Ogni «bicchiere» va accompagnato con le note appropriate, lo ha stabilito una ricerca californiana
CALIFORNIA, (Stati Uniti) – Degustare un buon bicchiere di vino ascoltando i Clash o accompagnandolo a una sinfonia di Bach è una cosa completamente diversa, talmente diversa da cambiarne il gusto e la percezione, alterando significativamente quella parte della gradazione alcolica del vino che regala il piacere. Lo sostiene Clark Smith, ex MIT e famoso enologo e produttore di Pinot e Cabernet, che per molti mesi ha analizzato il rapporto tra musica e bicchiere.
CONSIGLI PER BEVITORI – Il Cabernet è ottimo con la cosiddetta musica dionisiaca, ovvero la musica dell’oscurità. Un buon Bordeaux del ’61 è invece da sorseggiare con il sottofondo dei Metallica, mentre a un Napa Valley Cabernet si addice un Mozart. Smith ha studiato scrupolosamente gli accostamenti ideali tra vino e musica abbinando, in anni di esperimenti sul campo, 150 tipi di vini differenti con 250 melodie musicali. Scegliendo il pezzo giusto si può ottimizzare e valorizzare il sapore del vino: Clark Smith ne è convinto, come è convinto che sia meglio spegnere lo stereo piuttosto che scegliere un accompagnamento musicale infelice.
WINE-MUSIC CONNECTION – Nel frattempo ha fondato una start-up, Vinovation, attraverso la quale dispensa i propri suggerimenti enologici anche in un altro settore in cui ha compiuto molti studi, ovvero la riduzione dell’apporto alcolico nel vino. In realtà la cosiddetta wine-music connection è una filosofia di pensiero inaugurata, prima che da Smith, dal famoso produttore francese Don Blackburn. E probabilmente, nell’inconsapevolezza, trova proseliti tra tanta gente normale che non sa di essere cultrice della wine-music connection ma, per gusto estetico e di palato, è portata a cercare il giusto abbinamento tra musica e bicchiere.
Fonte: Corriere.it
Foto:Teresatitamarotta
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La teoria che il buon Clark Smith ha sviluppato dopo anni di scrupolosi e faticosi studi afferma che la musica è in grado di influenzare il gusto del vino… Chissà se “ha studiato” quale vino sarebbe adeguato per questa tipica sonorità partenopea…Io suggerirei un abbinamento territoriale con un brioso Gragnano della Penisola Sorrentina! (T.L.)
Tempo fa il pernacchio lo abbinai al Lambrusco di Sorbara Zucchi ( http://maialeubriaco.blogspot.com/2007/10/mario-eduardo-e-il-pernacchio-di-zucchi_24.html ), ma anche il “fricicchio” di un buon Gragnano si adatta a meraviglia…