Londra , 14 gen. – I finti intenditori, la maggioranza del genere umano, apprezzano il vino in base al costo della bottiglia. Lo ha stabilito una ricerca del California Institute of Technology (Caltech) che ha chiesto a 21 volontari di assaggiare alcune bottiglie di Cabernet Sauvignon di prezzi diversi, in alcuni casi non veritieri, e scegliere i loro preferiti. In un caso alle ‘cavie’ e’ stato dato lo stesso vino ma sulle bottiglie erano indicati due prezzi diversi e la maggior parte ha preferito quello fatto passare per piu’ costoso. I ricercatori sono anche riusciti a spacciare ai sommelier dilettanti un Cabernet Sauvignon da 90 dollari per uno da 10 e a far credere che uno da cinque ne valesse 45. Il cervello dei volontari era sottoposto a un’esame con uno scanner per verificare l’attivita della corteccia frontale, l’area del cervello associata all’attivita’ decisionale e del gusto, e si e’ visto che entrambe erano piu’ attive mentre il volontario assaggiava il vino ufficialmente piu’ costoso. Antonio Rangel, che ha guidato l’equipe del Caltech, ritiene che di aver dimostrato che “le aspettative condizionano la piacevolezza di un’esperienza”. Lo studio, pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences, rileva che queste aspettative di qualità stimolano l’attività nella corteccia orbito-frontale laterale media, la parte del cervello che registra il piacere. Mentre diversi studi condotti finora si sono concentrati su come il marketing condiziona il comportamento, questo è il primo studio che mostra che il marketing ha effetti diretti sul cervello.“Abbiamo creduto a lungo che le percezioni degli uomini venissero condizionate dal marketing, ma ora sappiamo che lo stesso cervello è influenzato dal prezzo“, ha spiegato Baba Shiv, professore associato della Stanford Graduate School of Business, e uno degli autori dello studio.”Chi si occupa di marketing deve pensarci due volte ora come ora ad abbassare il prezzo (di un prodotto)”, ha aggiunto Shiv.
In estrema sintesi: quanto più costa una bottiglia di vino, tanto più la gente dirà che è buona, indipendentemente dal suo gusto e dal suo sapore; e per i produttori: mai abbassare i prezzi pena la percezione della scarsa qualità dei propri vini…Verrebbe da commentare ma perchè stu Babà (di) Shiv non si fa un poco i fatti suoi!! E poi: ma non saranno mica gli effetti del solleone californiano. Chissà cosa ne pensa il “nostro” qualificato esperto di marketing…(T.L.)
Fonte: AGI on line & Reuters
Foto: Liberoliber
Caro Delegato,
ovviamente non potevo non accettare la sfida…..
Il consumatore non è un soggetto totalmente razionale: da questo presupposto partono le più recenti teorie di marketing che, accantonata la logica “bisogno-acquisto-beneficio” (rispondente solo in parte alla realtà, in un contesto in cui il consumo risponde prevalentemente a necessità psicologiche), mettono in luce l’aspetto soggettivo e irrazionale del processo d’acquisto. Se dobbiamo acquistare un prodotto di cui conosciamo poco (chi conosce tanto del vino?) tanti sono i fattori che posso influenzare il nostro acquisto..passaparola, packaging, ricordi, assonanze e perché no il prezzo.
Chi non ha mai pensato: ” se costa di più ci dovrà essere una ragione” ? .
Tuttavia non bisogna dimenticare che il prezzo va ad aumentare l’aspettativa del consumatore e quindi ricordando che la soddisfazione del cliente può essere misurata, anche, come la differenza tra percezione effettiva ed aspettativa…più spendiamo, maggiori saranno le nostre attese e più alto sarà il rischio di delusione.
Questo discorso, come tanti alti, avvalora sempre più l’idea che Noi, da bravi sommelier, dobbiamo imparare a degustare alla cieca senza preconcetti.
@Alessandro: Se in linea di massima concordo con il tuo pensiero, però mi domando: ma il rapporto prezzo-qualità non dovrebbe essere un parametro di giudizio? Mi spiego, se due Barolo hanno identica qualità ( o punteggio), nel momento in cui devo consigliare una scelta, il prezzo non è fondamentale? Lo so sarà banale…però…sempre più mi chiedo il prezzo dei vini da dove esca fuori…mica son tutti Monfortino…
Io credo che un valido Sommelier debba saper consigliare, in base alla richiesta tacita e/o esplicita del cliente, vini con il miglior rapporto qualità prezzo. È proprio per questo che credo che il prezzo sia un parametro da considerare, ma solo dopo una degustazione corretta e senza preconcetti.