Di Franco De Luca
Che si trattasse di un successo di partecipazione e di pubblico c’erano pochi dubbi, era atteso un master sull’Aglianico, da anni, da sempre. Un premio che mettesse in luce l’emblematico vitigno, tanto chiacchierato e celebrato ma allo stesso tempo ancora troppo sconosciuto nelle sue potenzialità al di fuori di un piccolo gruppo di regioni. Un tema, tuttavia, spigoloso e severo, come il vino che si celebra.
Partecipano undici tra degustatori ufficiali AIS e sommeliers professionisti, di provenienza fondamentalmente campana, ma anche due sommelier extraregionali, questi i nomi:
1) Gianni Aiuolo, 2) Pasquale Brillante, 3) Salvatore Correale, 4) Raffaele De Rosa, 5) Angelo Di Costanzo, 6) Daniele Di Palma, 7) Vincenzo Falcone, 8 ) Patricia Longobardi, 9) Massimo Migliorino, 10) Davide Staffa (Emilia Romagna), 11) Maurizio Zanol (Toscana).
La commissione è formata da Roberto Gardini, Vincenzo Ricciardi, Nicoletta Gargiulo e Pino Savoia. Il Parterre è d’eccezione, non c’è che dire, e so bene che anche altri master specifici come quello del Nebbiolo o del Sangiovese vedono commissioni formate esclusivamente da sommelier, tuttavia mi chiedo se non sarebbe stato più prestigioso ospitare nell’organo giudicatore, oltre ai citati, anche un grande esperto del vitigno, un’autorità del settore. Penso al Prof. Luigi Moio, per esempio, ma anche a tanti altri che hanno legato indissolubilmente il proprio nome a questa uva. La mia è solo una considerazione che sottopongo alla attenzione dei lettori, forse una stupidata o magari un’idea per le prossime edizioni.Vediamo adesso la cronaca della giornata, prima di ogni cosa specifico che le cause per cui mi cimento a raccontare questo evento sono due: la necessità di fornire un quadro quanto più oggettivo possibile dell’evento a coloro che non potevano essere presenti unito al fatto che ero lì ed ho seguito passo passo tutti i momenti del concorso. Comunque è solo il mio punto di vista, per quello che io ho potuto vedere. Perdonate l’ardire. Sono stato uno dei tre sommelier che si sono occupati del servizio, insieme a Savio Basilio ed a Oreste Luongo e consentitemi di sottolineare l’impegno che c’è dietro un evento del genere. Tutt’e tre, coordinati da Pino Savoia e con l’aiuto di Federico Struzziero, abbiamo cominciato dal sabato sera, restando a dormire (parola grossa) in paese, e riprendendo alle prime luci dell’alba. Ma lasciamo perdere i nostri “sacrifici retribuiti” e veniamo al dunque. La prima prova si è svolta alle dieci di una bella mattinata di sole, finalmente il sole, finalmente si percepiva la briosa presenza della primavera nonostante le montagne innevate tutt’intorno. L’elettricità nell’aria era però dovuta anche alla tensione dei grandi appuntamenti. La sala consiliare del comune di Taurasi ha ospitato la prova scritta. Un tavolo piccolo e quadrato per ogni partecipante, tovaglia rigorosamente bianca, tovaglietta con due bicchieri da degustazione, un bicchiere per l’acqua, un tovagliolo di carta, una penna nera e sessanta minuti di tempo per rispondere a venti domande. Ulteriori trentacinque minuti sono stati riservati invece alla degustazione di due vini, un aglianico del vulture ed un Aglianico Campi Taurasini, entrambi del 2005, che i candidati hanno dovuto descrivere insieme ad una scheda di abbinamento con un formaggio locale. E’ necessario sottolineare che prima dell’inizio delle prove ogni candidato è stato invitato ad estrarre un numero che lo ha rappresentato poi per tutto il concorso, nessuno dei presenti conosceva quello degli altri. Man mano che si consegnavano i documenti d’esame veniva riportato su ogni singolo foglio in alto a destra questo specifico e personalissimo identificativo e poi veniva piegato il lembo per ulteriore garanzia di riservatezza. Soltanto dopo la correzione e l’ordinamento in senso decrescente dei punteggi la commissione ha appreso i numeri dei tre partecipanti alla finale di cui, quindi, non poteva conoscerne ancora i nomi.
Foto di Giampaolo Cocina
Alle 12:00 circa le operazioni della prima prova erano terminate e siamo stati tutti invitati ad un ricchissimo buffet che il nostro Presidente Antonio Del Franco (coadiuvato dall’insostituibile fratello Raffaele) ha offerto a tutti i partecipanti. Da porre in gran risalto le due zuppe di fagioli, quella piccante e quella ai funghi porcini, delizie indescrivibili!
