Mi scusi … Dove si trova La Ripa?
Avevo parcheggiato la mia auto appena fuori il centro storico medievale di Rocca San Felice, in provincia di Avellino. Alta Irpinia. Un territorio nuovo per me. Tutto quello che avevo con me erano solo due “foto mentali” frutto di precedenti ricerche su Internet ed il mio libro, la guida Mesali. Ristorante Museo La Ripa era uno dei 12 ristoranti presenti ad un bellissimo evento a cui ho partecipato qualche settimana fa. E adesso – eccomi qui. Nella piazza principale di fronte ad un enorme albero di tiglio, età presumibile 200 anni, a chiedere informazioni su dove fosse La Ripa. Di nuovo. A quanto pare non era lontano. Avevo soltanto bisogno di proseguire oltre l’albero e di camminare per un minuto percorrendo il piccolo vicolo acciottolato che avrei trovato sulla destra…
Ho trovato La Ripa in un angolo sereno in questo piccolo paese tranquillo. Sono arrivato appena in tempo per ammirare il tramonto dalla terrazza. I colori viola, blu e rosso erano in perfetta sintonia con le luci soffuse del pergolato: spettacolare. Così come era splendida e rilassante questa terrazza che domina la valle. Ma la mia curiosità mi ha portato dentro. All’interno, a controllare ogni remoto angolo e la più piccola fessura de La Ripa. Le sue mura in pietra, la sua cantina, la sua selezione di formaggi e la sua pasta. E poi ancora al piano superiore dove ho trovato un posto in un angolo accanto ad un bicchiere di Fiano di Avellino 2009 di Rocca del Principe.
Nella guida ho letto che La Ripa è un posto in cui imparare, gustare e sognare. Rocco Rafaniello, uno dei proprietari, mi ha portato il piatto con cui sarebbe iniziata la mia lezione. Tortino di zucchine con una cremosa salsa di pomodoro. Prosciutto in polvere sulla parte superiore e un ripieno di caldo formaggio all’interno. Quale formaggio? Primo Sale, mi è stato detto. Un formaggio prodotto con latte vaccino che non richiede molto invecchiamento. Lezione numero uno.
Andiamo avanti. Carpaccio di vitellina, rucola con Carmasciano grattugiato sopra. Carmasciano … ne avevo sentito parlare, ma non mi era molto familiare. Allora è giunto il momento per la lezione successiva. Questo formaggio è prodotto nella vicino paese di Carmasciano. E’ un formaggio pecorino. E su questo piatto, accanto alla mia carne di vitello tagliata a fette sottili e la rucola, ne ho provato una versione stagionata per circa 2 mesi. Un piatto fresco come il succo di limone e l’olio extra vergine di oliva utilizzati per condirlo. La mia lezione sul Carmasciano è continuata quando mi hanno portato il mio antipasto successivo. Tempura di fiori di zucchine ripieni di basilico e Carmasciano. Carmasciano fuso dentro il mio fiore di zucca. Morbido, caldo e fondente Carmasciano che si mescolava con il basilico fresco raccolto a mano nel giardino del La Ripa.
E’ arrivato il momento della pasta, ed a questo punto ho detto allo chef Rino Cuoco, che volevo solo un assaggino. Un piccolo assaggio di qualcosa di particolare. Rino è andato in cucina, e pochi minuti dopo è tornato con un piatto di pasta. Paccheri con aglio, olio, peperoncino e acciughe. Attenzione, è un po’ piccante, mi ha detto. Mi piace piccante, ho pensato.
Ed ero pronta anche per la mia prossima lezione. Acciughe. Una scelta di tradizione in molte zone interne dal periodo dell’Impero Romano. Non solo per il suo sapore, ma per la loro capacità di essere conservate sotto sale senza nessun tipo di refrigerazione anche per lunghi periodi. E’ sempre stato il “piatto povero” perfetto. Un piatto che ha trovato la sua strada al mio tavolo per darmi una lezione di come saporito e potente un “povero” può essere. Ho notato un piccolo peperoncino piccante sul lato del mio piatto. Molto piccante. Avrei dovuto ascoltare la lezione.
Rafaniello mi ha portato il secondo. Coniglio disossato a cottura lenta in olio extra vergine e peperoni cruschi. Mentre stavo scattando qualche fotografia del piatto, Cuoco mi ha chiesto se sapevo cosa significasse cottura lenta. Lezione numero quattro. Il mio coniglio è stata posto dentro una padella di olio extra vergine di oliva. L’olio è stato riscaldato alla bassa temperatura di circa 75/80 ° C. E poi cotto lentamente … slow. In questo modo rimane tenero, non perde il suo sapore, i suoi succhi.
Ho deciso di prendermi una pausa prima del dessert. E con un paio di gatti che hanno deciso volontariamente di essere le mie guide, ho vagato tra i vicoli stretti e le case basse con i loro muri in pietra. In direzione della piazza principale con la sua fontana. La sua chiesa. Il suo silenzio. E poi, come a un segnale, le miei guide mi hanno riportato a La Ripa per il dessert. Arrotolata di mele annurche. Un dolce caratterizzato da un piacevole aroma di cannellae da un leggero tocco di rosmarino che servito su una salsa di crema al limone. Questa volta non avevo bisogno di una lezione. I profumi qui hanno riportato alla mia memoria dolci ricordi di casa.
Forse questa era la lezione.
La Ripa Ristorante Museo
Borgo Medievale, Rocca San Felice (Av)
0827 215023
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