Di Michela Guadagno

lacrymachristi_premiati.JPGOttaviano. Arrivo all’istituto alberghiero con ritardo, ho trovato traffico, ho sbagliato strada, e sono agitata. L’umore non è dei migliori, il caldo e l’umidità sono soffocanti, e non solo. Scendo la scala che porta alla sala attrezzata per la degustazione. Il sorriso si riapre di nuovo sul cuore quando vedo venirmi incontro un grande caro vecchio amico, e a ruota saluto tutti gli altri degustatori, sono contenta di incontrare Alberto Capasso, Ugo Baldassarre, Pasquale Carlo, Giuseppe Aliberti, Monica Piscitelli; Maurizio Paolillo ci raggiungerà nel pomeriggio, non conosco e ci presentiamo con Mayumi Nakagawara, Roberto Di Meo presiede la giuria e Giulia Cannada Bartoli coordina le degustazioni. Cominciamo gli assaggi, Roberto illustra la scheda, e vai con i 102 vini in concorso, tutti coperti e contraddistinti dal loro codice. Prima i bianchi, come di rigore, qualcuno stupisce e qualcuno meno, la mano di enologi e territorialità aziendali diverse, possiamo esprimere giudizi in base alla qualità di vini che non sono proprio omologati tra di loro. Certo è che vediamo nei bicchieri colori che variano dal giallo paglierino più delicato al giallo dorato più carico, e parliamo della stessa annata, la 2007. Qualcuno avrà fatto un breve passaggio nel legno, qualc’altro avrà avuto un leggero contatto sulle bucce, ancora le differenti esposizioni dei vigneti avranno dato più concentrazione e meno acidità, ma ci sono alcuni vini che appaiono stanchi. Quando si passa ai rosati la situazione diventa più … rosea, sono tanti i Lacryma Christi rosati ad avere un punteggio alto, piacevoli al naso e gradevoli in bocca, profumi di rosa canina, bella freschezza, scattanti. Anche qui i colori variano nelle tante sfumature del rosa, il parere di molti è che la tipologia migliore è proprio questa. I rossi sono di nuovo diversi, li degustiamo nel pomeriggio, alcuni sono più trasparenti, altri decisamente impenetrabili. Aspettiamo il responso finale, lo sapremo domenica. Sabato i “miti” dell’Enologia, Luigi Moio, Roberto Cipresso e Lucio Mastroberardino confrontano le loro esperienze e concordano che è il Vesuvio lo “spot” su cui puntare, il nome da spendere, il valore aggiunto noto nel mondo per i suoi prodotti tipici e di eccellenza, e Luciano Pignataro ricorda che non esiste altrove una viticultura con una “cartolina” come questa. Domenica la conferma, i vini premiati sono all’altezza, per la tipologia bianco vince il premio Amodio Pesce la Cantina del Vesuvio, il rosato è della Cantina degli Astroni, il rosso di De Falco Vini. La prima edizione di una tre giorni di dibattiti e degustazioni si conclude positivamente, le bottiglie che hanno superato il punteggio di 80 centesimi sono il 40%, l’auspicio è che per la prossima edizione si raggiungano percentuali ancora migliori. Telegrafica, sono riuscita nella sintesi? Però non vi ho detto tante cose…. Per esempio, del Castello Mediceo. Apprendo che la sala dove si tiene il convegno è un’antica cantina, al di sotto del pavimento si vinificava l’uva già nel ‘600. Mi domando quanto c’è da scoprire nella storia del vino in Campania, una lunghissima esperienza che forse si è andata dimenticando nel tempo, ed oggi riaffiora nei ricordi e negli aneddoti di chi questa storia l’ha fatta e l’ha vissuta in tempi in cui la tecnologia non esisteva, e la scienza non era così moderna. Oppure non vi ho detto dell’istituto alberghiero “Luigi de’ Medici” , che è arredato proprio come un vero albergo, la reception, l’angolo bar, il salottino per ricevere. E non vi ho detto del pranzo a Taverna Estìa (qui la recensione di Luciano Pignataro), impeccabile il sommelier di casa Mario Sposito nell’offrirci la Cuvèe Imperiale Berlucchi millesimo 2001, belli i decanter Riedel “swan” con cui serve l’Excelsus di Castello Banfi 1999 e il Brunello Biondi Santi 1998, e a seguire il Borgogna bianco Madame Leroy, sì, a fine pasto il bianco, (i francesi dicono che prepara la bocca a un bacio) su un pre-dessert alla liquirizia Amarelli e croccante di mandorle, e su parfait alle arachidi e caramello, de-li-zio-so. Chiudiamo con un Recioto della Valpolicella Allegrini.Tutto questo e altro ancora, ma mi accorgo che una vena malinconica pervade il mio racconto. Ho perso, se mai l’ho avuto, lo spirito giusto? Mi sto prendendo sul serio? La luce solare dell’estate invita al buonumore, il grigio di questi giorni di pioggia già spegne la carica di entusiasmo? Boh… Riflessione di coda: domani (oggi, ndr) 15 settembre riaprono le scuole, si comincia, ma ad imparare dagli altri non si finisce mai…

Qui il comunicato ufficiale.

Foto: Monica Piscitelli