Stavolta il Report sulla prima sessione del Riesling si è sdoppiato negli interessanti contributi di Mauro e Luca, i nostri “articolisti” più prolifici…(T.L.)

 Di Luca Massimo Bolondi

Gli Dei tanto lontani e avversi, eppure complementari, … dall’unione di caratteri mutuamente contrastanti spesso nasce grande armonia, talvolta nasce il sublime (e giù citazioni dotte da Nietsche a Wagner a Wittgenstein…). Ma stasera siamo inebriati da un’esperienza assai tangibile. È lì, anzi sono lì, in nove calici otto variazioni sul tema dell’armonia da contrasto.
Otto perché – ahimè – il primo calice contiene un Trocken Kabinett 2002 (Johannishof) ferito a morte dalla sentenza dell’assaggiatore: “tappo!”. Ciononostante, la curiosità è grande e una piccola quantità viene provata al palato per chiarirci il concetto di acidità tagliente di questo vino che tra i Riesling dovrebbe essere il più secco. E nonostante gli aromi alterati, si affaccia al naso una raffica di sentori minerali. Un inizio di grande stimolo al desiderio.
Il secondo calice non tradisce. Trocken Spatlese 2001 (Koehler Ruprecht ), per servirvi di una mineralità spinta: il primo naso annuncia oli minerali e gomma bruciata. Strano? Gradevole. Dopo un tale intenso impatto vien la frutta di soppiatto… ecco che alla porta accanto l’officina meccanica apre il fruttivendolo. All’ananas oleodinamico si affianca il sentore di pesca gialla matura, e un lieve zafferano ci suggerisce un nobile attacco di botrytis alle uve mature. E in bocca il senso tattile del limo gioca con una spalla acida poderosa. Retroaromi lunghi danno il degno coronamento.
Appena versato, il terzo esemplare splende nel calice. Trocken Auslese 2005 (Karthäuserhof), in crescendo, a dispetto della relativa gioventù. Aroma esotico ed elegante, frutta a polpa gialla a maturazione perfetta. Vivacissimo al palato, mima addirittura un lieve perlage. Armonia sinfonica!
A seguire un fuori programma: Trocken Auslese Niersteiner 1996 (Heinrich Braun). Un cristallo color dell’oro sgorga dal lungo collo della renana e si adagia nel calice. Attacco olfattivo di idrocarburi e pesche mature. In bocca esplode una supernova di gusto ed aromi. Dilaga con una acidità da vino eterno: con queste premesse vorrei provare annate antichissime, attendendomi piacevoli sorprese. Questo è vino da seduzione, peccato sia introvabile…
A chiusura della prima parte della serata ecco il piccolo di casa, un giovinetto di pronta beva (e dal nome impronunciabile – Von Schubert -) che con soli otto gradi alcolici suggerisce di uscire dal cestello e farsi tracannar d’un fiato appena risaliti in barca dal bagno in un assolato meriggiare d’estate. Il Riesling è anche questo.
Ha ragione Fabio Cimmino nel sostenere che questo è un vitigno aromatico anche se non è classificato ufficialmente per tale.
Ripresi? Si riparte, e stavolta con il degnissimo accompagnamento di tre ottime pietanze concepite per l’abbinamento. Una sfida mica da ridere, visto che la seconda parte della degustazione prevede vini non-trocken ovvero di maggiore potenziale zuccherino. Ma Divinoinvigna si avvale di una cuciniera di talento. Capace di dosare attentamente il sapido, il succulento e il citrino. Ecco quindi parte un gioco di contralto tra il vino (Kabinett 2002 Johannishof da terroir di quarzite, Spatlese 2005 Emrich-Schönleber da terroir di ardesia blu, Auslese 2005 Weins-Prüm dolce ed equilibrato) e lo sformato di patate in crema, i dadi di mortadella fine, le polpettine delizia-un-sol-boccone.
Il secondo fuori programma è la corsa all’oro nel calice: Kallstadter Saumagen 1992 Koehler Ruprecht (!) botritizzato, vino soprano che se avesse voce supererebbe la Montserrat Caballè, ananas alla liquirizia con al palato una nota acida ancora talmente acuta da far pensare all’immortalità dell’anima. Gran finale.
Questa degustazione è stata un lungo susseguirsi di sorprese, per chiunque non abbia già grande esperienza di codesto nettare. Vien da dire “corri a provare, non limitarti a leggere!”
Nei vini di stasera abbiamo sperimentato il connubio tra i colori, dall’oro giallo all’oro antico, la vetustà del vino, la forza e maturità degli aromi, il palato dolce da una parte e dall’altra parte la freschezza imperiosa, il sapor pietro della mineralità, la dichiarazione di un futuro raro a un bianco. Un grande danese, Niels Bohr (astrofisico, matematico e fisico premio Nobel) aveva per logo lo yin-yang e per motto “contraria sunt complementa”. Sospetto che fosse buon conoscitore del Riesling.