Di Michela Guadagno
E’ da tempo che mi giro tra le mani due pubblicazioni che vedono il nostro Pino Savoia all’opera come recensore di vini campani, gli avevo promesso di commentarne qualcosa, anche se mi risulta poco facile l’obiettività quando devo parlare di colleghi con i quali ho condiviso tanti anni trascorsi tra servizi, eventi, corsi, e più recentemente simposi. Il rischio di venire tacciata di piaggeria è reale, estraniarsi dalla confidenzialità per essere convincentemente asettica nel giudizio non mi è congeniale, e nemmeno poi mi rappresenta. E allora bando agli indugi, Pino è un amico, e le promesse fatte agli amici si rispettano, vi pare? Un giorno di dicembre di quelli che sono indaffarati per compere natalizie e incombenze familiari di vario genere, il mio cellulare squilla, è Pino che si trova dalle mie parti e mi chiede se voglio accompagnarlo dall’editore: non posso, però due passi in quella direzione sono di strada, e così pure due chiacchiere in cammino. E mi mette al corrente di questa bella novità, si è occupato lui della parte dedicata al vino nella guida a cura di Antonio Fiore sui Menu della Memoria, un “viaggio nella memoria dal 6 dicembre 2008 al 6 gennaio 2009” come recita il retro della copertina, in cui un luogo di interesse turistico è stato gemellato con un ristorante della Campania. “I vini, gioielli della Campania felix” è il suo articolo, dove esamina in esaurienti monografie vitigni e vini, dal punto di vista ampelografico e anche con qualche nota storico-geografica. Mi piace l’idea di abbinare il calice giusto al prodotto di cui sta parlando, non dimentichiamo che è il responsabile del gruppo servizi dell’Ais Campania!, e didatticamente è istruttivo. L’altra pubblicazione è l’Almanacco di Enogastronomia & Turismo culturale, sempre a cura di Fiore, dell’inverno 2008-2009, presentato sere fa durante una tombolata di beneficenza. E qui stavolta si occupa invece de “Le vie del vino”, sfogliando vedo le foto di cantine e vini che so essere tra i suoi prediletti, schede sulle aziende vinicole e i loro prodotti, e anche qui notizie storiche, geografiche ed enologiche. Bravo Pino! Sono tanti ormai gli “Ais” che collaborano con giornalisti e autori di guide, la comunicazione scritta ha invaso il web e e la pagina stampata, l’enogastronomia campana si avvale giustamente anche di sommelier, e questo mi pare un traguardo raggiunto e un’espansione poco immaginabile alcuni anni fa; ed io stessa con le mie cronache etil-mondane non mi tiro da parte. Pensierino della sera: qualcuno che vuole parlare invece di scrivere c’è rimasto ancora?
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