La seconda prova si è svolta invece presso il Castello Marchesale di Taurasi, alle 17:30. Se qualcuno non conosce il Castello farebbe bene a visitarlo, già da solo, infatti, giustifica i sessanta Km necessari per arrivarci da Napoli. Il castello ha molte sale belle ed accoglienti, una cucina professionale ed un salone ampio e spazioso che ha ospitato questo evento.
Dopo avere atteso qualche ritardatario la commissione ha letto i numeri identificativi dei tre candidati finalisti, non mi gioco le scarpe ma pare fossero il 15, il 7 ed il 5 (questo per gli amanti della cabala, sulla ruota di Avellino, e se non esiste fate Napoli o Bologna), solo in quel momento si è appreso che essi corrispondevano ad Angelo Di Costanzo della delegazione di Napoli, Salvatore Correale della delegazione di Sorrento ed a Davide Staffa della delegazione di Ravenna. I candidati sono stati così affidati ad Oreste Luongo. La scelta dell’affidamento non è stata casuale. Oreste è un colonnello in congedo (nonostante la giovanissima età) dell’Aeronautica Militare, ed ha segregato i tre malcapitati in un misterioso vano del castello, nemmeno fossero soggetti al 41 bis, in effetti Gardini aveva chiesto assicurazioni affinché nessuno venisse a conoscenza di notizie inerenti le prove degli altri candidati ma evidentemente il colonnello ha preso troppo sul serio le raccomandazioni ed è stato fedele al suo mandato come nessun altro avrebbe potuto fare.
La seconda prova consisteva di quattro differenti momenti: una degustazione di tre vini (due taurasi ed un aglianico dei campi taurasini), una prova di abbinamento condizionato con un menù proposto dalla commissione, una decantazione di uno Chateau Margaux (che però era interpretato per l’occasione da una bottiglia anonima che per il resto della sua vita se lo ricorderà) ed una correzione di una lista di etichette che conteneva diversi errori. Ricordiamo che, oltre alla giuria, nessuno dei presenti era a conoscenza dei punteggi della prova scritta. Punteggi probabilmente decisivi più di quel che si possa pensare al fine della determinazione del vincitore, in ogni caso le prove sono andate più o meno nel modo che descrivo di seguito. Il primo candidato a gareggiare è stato Angelo Di Costanzo. La prova di Angelo è stata di alto profilo. Angelo è un sommelier che partecipa spesso a concorsi, ed è un professionista che si presenta sempre molto preparato ed all’altezza della situazione. L’impressione è che avesse una notevole tensione emotiva (sfido a non averne) che gli ha procurato, purtroppo, qualche sbavatura nella prova di decantazione, oltre alla dimenticanza dei fiammiferi fra la dotazione del sommelier che però non sappiamo quanto sia stato considerato grave dalla giuria. Comunque Angelo conclude nei tempi previsti sia questa che le altre prove ma primeggia, soprattutto, nella correzione della carta dei vini dove invece è stato perfetto. Angelo era stato anche bravo a soddisfare le richieste (davvero molto esigenti) da parte dei due “attori-commensali” che erano Elvira Coppola (già vincitrice al concorso “Migliore sommelier campano non professionista”) ed Antonio Amato (delegato AIS Costa d’Amalfi) in una interpretazione da premio Oscar.
Il secondo candidato è stato Salvatore Correale. Molti di noi non avevano il piacere di conoscere Salvatore ed è stata una gradita sorpresa. Anche Salvatore infatti si è mostrato molto competente ed ha portato grande onore alla Campania ed in particolare alla sua penisola Sorrentina. Salvatore ha degustato i tre campioni di aglianico con sicurezza, in un’analisi asciutta ed essenziale, senza esitazioni, peccato solo che non sia riuscito a concludere la prova di decantazione nei tempi previsti, forse questo è stato l’elemento che lo ha penalizzato maggiormente. Peccato perché Salvatore aveva anch’egli affrontato molto bene i clienti hollywoodiani, con altrettanta sicurezza e preparazione.
Infine Oreste ha portato in sala l’ultimo prigioniero: Davide Staffa. Davide è stato assai disinvolto oppure ha nascosto molto meglio degli altri la sua emozione, fatto è che è stato certamente il candidato che ha mostrato un atteggiamento più coerente con il l’immagine professionale per cui veniva valutato. Davide aveva, infatti, il volto rilassato, era allegro e comunicativo, aveva i tempi giusti nella conversazione con i due premi oscar ed è stato molto accorto nella prova di decantazione, dove pare proprio non abbia mostrato nessuna crepa, nessuna imprecisione, trovando addirittura il tempo e il modo di dialogare con i commensali mentre svolgeva le delicate e complesse operazioni di decantazione. Si percepiva, insomma, la sua lunga esperienza in tema di concorsi, soprattutto ai master dove deve aver partecipato diverse volte. Davide ha infatti mostrato una nutrita conoscenza delle procedure ed ha dominato la scena con molta scioltezza. Per i tre quarti la sua prova è stata praticamente perfetta, si è perso solo nell’ultima fase, quella delle correzioni delle etichette dove è stata netta l’inferiorità ai colleghi e dove ha mostrato una conoscenza alquanto limitata del territorio.
