Di Adele Chiagano

Maurizio De Simone è un giovane enologo, ma con alle spalle una ricca e ben maturata esperienza. Oltre ad essere amministratore unico della società PRO. VIT.E. (professionisti per la viticoltura e l’enologia) segue attualmente circa 14 cantine che operano in differenti territori d’Italia: dal beneventano, infatti, si passa all’isola di Ponza, da Napoli a Catania, Montalcino, e ancora Caserta e Irpinia. Differenti ambienti, vitigni e territori nei quali Maurizio De Simone riesce ad applicare uno stile di vinificazione contrassegnato dalla consapevole adozione di una “enologia di non intervento” supportata da una continua ricerca, applicazione e sperimentazione. Ciò che caratterizza il suo lavoro è soprattutto un grande rispetto per quello che noi definiamo terroir, parola che Maurizio traduce con il termine “origine”, concetto che ha ampiamente approfondito nel corso della chiacchierata, necessario per stabilire il giusto equilibrio con l’elemento natura nel pieno riguardo del luogo dal quale l’uva proviene. Dopo la piacevole conversazione abbiamo degustato con il supporto del sommelier Franco De Luca l’Agostinella IGT Beneventano Bianco di Vigne Sannite e il Lentisco IGT Lazio Bianco dell’azienda Terre delle Ginestre.Quali sono le aziende che segue attualmente?

CECAS S.C. (VIGNE SANNITE) Castelvenere (BN), TORRE DEL PAGUS Paupisi (BN)
I BORBONI Lusciano (CE), PORTO DI MOLA Rocca D’evandro (CE), Az Agr. ALE.PA. Caiazzo (CE), CONTRADE DI TAURASI LONARDO Taurasi (AV), PICARIELLO Summonte (AV), Az.Agr. MOCCIA RAFFAELE (NA), Az. Agr. IOVINO (NA), ANTICHE CANTINE MIGLIACCIO Ponza (LT), TERRA DELLE GINESTRE Spigno Saturnia (LT), COMPAGNIA DI ERMES Olevano Romano (Roma), PIOMBAIA Montalcino (SI), ROCCA D’API Zafferana Etnea (CT)

Che cos’è Pro.Vi.te nello specifico?

Pro. Vit. E. s r l è la mia società unipersonale che indica:Professionisti per la Viticoltura e l’Enologia, alla quale collaborano, il dott. Gianluca Tomaselli (Tecnologo Alimentare) per i piani HACCP e produzione Dott Saulle Umberto (Agronomo) per la gestione e controllo delle tecniche colturali in vigna.

Qual è il suo rapporto con i produttori cui presta consulenza?

Con molti di loro collaboro da 15 anni e, anche con i più recenti si è instaurato un rapporto umano di profonda amicizia, anche perché vedrà che spiegando il mio modo di interpretare “L’ORIGINE” più che TERROIR e indispensabile far esprimere la personalità del produttore per ottenere dei vini unici, anche in condizioni similari.

Come fa, seguendo più cantine che operano in territori tanto diversi a conciliare il rispetto dell’identità territoriale di un vino con le aspettative dei produttori e le esigenze di mercato?

E’ proprio questa l’essenza della chiacchierata che faremo. Comunque in due parole, solo la profonda conoscenza di tutti i fattori che direttamente o indirettamente influenzano le fasi produttive e trasformazione e l’assoluto rispetto di essi senza interventi drastici, consente il pieno recupero dell’espressione di quel vino, in quel luogo, e di quel produttore, applicando la tecnologia per imparare la potenzialità e vocazione del prodotto adattando il “progetto vino” ad esso e non modificarne le caratteristiche per la sola esigenza di mercato. Il lavoro più lungo e difficile è prima di produrre. CONOSCERE PER GESTIRE!

Mi parla della sua esperienza con Roberto Cipresso?

Con Roberto ho collaborato dal 2000 al 2006. WINEMAKING nasce dalla fusione del mio studio a Napoli con quello di Roberto a Montalcino dove ho vissuto in quel periodo e dove ho portato le mie attrezzature di laboratorio perché all’epoca Roberto era in forte espansione e aveva bisogno di completarsi tecnicamente, quindi nacque la collaborazione che ci ha portato ad avere in consulenza 42 aziende nel mondo dove lui si occupava principalmente della comunicazione ed io gestivo lo stuff tecnico, poi, stanco di prendere aerei e di non avere più luogo di riferimento di vita ho deciso di “tornare alle origini” sono nativo di Napoli (Fuorigrotta), e adesso vivo tra Benevento Formia e Ponza, almeno per spostarmi non ho più bisogno di aerei.

