Di Giannantonio Aiuolo
Martedi 21 Ottobre Al Teatro Comunale di Caserta un gruppo di amici ha voluto ricordare Il giovane casaro Fabio Lombardi a circa un anno dalla scomparsa.La commemorazione non è di quelle formali;Fabio era un grande per chi l’ha conosciuto e chi era presente non era là “per un atto dovuto” ma per volontà dettata dall’affetto e dalla commozione. E’ stato il Gruppo Servizi dell’AIS Caserta a volere fortemente questa serata…Fabio era diventato da poco uno di loro e ne era fiero,ma in sala c’erano personaggi legati a varie Associazioni nelle quali Fabio aveva avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare.C’erano giovani,forse amici d’infanzia, che non nascondevano il rossore agli occhi;c’era qualche produttore,c’era qualche casaro, c’erano tre generazioni di Lombardi che mostravano un tenera socialità nonostante tutto…c’era tanta gente!
La riflessione a cui lego queste righe è quella legata alla bellissima idea di organizzare qualcosa del genere in un ambiente professionale,e non,spesso apparentemente asettico e modaiolo.Martedì sera si è visto un aspetto insolito del mondo AIS spesso legato allo stereotipo del calice che ruota alla ricerca di un qualcosa che a volta non sappiamo nemmeno cosa sia o cosa debba essere;un aspetto lontano dalle code al banco d’assaggio più prestigioso, lontano dalle adulazioni al Guru del momento e alle stravaganti dichiarazioni dell’ultimo scopritore della Pietra Filosofale enologica. A volte il Tastevin luccicante all’occhiello rischia di coprire il cuore e la mente. Martedì il buffet era poco più che simbolico, offerto per amicizia da qualche produttore e servito con semplice e composta professionalità dal Gruppo guidato da Alessandro; ma era tanta la soddisfazione di condividere quel sentimento,quegli occhi rossi e vedere Liliana Lombardi disegnarsi un sorriso sul volto per gli ospiti di Fabio. Qualcuno degustando l’ultimo Casavecchia di Fabio è scoppiato in lacrime. Non vorrei apparire sadico provando soddisfazione nel vedere il dolore altrui, ma fa piacere notare che tante persone, con cui si sono condivisi momenti professionali, e di cui poco si conosce oltre la giubba, hanno in serbo sentimenti così nobili. Persone che con lo spirito vanno oltre il confine della propria competenza professionale e danno un peso ed un valore più alto alla parola “ASSOCIAZIONE” senza dare importanza ai titoli, alle nomine,alle Direzioni Corsi ed altro ancora. Tutto questo mi dà gioia e penso che anche in questa espressione di grande umanità ci sia lo zampino di quel ragazzo di campagna che la campagna ha voluto tenere per sè.
Uscito dal Teatro con alcune colleghe tornavo verso l’auto,l’aria era quasi tiepida,invitava a camminare,magari tra i campi rischiarati dalla luna masticando un filo d’erba.
Arrivederci Fabio
Nella foto:Fabio Lombardi,Mario Sanza,Gennarino Esposito,Salvatore Varrella, Paride Cimbalo, Tommaso Luongo, Nicola Fiorillo
Grazie Gianni per le parole che dici, io penso che in una “associazione” dovrebbero sempre regnare questi valori. Stringersi intorno a Fabio e ai tanti fabio che trasmettono sorriso, entusiasmo, voglia di fare e di andare avanti. Sono stata al tributo per Fabio Lombardi, lo ricordo con un affetto immenso, una sera avevo la mia lezione sull’Umbria e Lazio alla Botte, già ci conoscevamo. Rispondeva con attenzione, sete di imparare e di diventare sommelier, diploma che è stato consegnato postumo la sera della cena sociale di Natale 2007 a Torre Gaia, tra gli applausi e le nostre lacrime. Fabio non c’era più, travolto una notte di settembre dal destino che diventa leggenda. Un ragazzo di 21 anni, e un formaggio che aveva deciso di rilanciare insieme alla storia della sua famiglia e della sua terra. Lo ricordiamo il suo entusiasmo, ovunque lo incontravi a raccontare il suo Conciato, sempre pronto a spiegare del caglio di capretto, della concia con l’acqua della pettola fatta in casa, delle erbe pimpinella e timo del suo orto, del peperoncino, dei 12 mesi di stagionatura negli orci di creta, e un bacio festoso di saluto. Io non posso dimenticarlo, con quell’affetto sconosciuto e sincero, socievole e spontaneo, se n’è andato prima di diventare uomo di successo, prima che la sua spontaneità diventasse cinismo, e perciò è diventato leggenda. Fabio, ci hai lasciati da un anno, noi non lasceremo che il tuo entusiasmo ci lasci mai. Conoscevi un mio segreto, e mi strizzavi l’occhio incoraggiante, con la coscienza di un’età imberbe e cocciuta; te ne sei andato, lo so che da lassù continui a darci coraggio, ti vorrò bene sempre. Michela