(AGI) – Firenze, 6 mar. – Quattordici persone sono state rinviate a giudizio oggi dal gup del tribunale di Firenze nell’ambito dell’inchiesta della procura sulla produzione di vini dell’azienda Frescobaldi. L’accusa per tutti e’ di frode in commercio e falso in atti pubblici. I rinviati a processo sono il responsabile della produzione dell’azienda fiorentina, un enologo, sei dipendenti delle fattorie dove viene prodotto il vino e sei fornitori di uva pugliesi e campani. Il processo si aprira’ il 17 novembre prossimo. Al centro delle indagini della guardia di finanza vi sarebbero presunte violazioni sulle norme che regolano la protezione delle uve e i criteri per le denominazioni di origine dei vini. In una nota, i legali degli indagati, gli avvocati Nino D’Avirro e Pier Matteo Lucibello, affermano che “al dibattimento saremo in grado di provare l’inesistenza di quanto contestato, in quanto tutti i testi sentiti nel corso delle indagini preliminari hanno escluso che le uve che provenivano da regioni diverse dalla Toscana, venissero utilizzate per la produzione di vini toscani” e spiegano che “l’acquisto di uve da fuori zona serviva esclusivamente ad effettuare una efficace concentrazione per i vini da tavola venduti sfusi negli spacci aziendali”. (AGI)Fonte: www.agi.it
la motivazione arrecata è di ammirevole “audacia”, sarebbe bello se fosse vero, se le nostre uve davvero venissero a fare viaggi tanto lunghi per servire gli spacci aziendali, come se la bassa qualità fosse prerogativa della Campania o della Puglia, tuttavia vorremmo fosse così: il tutto si limiterebbe ad una macroscopica e rischiosa ingenuità da parte di una prestigiosa azienda a questo punto altrettanto meritevole di pena… chissà se esiste davvero questo meccanismo che da anni rientra nell’orbita dell’inciucio e che oggi si profila in un atto penale, chissà se questi magistrati riusciranno a verificarlo e a scalfirlo, chissà se poi i vini toscani saranno ancora così buoni :-) ma al di là della battuta, il danno di questi eventi lo subiamo anche noi sommelier che dobbiamo raccontare i vini e nei quali, talvolta anche per queste ragioni, non riusciamo proprio a ritrovarci