Si fa un gran parlare di terroir, frutto del naturale equilibrio tra territorio, vitigno e uomo
oppure alla Dubourdieu, “capacità accertata di un territorio, grazie all’opera dell’uomo, di produrre un vero gusto caratteristico apprezzato dal mercato”. Mi darebbe una sua definizione di terroir?

Le allego la mia traduzione del termine che consegnerò in copia agli intervenuti della serata Vini di “ORIGINE”. La parola “ORIGINE” racchiude in se tutta la filosofia produttiva di Maurizio De Simone e della Pro.Vit.E. s.r.l. che nasce proprio per dare voce a ciò che questo gruppo di lavoro condivide e trasmette alle aziende della filiera vitivinicola assistite. Un pacchetto di servizi che spaziano dalla progettazione d’impianti viticoli, enologici fino all’assistenza commerciale con rapporti d’interlocuzione internazionale.
Maurizio da sempre ritiene che non solo i Francesi con il termine “TERROIR”, intraducibile in italiano, riescono ad esprimere il concetto ti tutto ciò che influenza il carattere di univocità del vino. La parola chiave è “ORIGINE”, con questo termine, infatti, si può indicare ciò che a 360 gradi contribuisce alla caratterizzazione di un vino. Un Vino di “ORIGINE”è espressione di………Territorio di “ORIGINE”, incide per la caratteristica dei terreni, esposizione, altitudine, origine pedologica, tessitura, capacità di ritenzione idrica, ecc. Ambiente di “ORIGINE”, inteso come condizioni climatiche, escursioni termiche, piovosità, ventilazione, insoleggiamento. Locali di cantina, che influenzano notevolmente tutti i processi fisici/microbiologici nella trasformazione e imbottigliamento. Varietà di “ORIGINE” intesa per varietà viticola che sempre di più è studiata su varietà autoctone spesso dimenticate e quasi estinte. Tradizione di “ORIGINE” di produzione viticola ed enologica, dove in ogni territorio ha assunto sfumature diverse per sistemi di allevamento, tecniche di potatura, lotta fitosanitaria, tecniche di vinificazione, affinamento, e materiali per lo stoccaggio e conservazione dei vini prodotti. Queste se approfondite seriamente svelano segreti acquisiti nei secoli che l’uomo farebbe bene a riconsiderare per evitare incompatibilità territoriali con tecniche, sì innovative, ma difficilmente generalizzabili su larga scala senza il rischio di anonimizzare i prodotti. L’Uomo di “ORIGINE” che con la sua personalità e tecnica tradizionale tramandata nei tempi, conoscenze e filosofia di vita, incide con le caratteristiche dei vini prodotti che risentono ed esprimono in pieno tali influenze. Pro.Vit.E. e Maurizio De Simone ha fatto di questi fattori scopo di vita e di studi specifici, per riscoprire migliorare e applicare scientificamente, tutto ciò che è “L’ORIGINE” di un vino, cercando un’enologia di non intervento atta ad esaltare proprio questo concetto.

Quali sono i vini che per lei più rispettano e rappresentano il terroir?

Tutti quei vini che esprimono in bicchiere tutti i fattori che ne hanno influenzato i caratteri, non coperti con artefici mirati all’equilibrio e piacevolezza che spesso standardizza e omologa, rischiando l’imperfezione e l’estremità dei caratteri, ma è l’unica arma che hanno i vini italiani nel mercato del futuro. Siamo l’unico paese al mondo che può contare su 2000 anni di storia, certificata, di produzione vitivinicola e la maggiore varietà di vitigni e territori diametralmente opposti, se continueremo ad imitare i francesi, californiani o australiani siamo perdenti in partenza.Ne assaggeremo due.

Qual è in sostanza la sua filosofia enologica?

Enologia di non intervento, conoscere a fondo i caratteri per poter gestire il processo con controlli e ricerca, senza interferire con la naturalità degli eventi. Lavoro lungo e difficile ma chi ha creduto in me oggi, ne è felice perché sente il proprio vino parte di se.

Quanto contano per lei le esigenze e le aspettative del mercato?

Le aziende vivono se il mercato le riconosce, ma l’azienda vive anche se gestisce il mercato. E’ un vortice senza fine, che solo chi ha il coraggio di scelte uniche e spesso impopolari riesce a ricavarne nicchie indelebili nel tempo. Gia troppe aziende e troppi vini sono stati fuochi di paglia che hanno deviato gli interessi mediatici e di vendite, su prodotti di moda che non hanno certo fatto il bene del vino italiano nel mondo. Ripeto, l’arma vincente è il non poter essere imitati.