Di Michela Guadagno
Torno a una serata organizzata dall’Ais di Caserta dopo l’ultima volta nel mese di luglio a Taverna Estìa. Sono affezionata a questa delegazione, venivo spesso qui a sentire parlare di vino, accolta con piacere da Enzo e Marco Ricciardi, come anche oggi succede. Telefono a Marco giorni prima, ben sapendo che nel mese di dicembre l’enoteca La Botte è in fermento per le attività natalizie: siete mai stati in un’enoteca durante il periodo che precede le feste? Mi scuso per la telefonata, mi prenoto per la cena dell’11 dicembre da Prosit! a Marcianise, e prendo appuntamento per andare insieme, sono stata lì in precedenza una sola volta, non guidavo io e non ci saprei ritornare. Il primo evento di quest’anno sui Percorsi del gusto è sul tema delle spezie, antiche e moderne, merce preziosa di scambi commerciali dai tempi di Marco Polo che percorrendo la Via delle sete le scopre in Cina e le tramanda ne Il Milione. A cominciare dal tè. Peppone Russo, chef patron dell’Enoteca con cucina, come recita l’insegna del ristorante, introduce il primo viaggio degli abbinamenti: un aperitivo a base di tè dal nome impronunciabile, aspetto la specifica del menù per poterlo riportare, Lapsang Souchong Rare Reserve Tea, un tè amaro con note di fumo e di torba, al naso sembra whisky, va bevuto caldo su una zeppola di baccalà fritto con mousse di cavolo, resa piccante da una spolverata di Chili. E poi l’uovo di Parisi, da Lucca, un uovo senza contenuto di colesterolo, prodotto da galline alimentate con yogurt, ottenuto dopo 8 anni di sperimentazioni: nel piatto un uovo in foglia di lardo aromatizzato con vaniglia su un letto di fonduta di patate allo zafferano, nel bichiere Barolo 2003 dei Poderi Luigi Einaudi. Il bicchiere me lo tengo stretto fino alla fine della cena, il Barolo è perfetto anche sulle successive portate: maltagliati con pesto crudo a base di aglio, parmigiano, lardo, anice stellato, nocciola, su cui beviamo Merlot Quercegobbe Petra 2005, copre bene l’intensità aromatica dell’anice. Poi una zuppa calda di patate e castagne “del prete”, una grattugiata di ricotta di bufala affumicata e pepe nero di Sechuan; molto sapido, le patate sono della varietà ratte de Touquet, e vengono coltivate sotto la sabbia del mare in condizioni di bassa marea. Continuiamo con tracchie di maiale nero casertano al forno con bacche di coriandolo, il vino proposto in abbinamento è Amarone della Valpolicella 2004 Tenute Galtarossa ottenuto da sole uve Corvina e Rondinella. Come pre-chiusura zuppetta tiepida di mele annurche al cardamomo, ci servono il Moscato Passito di Pantelleria Le conche 2004 Terre dei Sesi, e una mousse di ricotta, cioccolato amaro al sale affumicato, croccantino al sesamo, curry. Nella descrizione del vino, a proposito della traduzione della parola “zib’ib” dall’arabo, riporto una battuta udita al mio tavolo, “pensa che piacere ci hanno fatto gli Arabi, altrimenti stavamo ancora a fare i conti con i numeri romani”, copyright Alessandro Schiavone. Tra gli altri presenti rivedo Ernesto De Dominicis, Giuliana Caiazzo, Nicoletta Di Costanzo, Fiore Aliperti, Roberto Di Costanzo con la moglie, e un simpatico notaio di cui non conosco il nome, molto curioso della degustazione e degli abbinamenti; a un altro tavolo Mara Marrone, Maria Grazia Sapatiello, Salvatore Landolfo; io siedo con Gaetano e Imma Scognamiglio, Mimmo D’Anna, Giuliana Biscardi, Alessandro Schiavone; aspettatemi al prossimo evento, non mancherò…
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