Di Roberto Erro
1982: nascono Italia1, Rete4 e Calaiò. Vede la luce anche E.T. di Steven Spielberg, mentre Ridley Scott dirige Rutge Hauer nel personaggio di Roy Bath (“Io ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare”) e Harrison Ford in Blade Runner, tratto dal romanzo Do Androids dream of eletric sheep? di Philip Dick, scrittore statunitense che muore a marzo, nello stesso mese della prima del film a Denver e Dallas. Michael Jackson lancia Thriller iniziando a percorrere il sentiero che lo porterà alla ricchezza e alla disgrazia. Ad oggi Thriller è l’album più venduto (104 milioni di copie) nella storia della musica. In un freddo e lontano paese si svolge un referendum popolare: 53% di favorevoli. La Groenlandia abbandona la comunità europea.Intanto Gabriel Garcia Màrquez viene insignito del premio Nobel per la letteratura “per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente”.Un’azienda statunitense, la Commodore Business Machine, presenta il commodore 64, tra le prime consolle dell’era digitale: i più piccoli (ma anche i più grandi) possono godere dell’uscita di Pac-Man Plus, Super Pac-Man, Popeye e Donkey Kong jr.In aereo, con la coppa al loro fianco, quattro italiani giocano a scopone scientifico: la coppia Bearzot-Causio vince su Pertini e Zoff. Qualche ora prima, il portiere della nazionale si era preso una più grossa soddisfazione: l’Italia batte la Germania al Santiago Bernabeu di Madrid vincendo i mondiali di Spagna. Quell’11 Luglio i Rolling Stones sono in concerto a Torino: Mick Jagger indossa la maglia azzurra n° 20, quella di Pablito Rossi, e profetizza un 3-1 in uno stadio gremito di gente in cui è stato montato un maxischermo sintonizzato sulla partita. Faceva caldo quell’estate, un caldo boia. In Sicilia la temperatura tocca il picco più alto registrato fino ai giorni nostri: 47 gradi. In Piemonte le condizioni climatiche, lontane dalla situazione isolana e del sud, offrono a Ida e Franco Boschis i presupposti migliori per un grande vino.Ed eccolo dinanzi a me: Barolo Classico “Giacomo Borgogno e figli”.
Classe 1982. Ha la mia stessa età. L’ho bevuto insieme ad altri ben più canuti millesimi, di cui Franco De Luca e Claudio Tenuta ha parlato qui.Ma è lui che mi strega, quasi mi ipnotizza.
Mi ci avvicino con rispetto, quasi con timore reverenziale, curioso di scoprire come il tempo abbia inciso sul vino, più o meno conscio di quello che ha fatto su di me.Ed eccolo nel mio bicchiere: granato al colore con sfumature che nell’unghia, a bicchiere inclinato, rimandano a tonalità miste, tra il rosa e l’arancione, di quelle nuances proprie solo di alcuni tramonti. Poi lo avvicino al naso: piccoli frutti rossi, qualcosa di floreale, poi una pausa. Il vino è in qualche modo austero, più restio a concedersi rispetto agli altri. Ma io insisto ed ecco arrivare altre sensazioni: cioccolata, spezie di fondo, qualcosa di deciso e pungente, mi pare di riconoscervi del finocchietto. Nel totale un naso molto elegante, dotato di grande equilibrio. Poi lo bevo e la corrispondenza al naso è decisa: il tannino, ben dosato, graffia la lingua ai lati accompagnando un’acidità, che in alcuni momenti mi è sembrata quasi citrina. Con essa termina il sorso. Con essa ci si appresta al prossimo.
Sorso dopo sorso, il vino finisce.Mi emoziono. Mi dispiaccio.
Pare che mio fratello ne abbia conservata una bottiglia per me. Gliene sarò grato a vita.
Scrivi un commento