Di Michela Guadagno 

In una corsa spasmodica giù per via Tasso, da via Caravaggio a chilometro zero dovrei arrivare a casa prima io, in macchina penso a quello che devo scrivere, vi ricordate la coppia Walter Matthau e Jack Lemmon in “Prima pagina” di Billy Wilder? Incrociate le penne, parte la sfida: ore 0.03 comincio a scrivere, l’ho promesso a Enzo Coccia, patron della “PizzAria” La notizia (con la a, che fa la differenza del titolo), stanotte deve essere sul web. C’è chi mi dice “faccio il tifo per te“, non rivelo i nomi per correttezza, sono a me cari, e sono amici di tutti. Stasera grande “soirée” con Anselme Selosse e le bollicine Dubl di Feudi di San Gregorio, “parterre royale” per la seconda volta a Napoli, ieri mattina il gemellaggio con i Sommelier del Principato di Monaco che incoronano Enzo sommelier ad honorem prima dell’Italia (nel 2009 “dobbiamo” rimediare!), e oggi pizze diverse nel menu già predisposto: rotolini di ricotta di bufala con melenzane a funghetti, e di provola affumicata con “friarielli” in abbinamento con lo spumante da falanghina, l’applauso di tutti per un “vino con sensazioni di spuma“, la citazione è di Alessandro Palmieri. Esilarante la traduzione di vocaboli come “friarielli”, “sciurilli”, “puttanesca” tradotta quest’ultima con un’improbabile”belle femme” o “grande femme”, sapete che il napoletano prende molti vocaboli dalla dominazione borbonica, ma andiamo avanti, devo fare presto…Passiamo alle bollicine (tutte rigorosamente monovitigno, scelta che dichiara apertamente la volontà di comunicare il terroir senza le alchimie della cuvèe): prima il Dubl da Falanghina che incarna la spontaneità e l’immediatezza tutta irpino-partenopea poi il Dubl da Greco di Tufo, 24 mesi sui lieviti contro i 36 che prevede il disciplinare per la Docg spumante, ma qua per me si tratta del prodotto più simile a uno Champagne per struttura, aromi e lunghezza, pardon se così non è, ma mi conforta l’Amministratore Delegato Marco Gallone, “il Greco è la classe“, uva raccolta prematura con la giusta acidità per un metodo classico. Lo beviamo sulla pizza con strutto, mozzarella e fiori di zucca “in erba”, quattro ore per pulirli, Enzo li mostra ai francesi che non li hanno visti prima, questa è la mia preferita. E poi sulla “Margherita e le sue sorelle” con pomodorini del piennolo del Vesuvio, compare l’Aglianico: com’è bella questa spuma rosa, la vendemmia è del 2005, 18 mesi sui lieviti, una nuvola, va pure sulla pizza alla “belle femme” o gran famm detto in dialetto napoletano che si presta per l’appetito di chi arriva in ritardo, cioè Stefano Giancotti con Rosaria (ho dimenticato di farle gli auguri per l’onomastico, e riparo) e i coniugi Sposito di Taverna Estìa. Replica con il ripieno “pepato” ricotta e cicoli, e all’interno il basilico, Tommaso Luongo mio dirimpettaio a tavola e autore delle foto mi scrive in una grafia illeggibile da chirurgo “il virile Aglianico che si scopre ermafrodita grazie alle bollicine che ne rivelano la femminità recondita: l’eterno dualismo dello Yin e Yang“, allude a una dicotomia, ma non capisco…. Varchiamo le frontiere, tante risate e buonumore, con le foto di Anne Bauer, fotografa e blogger  per la rivista Brigitte, che mi immortala con la bottiglia bevuta “a canna”, oppure la foto (in alto)con Selosse e Paolo De Cristoforo tutti e tre a fumare, presenti il prof. Guido Fusco che a sorpresa arriva con un amico autore di uno studio sui polifenoli del fiano e dell’aglianico, l’agronomo Bourguignon e consorte che si presta per la traduzione, Giovanni Assante del pastificio Gerardo Di Nola, Antonio Tubelli di Timpani e Tempura, lo chef il sous-chef e il sommelier di Marennà, lo staff della Feudi, gli agenti Armando Filippetti e Giancarlo Primavera capoarea, le giornaliste Giulia Cannada Bartoli e Laura Gambacorta, last but not least il Presidente di tutti Antonio Del Franco che mi “richiama” come “navigatore” in diretta, qualcuno tempo fa gli aveva detto: “l’unica differenza è che il Tom Tom lo puoi spegnere con off, Michela no!“. Au revoir a tutti, e un grazie ai mitici collaboratori de “La Notizia”, Arrigo, Davide, i nomi degli altri perdonatemi non me li ricordo, e un grazie di cuore a Ciro Potenza che, dopo 14 anni di fraterna collaborazione con Enzo è passato come sommelier a Città del Gusto con Paolo e vince con orgoglio il premio Bonaventura Maschio: “non ho ancora messo i piedi a terra” mi confida, e non li mettere, vola sempre più alto è il nostro augurio! Invio, chi ha fatto prima?P.S. Scusate, ho dimenticato! Giro il pezzetto di carta su cui ho preso appunti, e ricordo l’omaggio della serata ai francesi, due quadri che ritraggono il pulcinella di Picasso, e una gouache del Vesuvio a Madame Selosse, gouache in francese si dice così e l’hanno inventato loro. Mi sa che ho perso il tempo, chissà se è stato l’inconscio!

Sul blog di Luciano Pignataro (clicca qui) la stessa serata raccontata da Giulia Cannada Bartoli