppo aggressivo. La 1998 denota subito un cambiamento di rotta, è Emilio a decidere la linea di produzione e sostituisce l’utilizzo della barrique con quello di botti di rovere da 20 e 30 ettolitri per 12 mesi. Nel bicchiere il vino è molto spesso, quasi impenetrabile, rosso rubino intenso, al naso è una spremuta di ciliegia croccante, sottili profumi di geranio, piacevole speziatura di cuoio, chiodi di garofano e pepe. In bocca il vino è integro ,di giusta persistenza, l’acidità ed i tannini hanno bisogno ancora di tempo per essere domati. La 99 è una riserva, come le successive, l’utilizzo della botte passa da 12 a 18 mesi, di grande spessore, naso complesso con note fruttate di amarena ampliato da eleganti venature speziate. In bocca si esprime con buona acidità e tannini fitti, caldo e di lunga persistenza. La 2000 presenta senza dubbio un miglior equilibrio tra note le morbide e quelle dure, qualcuno l’ha definita piaciona, io la trovo piacevolmente equilibrata ed armonica, i tannini sono compatti e maturi, l’acidità è ben presente ma non eccede, rosso rubino carico, naso elegante e complesso, fruttato di prugna e ciliegia , liquirizia, pepe e chiodi di garofano, leggeri ricordi di violetta. In bocca è potente, di lunga persistenza e ben equilibrato con sottile mineralità. La 2001 è di color rubino vivace con leggeri riflessi violacei, al naso prugna fresca, liquirizia, cuoio e pepe, è tannico e robusto, caldo, di buona spalla acida,sapido, di lunga persistenza ed elegante mineralità. Emilio può ritenersi più che soddisfatto, è riuscito a trasmettere a noi degustatori la passione ed il grande impegno di un viticultore caparbio ma gentile e fortemente legato alla tradizione ed alla cultura del vino di Taurasi. Ha seguito la verticale una cena a base di piatti tipici dell’Irpinia, fusilli fatti a mano con sugo di ammugliatielli (involtini di interiora di agnello), indimenticabili anche per me che non mangio le frattaglie, spezzatino di maiale con peperoni e patate, sopressata artigianale conservata nella sugna, introvabile se non nelle cantine dei compaesani di Emilio, salsiccia secca, tutti piatti robusti e succulenti che richiedono proprio un vino come il Taurasi GMG: Tipicità, semplicità e tradizione, accompagnati dalla generosa ospitalità dei padroni di casa, hanno reso piacevolissima ed indimenticabile questa serata taurasina.
Una degustazione quasi a reti (web) unificate…Qui i report di Mauro Erro e di Michela Guadagno sul blog di Luciano Pignataro che ha dedicato al 99 anche la consueta pagina dei vini del Mattino.(T.L.)
Grande Emilio!
Posso dire io c’ero!
Salve Marina
E’ con piacere che leggo queste pagine e quelle sul blog di Luciano Pignataro.
Ma il piacere più grande è stato avervi tutti in un unico tavolo a parlare e gustare i vini e alcuni dei piatti della mia terra (a proposito si chiamano “mugliatielli” per esattezza).
Quando mi fu proposto di fare questa verticale, non immaginavo e non speravo fosse così piacevole. Ero all’oscuro di chi fossero gli invitati, e molti non li conoscevo.
Avevo il timore diventasse una serata solo professionale. Sottolineo professionale, perchè, per me, il vino non è solo un prodotto, con i suoi profumi, il suo gusto, da abbinare ad un piatto per meglio gustare un pranzo o una cena.
Esso è un mezzo di comunicazione che i produttori (ripeto ed aggiungo tutti i produttori), utilizzano per trasmettere emozioni, passioni, storie di vita passate e sogni futuri.
Il fatto che, oltre all’aspetto tecnico della degustazione, mi abbiate permesso di esprimere i miei pensieri, ha fatto sì che, come un vulcano che erutta, anche particolari della mia vita uscissero fuori.
Meno male, per voi, che il tempo è volto, altrimenti chi sà quante ve ne avrei raccontate.
Devo ringraziarvi tutti, uno per uno, e spero di farlo presto, perchè
questa è stata una delle serate più piacevoli della mia vita.
Devo però ringraziarvi anche e sopratutto per i commenti sui vini e le varie annate.
Essi mi servono! Mi servono, perchè nel tempo queste mie scelte sul come farlo, non sempre hanno incontrato i favori delle mode del tempo.
Sapessi quante volte mi son chiesto se avessi buttato anni, tempo e denaro, dietro un sogno.
Beh! Grazie a tutti voi, ora sò che la strada verso quel vino di mio nonno (ma farei bene a dire dei nostri nonni), và verso la direzione giusta.
Ci vorrà, forse, ancora del tempo e ancora altra sperimentazione, ma credo che questa sia la strada giusta e voi me ne date conferma.
Grazie ed ancora grazie.
Caro Emilio, non sai quanto ti invidio, il mio più grande sogno è diventere produttrice e poter esprimere la grande passione che nutro per l’enologia in un vino. Pochi cl. in un bicchiere riescono ad emozionare profondamente le persone e ciò mi affascina tantissimo.Credo abbia capito quale sia la mia annata preferita, prosegui su quella linea e resterai intramontabile.