Trovammi un dì lungo la via importante che da Toledo mena alla Marina, sull’uscio di un albergo ricco e grande che dall’Oriente accoglie gente fina. Eravi in esso luogo un gran signore, dal sembiante fiorente e d’ampio manto, che uscendo dalla porta superiore di tale condizione dava vanto. Caso fu dato che noi s’incontrasse, quasi condividendo il mesmo passo e a rischio di unificar le nostre masse (pote voi immaginar con che sconquasso…). Quando che fu evitato l’incidente, porgendoci le scuse all’occasione, trovammo il tempo per un caffè bollente ed il piacer della conversazione. Lo seguito riporto solo in prosa, per non modificar troppo la cosa.
Vengo così a saper che il locutore altri non è che del prodotto d’alambicchi un venditore, ovvero colui che colloca a negozi, winbar supermercati e altre puteche il succo etilico di nobili vitaggi (con di lui, a quanto mi par, grandi vantaggi). Ei mi fa vanto così di un bel guadagno da farmi parer l’altrui mestiere solo lo frutto di inutile sudore, mostrandomi come con l’ingegno e fascinose mostre possa farsi gran guadagno in poche ore! Al mio dimandare stupefatto come possasi ottener siffatto aggio ei mi risponde che “cosa già è nota che solo li grulli sudano al vitaggio: vero sì è che fare un grande vino o da vinacce grappe di lignaggio costa opra e denari, per il lavoro in vigna l’enologo il mastro di cantina financo il pigiatore (potendo usar la famiglia in la raccolta) eppoi l’analisi e de lo gusto la prova official se de lo luogo e tempo al prodotto tuo vuoi dare il nome… eppur con tutto tal dispiego di forze e d’energie lo costo è poco, e il premio a lo fattor pur non comporta che pochi ducati (euro denaro de le moderne genti) sovra ogni litraggio di prodotto. Lo gran guadagno dassi se da lo luogo d’origine esso si muove per mezzi miei ed alle altrui genti perviene carico dell’onor di terre remote e dell’onere mio che posto v’havvi.” Ed ecco che dal dialogo siffatto comincio a comprender che come nella moneta s’han due facce altrettanto succede a ogni mestiere in cui da produzion s’arriva al desco: da una parte colui che fa fatica, spreme la terra e sforzasi di dare lo meglio d’essa per l’altrui piacere; dall’altra lo gran mondo de li scambi, di mostre di valor promesse e incanti (ed è il mestiere de lo promotore, oltre a quello di lucro del signor mio interlocutore), dall’altra ancor li racconti del territor d’uve vitaggi processi di cantina e infin punteggi (ed è la profession di sommeliere) e infine lo gestor de la puteca nelle varie sue forme summenzionata che metteci del suo a far da chiosa a questo gran ballo detto de la bottiglia… in cui chi più ne sa meglio ne piglia.
Chiedo perdono se in codesto giuoco vi ho tradotti, seppure con difetto, Ma posso garantir che lo mio intento è sempre stato coniugar diletto con la pungenza de le mie parole al fin di stimolar chi già lo vuole. Con ciò saluto i bruni e pur li biondi firmandomi luca massimo bolondi
Il “Nostro” Luca è una continua sorpresa…adesso anche poeta! Ma dove vuole arrivare…(T.L.)
MI-TI-CO BIS!!!
Creare dal nulla un racconto del genere, con metrica e ironia è davvero il top!
Complimenti luca!!
Hai un modo di scrivere ed una fantasia da ammirare!
Dirti bravo vuol dire minimizzare…
un po’ horbny, un po’ pennac… e mo pure un po’ dante alighieri
vediamo dove vuoi arrivare