Di Michela Guadagno

Vorrei tranquillizzare Tommaso e gli altri, non è che di colpo abbia frequentazioni con Premier e Case regnanti, è capitato che abbia partecipato anch’io a un servizio sommelier insieme a Pino Savoia, Massimo Florio, Franco De Luca, Stefania Cozzolino e Maria Luisa Crescimbeni, un evento “segretissimo” tenuto martedì 21 ottobre a Citta del Gusto a Napoli, l’unica notizia che avevamo dal catering Sire era l’appuntamento fissato per le 8,30. E così ci troviamo, dopo una serie di caffè, tutti pronti in uniforme ad aspettare le personalità ospiti del pranzo a sèguito dell’Assemblea dell’Unione Industriali. Pino distribuisce i ranghi, al piano soppalcato dove è disposto il tavolo imperiale saranno lui e Ciro Potenza, il sommelier “di casa” di Città del Gusto, a servire i vini ai 24 commensali vip, noi altri saremo in sala per le altre autorità disposte nei sette tavoli da otto sedute, che fa 56, in tutto 80 selezionatissimi invitati. Confesso che ho provato a sbirciare i nomi dei presenti, a parte i volti noti, sembrava di essere in un telegiornale, purtroppo la lista degli ospiti è top secret, e certo non la fanno vedere a me!Pranzo di gala che più non si può, quando mi succede un’altra volta? I tavoli rigorosamente apparecchiati in bianco, mise en place elegante, centro tavola di gusto con melograni e peperoncini di buon augurio, ho infilato un cerasiello nel taschino del grembiulone per scaramanzia, non si può mai sapere…. e tutto fila liscio. Il menu a base di spicchi di pizza in entrèe innaffiati dal Dubl rosato metodo classico millesimo 2005 dei Feudi di S. Gregorio, da uva Aglianico 100%, la memoria della cena con Selosse è ancora fresca, è facile presentare questo vino. A seguire sulla parmigiana di melenzane il Costa d’Amalfi Furore bianco Fior d’uva 2006 di Marisa Cuomo, anche su questo siamo preparati, blend di Fenile, Ripoli, Ginestra, ho una notizia in più, l’etichetta è stata un consiglio di Luigi Moio sulla base di un acquerello ritrovato nella cantina dell’azienda. Lo stesso vino anche sulla spigola in salsa di lattuga e broccoli baresi. L’ultimo vino da dessert, Melizie di Mastroberardino, passito da uva Fiano, è abbinato su una pastierina con salsa al cioccolato, accompagnata da cioccolata foresta. Servito si fa per dire, il commiato del Capo del Governo per gli impegni successivi crea un andirivieni degli ospiti, tutti in piedi per salutare, una certa fatica a districarsi per un impeccabile Franco De Luca con il vassoio per il cambio dei bicchieri! Ma si sa che è in queste circostanze che si conquista il proprio valore sul campo!E la cena con Savoia? Succede che un pomeriggio di un mercoledì di ottobre mi arriva la telefonata di Pino Savoia: “Che fai stasera, vieni alla serata dei Feudi?”. Avevo letto della cena a 4 mani tra lo chef Paolo Barrale del ristorante Marennà e la chef Lucia Botte della Locanda del Palazzo, ma di questa serata non avevo notizie al riguardo. Mi coglie di sorpresa, va bene, a che ora è l’appuntamento? Lungo la strada capisco che si tratta della verticale di Taurasi, ho avuto dei problemi con il computer e non ero informata.

Arriviamo al Vulcano buono, una cattedrale nel deserto che si staglia nel buio della sera, lì c’è il Wine Bar dei Feudi di S. Gregorio diretto da Massimo Florio, coadiuvato in sala da Luigi Avallone e Marina Di Lauro. Stasera c’è la degustazione di Taurasi 2004 e Taurasi riserva Piano di Montevergine annate 2001, 2000 e 1997 abbinati a un tagliere di caciocavallo podolico in tre stagionature, di 6 di 8 e di 14 mesi in grotta, e una zuppa di orzo farro e lenticchie conditi da olio extravergine d’oliva cultivar Ravece. Pino guida la degustazione, un po’ prima si stappano i vini, il magnum 1997 è meglio decantarlo. Massimo apre la serata parlando del vino più nobile del centro-sud e cede la parola a Pino, che fa notare come l’evoluzione del vino nei bicchieri che abbiamo davanti presenta differenze notevoli, man mano crescono i profumi e la struttura. Si comincia dal 2004 rosso rubino intenso, trama fitta che denota struttura e consistenza, naso affascinante di piccoli frutti, sentori speziati di pepe nero, finale balsamico, al gusto un tannino irruento ma non invadente, la freschezza fa salivare, poca la morbidezza. Su questo vino assaggiamo la zuppa, l’abbinamento rende bene in termini di territorio, l’olio di Ravece sprigiona il suo sapore amalgamandosi a quelli dei cereali. Pino passa a illustrare la riserva 2001 di Piano di Montevergine, naso di frutta matura, ciliegia sotto spirito, prugna, china, carruba e noce moscata, al gusto ritroviamo maturità ma non ancora morbido, chiusura di bocca di melograno. Il gioco degli abbinamenti suggerisce la cacciagione, la bistecca fiorentina, la ribollita toscana. Qui lo beviamo sul caciocavallo podolico stagionato 6 mesi, che presenta qualche sfaldatura nel sottocrosta, aromi animali, una pasta elastica, una persistenza lunga e piccante. Ci viene offerto in alternativa con un pecorino laticauda di 6 mesi, aromi di latte cotto, burro, un po’ di erbaceo, anche qui finale piccante, l’abbinamento per me è giusto. Il Piano di Montevergine 2000 tende a un colore più granato, impenetrabile, denso, lento nel bicchiere, primo naso di amarene, confettura, poi spezie di liquirizia, pepe, cannella, chiodi di garofano. In bocca risulta più fresco, nell’abbinamento con il caciocavallo podolico di 8 mesi con profumi più freschi di latte, è più morbido. Il podolico di 14 mesi è stagionato in grotta, ha un evidente sentore tostato di nocciola, lo proviamo con l’ultima annata di Taurasi riserva Piano di Montevergine, la 1997. Annata memorabile per questo vino simbolo del sud, colore granato, sentori di torrefazione, eccellente. Si apre la discussione, io trovo l’abbinamento perfettamente armonico, alcuni dei presenti non condividono. Mi faccio portare la bottiglia, ricordate la vecchia etichetta?, sul retro c’è un motto: “spirituale vinum”, concordo.Ma non finisce qui, Massimo annuncia la sopresa finale, il Responsabile Marketing della Feudi, al secolo Alessandro Palmieri, concede di degustare in anteprima il Taurasi riserva Piano di Montevergine 2002 per noi tutti. Grazie per il gentile omaggio, personalmente e Francesca Martusciello è d’accordo con me, credo che sia pronto ad eguagliare i fasti dell’annata 2001, che ha ottenuto l’onore dei 94 punti da Wine Spectator. Non c’è che dire, queste nobili frequentazioni sono da frequentare più spesso!