Di Michela Guadagno
Diario di viaggio n° 17, scaramanticamente. La mia macchina è anfibia a prova di alluvione, lo scopro rientrando da Aiello del Sabato, dopo cena al Cielo Azzurro il cielo si è dimenticato l’azzurro, e ha scatenato acqua e vento. Prima però, gran bella cena toscana, preparata stavolta dalla signora Romana, la mamma di Mimma Lanzetta, originaria di S. Miniato, con il supporto di Pietro, Antonio e Lello Del Franco. Bella tavolata delle feste, in rosso, e candele accese, e per centrotavola un ramo di vite con sigari toscani e fiammiferi, il contenitore (vuoto) del “Moro”, palline colorate con i colori delle contrade del Palio di Siena (si chiamano “bàrberi” spiega Lello profondo conoscitore di quelle zone), coltelli di Stamperia di Berti, ma stavolta ho le foto! La cena inizia con i crostini toscani, cioè un patè di fegatini, spezie e burro, deliziosi con il Chianti Classico ’06 di Isole & Olena. Con lo stesso vino va bene anche il primo piatto di maccheroni “alla chitarra”, fatti a mano da Antonio, con ragù toscano, carne macinata tipo bolognese con aggiunta di coniglio, “distrattamente” con Sabino Della Sala facciamo il bis. E poi il capolavoro, coniglio al cioccolato, con contorno di polenta di granturco: spiega Mimma che il piatto anticamente era con la lepre, ma noi ci accontentiamo! Chi sono i noi? Angela Scianguetta, Gaetano Esposito, Mimmo Duraccio, e tre ospiti napoletani che risiedono ad Avellino, Mimmo, Anna e Renato. Beviamo Montevertine 2001. Ed è il momento di Mimma, e della degustazione di cioccolato toscano La Molina, di Pistoia, napolitaner di cacao 70% Cuba, ancora 70% Papua Nuova Guinea, e 75% Tanzania. Ci spiega le differenze tra cacao Criollo, Forastera e Trinidad, ci mostra la lucentezza della superficie delle tavolette, ci fa sentire lo “snap” di rottura che suona di più nel secondo cioccolato, la ascolto incantata. Assaggiamo mordendo con i denti incisivi e masticando per sentire tutta la morbidezza e l’avvolgenza del cioccolato; nel frattempo l’abbinamento, sentite un po’, con Brunello di Montalcino Poggio Salvi 1979 di Biondi Santi, servito già nei bicchieri per ben ossigenarlo, perfetto nelle sue note tostate di cacao e caffè, e dopo 30 anni! Altro abbinamento con Banyuls Aoc ’97 L’Etoile e Grappa di nebbiolo invecchiata Marolo, ma io preferisco il Brunello. E per concludere le praline, al caffè, cappuccino, tartufo, nocciola, e piccole “perle” con fava di cacao, mandorla, uvetta, scorzetta d’arancia; la chicca finale è una prugna sciroppata sotto alcol e sciroppo di zucchero, si dice la “pruna d’a preta“, ricetta Del Franco. Fortuna vuole che qui stasera sono tutti fumatori, e così quattro chiacchiere rilassate intorno al tavolo con un bel sigaro non ce le leva nessuno…. Regalo natalizio per i presenti una bottiglia di vino cotto ottenuto dalla vite che fa da pergolato davanti al bar, quest’estate carica di grappoli ombreggiava i tavolini e adesso ha i pampini a terra spogliati dal vento. Rubo la conclusione a Mimmo Duraccio: “quando vengo qua da Antonio mi sento coccolato“, ed è vero!
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