BRUXELLES (Reuters) – I ministri dell’Agricoltura dell’Ue hanno raggiunto oggi un accordo sulla riforma del settore vinicolo, dopo che la commissaria europea all’Agricoltura ha offerto maggiore flessibilità e incentivi per convincere i produttori più riluttanti — come Italia e Francia — a firmare.
Un accordo criticato da molti in Italia, in primis Coldiretti che parla di “risultato amaro”.La riforma prevede per i produttori vinicoli generosi sussidi per estirpare le vigne nell’arco di tre anni. L’obiettivo è di evitare un surplus di produzione, e di aiutare i vini dell’Ue a competere con i rivali più a buon mercato del Nuovo mondo.In una serie di concessioni fatte per garantire la firma dell’accordo, la commissaria all’Agricoltura dell’Ue Mariann Fischer Boel ha fatto marcia indietro su molti degli elementi originari del suo piano dopo l’aspra resistenza di Paesi chiave per la produzione dell’Ue.”E’ stato un percorso molto lungo dall’estate 2006 quando abbiamo avviato questi negoziati”, ha detto la commissaria in una conferenza stampa. “Ci sono così tante tensioni e una tale eredità culturale ed emozione nel vino. Non è esattamente quello che volevo”, ha detto.L’Unione europea è il maggior produttore, consumatore, importatore ed esportatore di vino del mondo. Ma l’Europa non produce solo troppo vino rispetto a quello consumato: destina finanziamenti pubblici alla trasformazione del surplus in alcol industriale e biocarburanti. Questi sussidi per la distillazione verranno eliminati in quattro anni, anche se resteranno se i Paesi sono in grado di giustificarli in casi di crisi reale.Negli ultimi anni l’Europa ha perduto una fetta di mercato a favore di vini più economici prodotti in Paesi come Australia, Cile e anche Stati Uniti.La riforma entrerà in vigore nell’agosto del 2008. Danimarca e Malta hanno votato contro l’accordo, mentre l’Estonia si è astenuta.Fischer Boel ha anche abbandonato l’idea di eliminare l’attuale divieto di piantare nuovi vigneti nel 2013, spostando il termine al 2018.Ha poi dovuto tagliare l’obiettivo dell’area di vigne da estirpare, volontariamente, a meno della metà di quanto avesse pensato.La sua proposta di vietare lo zucchero per aumentare il contenuto alcolico — il nodo più controverso — è stata eliminata durante i negoziati avendo incontrato la decisa resistenza di almeno 20 dei 27 stati membri. Lo zucchero continuerà ad essere aggiunto al vino durante la produzione, a determinate condizioni. Per Coldiretti, “l’Italia ha perso un’altra battaglia a Bruxelles con una grave sconfitta per il settore vitivinicolo nazionale a vantaggio dei produttori del Nord Europa che potranno continuare a utilizzare lo zucchero e addirittura chiamare vino anche il fermentato ottenuto dalla frutta”, afferma in una nota il presidente Sergio Marini.
“L’accordo raggiunto è peggiorativo per l’Italia rispetto alla proposta presentata dalla stessa Commissione Fischer Boel a luglio, nonostante il ruolo primario del nostro Paese nella produzione di vino in Europa”, prosegue Marini, che parla di “un risultato amaro”.
Testo tratto da Reuters Italia
Foto da www.yahoo.it
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