Siamo arrivati così al momento della proclamazione, la tensione aleggiava nell’aria densa e corrosiva e questo denota a mio parere il successo dell’evento, la sala era infatti stracolma e tante persone interessate sono state fermate alla porta per evitare la ressa e consentire un corretto svolgimento della gara, in questo senso è proprio vero che i tre finalisti hanno già vinto tutt’e tre ma alla fine è stato solo uno a tagliare il traguardo: Staffa.
Scatti dei fotografi e applausi sentiti hanno salutato il vincitore, poi si sono succeduti i diversi commenti di chiusura. Il nostro Presidente Del Franco, il Sindaco Antonio Buono, tutti ripetono che quando un evento ha successo allora hanno vinto tutti. Sono certamente belle parole, c’è ovviamente qualcosa di vero in questo, ma la vittoria è la vittoria ed è l’obiettivo per cui si passano notti a studiare, altro che “l’importante è partecipare”. Noi siamo molto felici per Davide, gli facciamo i nostri migliori auguri per il meritato trionfo e ci auguriamo che sia l’ambasciatore dei nostri vini nella sua Romagna (come già deve essere, visto il suo interesse e la sua preparazione) ma abbiamo lo sguardo rivolto anche agli altri due finalisti, ed a tutti coloro che impegnano il proprio tempo e le proprie risorse ma che vedono svanire di un soffio la meta che hanno tanto perseguito. E’ per questo che, alla fine di questa breve e doverosa radiocronaca, mi prendo al libertà di ringraziare personalmente Angelo Di Costanzo, Angelo era il rappresentante dell’AIS Napoli a cui tutti noi dobbiamo essere grati, domenica ci ha rappresentato egregiamente, i risultati importanti non potranno non sopraggiungere.
Concludo con uno speciale e personale appello al Sindaco Antonio Buono. Nel suo saluto (assai apprezzato) alla premiazione del concorso di cui scrivo, il Sindaco ha sostenuto fortemente lo sviluppo di Taurasi nella direzione dell’enoturismo. “No alle fabbriche!”, “No alla cementificazione!”, no insomma ad altri tipi di economia che comporterebbero l’alterazione dell’ecosistema… parole assai sagge e condivisibili, ma provi a considerare anche, caro Sindaco, un bel “No al campanile di notte!”, almeno dalle 2 alle 6 del mattino facciamo riposare il batacchio e le orecchie di coloro che amano tanto la sua bellissima città quanto dormire almeno un paio di ore consecutive… il tono è ovviamente ironico egregio sig. Sindaco, semmai dovesse leggere queste parole scherzose, io tra l’altro sono il sommelier che non voleva farla entrare nella sala consiliare, ricorda? L’ho fermata alla porta anche un po’ risentito per il disturbo che stava arrecando e lei mi ha risposto: “veramente io sono il Sindaco e mi faccio un giretto”, lasciandomi come un “turzo di penniello” diciamo a Napoli. Con infinito affetto e ringraziando i taurasini per l’ospitalità, arrivederci alla prossima occasione…
Bello l’articolo Franco, devo dire che il tuo modo di narrare è molto piacevole, ti ringrazio anche per l’invito al sindaco sulla questione “CAMPANILE” infatti ho appena stampato l’articolo per portarlo in Comune. Un saluto e un ringraziamento a tutta l’AIS Campania sempre puntuale ed efficiente.
Un ringraziamento mi preme farlo a tutti gli amici che hanno contribuito a vario titolo al successo dell’evento. Ed un grazie di cuore ai colleghi irpini per la loro calorosa ospitalità.
Saluti
Pino
brio, suspense, ironia: caro franco, questa è gaia scienza al servizio della comunicazione… leggendo, mi è parso di essere in sala, vedermi tra i colleghi attendere con ansia le prove, vivere per un momento l’evento con distacco e partecipazione insieme. scrivilo ancora sam…!
Per caso mi sono imbattuto nell’articolo.
Inizio la lettura, piacevole.
Un attimo di leggera distrazione e l’occhio cede improvvisamente di tre righe, mi appare solitaria e funesta la parola “Campanile”.
Temo il peggio, falso allarme, non è quello che temo.
Per una volta la politica non c’entra nulla.
Mi accodo ai complimenti.
Il finale è esilarante. E’ molto “Franco” questo articolo (lo rappresenta). Attendiamo il prossimo Master sull’aglianico, dunque. E complimenti a tutti i concorrenti e finalisti.m.
Grazie, il vostro consenso mi onora.
@Monica: poi magari mi spieghi meglio :-)