Di Raffaele Del Franco
Non c’entra nulla quella di Cristo, argomento troppo importante per farlo entrare nel banale mondo del vino, ma è quella che vorrei sprizzasse dalle menti dei produttori di Brunello di Montalcino. Non mi rivolgo nenche alla questione del disciplinare, ormai archiviata con un nulla di fatto. La denominazione Italiana enoica più conosciuta nel mondo deve risorgere dopo essere stata sommersa dalla cenere 10 mesi fa. Questa biblica impresa sarà possibile solo se aumenta il grado di passione che i produttori di Brunello impiegano nel fare il proprio vino. Occhio! non sto parlando di impegno nella propria azienda, di quello ne hanno profuso a iosa in questi anni, ma di uno scatto un po’ più in là, per rendere la loro imperfetta (a detta dei giudici) ricchezza in una perfetta natura. Arrivo puntuale all’appuntamento, anche se sgarro la strada di 200 mt. Ma sono giustificato dal fatto che sono novizio degli Enolaboratori della delegazione AIS di Napoli che si svolgono, gia da un anno, nella curatissima enoteca di Mauro Erro. La tavolata unica mi riporta di nuovo a Cristo, in questo caso l’ultima cena, ma siamo un pochino di più della Davinciana tavola, quindi non c’entra neanche in questo caso. Fabio ci introduce nel mondo Ilcinese con tutta la sua sapienza, con polemica annessa. I territori però, purtroppo, non li conosciamo abbastanza bene da poter spingere il discorso un pochino più nel profondo. Terreni, esposizioni, età delle vigne, cose non secondarie, anzi. I quattro campioni vengono versati dalla mano, leggermente tremante di Mauro e suo fratello. Adesso inizia il bello. Non voglio intaccare la sensibilità di nessuno ma scriverò quello che io, e solo io, ho sentito nei quattro bicchieri. Campioni tutti alla cieca.
Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino Az. Mastrojanni 2001
Naso balsamico con pizzichi di fiori e soprattutto un invadente nota di cipria. In bocca invece il vino si distende molto bene con un giusto corpo e finale pulito da una acidità adeguata. Nel complesso un vino, troppo adeguato.
Brunello di Montalcino Sesti 2001
Naso molto ridotto, quasi ingiudicabile. Ci ritorno dopo qualche minuto ma niente, ancora compresso da note di forte riduzione. In bocca invece è estremamente bevibile con tannini belli evidenti ma non invadenti.
Brunello di Montalcino Riserva Az. Case Basse Soldera 2001
Naso quasi muto, i fuoriclasse sono così, sottili e intriganti. La nota che mi fa impazziere e l’agrumato che si stampa sullo sfondo. Ma anche fiori freschi, frutto turgido. In bocca è una piuma, tocca tutte le corde gustative con leggiadria. Lungo è persistente solo se rimani ad ascoltare.
Brunello di Montalcino Riserva Il Poggione 2001
Il più caldo di tutti, naso di frutta matura, balsamico e iodiato.
In bocca è equilibrato fino al centro, poi, in finale, si allarga con un alcol eccessivo.
La serata è stata vinta dal campione numero 3 a mani BASSE, anche se qualcuno/a era in disaccordo. Io non sono molto democratico, quindi, esigo che tutti si allineino al pensiero comune. Aspetto che i dissidenti si adeguino con pubblico proclama.
Grazie a tutti della bella serata, Michela compresa!
Il “fratello buono” non è democratico?!? Meglio che ci teniamo stretto “l’altro”! Da dissidente (o dipartente, delegà, sto aspettando che ti decidi, ‘ste valigie le faccio o le disfo?) io preferivo il 4°, come già detto nel commento al post precedente. Ma se volete cambio idea…..non si sa mai!
P.S. Benvenuto Lello tra gli “enolaboratoristi”, ci sta bene un commentatore come te, alla prossima!
Caro Lello, hai perfettamente ragione in merito al discorso “Terreni, esposizioni, età delle vigne, cose non secondarie, anzi.” Un’osservazione giusta e sacrosanta. Ci tengo a sottolineare che è stata una mia e solamente mia manchevolezza. Mauro ci aveva provato inserendo parte di queste notizie (età delle vigne e composizione dei terreni) nella cartellina di presentazione della serata (novità di quest’anno, tra l’altro, a quanto pare, molto apprezzata). Sarebbe stato compito mio riprendere queste notizie ed approfondire l’argomento. Ci sarà sicuramente da parte mia un maggiore impegno in questa direzione per le prossime volte. Aiutato, semmai, dalla presenza dei produttori che, voglio ricordare, saranno presenti nei prossimi appuntamenti.
Fabio
Caro Fabio, la critica alla mancanza di informazioni su alcuni aspetti del territorio di Montalcino era rivolta soprattutto a me. Tanti anni passati a Siena e non conosco le basi del territorio vinicolo più famoso del mondo. Mi vergogno di questo, ma sai, nell’età universitaria, i terreni delle vigne di Montalcino non erano proprio l’argomento preferito dalla mia mente. E poi quando ho un po di tempo per tornarci, con molta sincerità, preferisco la zona del Chianti Classico a quella del Brunello.
Lello
A chiunque fosse rivolta mi sembra comunque un osservazione molto giusta. In tutte le degustazioni questo tipo di aspetti non andrebbero mai trascurati.
Diciamo, allora, che approfitto di questa “autocritica” per porre maggiore attenzione, in futuro, su questi aspetti.
Io cerco sempre di imparare e di migliorarmi. Ogni consiglio-suggerimento in questa direzione è sempre molto ben accetto.
Su richiesta, specifica:
Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino Az. Mastrojanni 2001
rubino impenetrabile, primo naso polposo, profumi molto compatti poi si apre lentamente mostrando i muscoli su note di tabacco amaro, ibisco secco e cacao amaro, in bocca è nerboruto e moderno, tannini ancora spigolosi e finale ammandorlato.
Brunello di Montalcino Sesti 2001
Rubino, primo naso di spezie pungenti, poi emerge qualche puzzetta di feccetta che persiste a lungo, si apre molto poco su note di peperoncino e curcuma per chiudersi su se stesso, in bocca è rustico con tannino ancora non amalgamato, non grande persistenza e un poco aggressivo di alcol, un vino difficile.
Brunello di Montalcino Riserva Az. Case Basse Soldera 2001
Granato, primo naso molto chiuso, poi evolve su note floreali di rosa canina e viola mammola e note di pepe nero, dopo 30/40 minuti avverto una sensazione di crema chantilly e zucchero di canna e qualcosa di vegetale, bocca leggiadra, pulitissima, le note tanniche e sapide si alternano alla morbidezza alcolica carezzevole.
Brunello di Montalcino Riserva Il Poggione 2001
Rubino con unghia granata, primo naso floreale poi stacca su note eteree di smalto e ceralacca, quindi caffè e in seconda battuta piccoli frutti, discreta eleganza e struttura, buona persistenza, tannino ancora ruvido ma intrigante, in bocca resta centrato sul frutto e su note di delicata tostatura.