Di Karen Phillips
Se decido di fare una lista delle mie ‘esperienze nel mondo del vino’ degli ultimi 12 mesi, l’ utimo Vinitaly sarebbe certo tra le prime. Vinitaly 2011 non era la mia prima visita a Verona, ma sarebbe stata piena di ricordi.
Ricordi che sono iniziati con una telefonata dello scorso autunno da parte della mia amica Manuela Piancastelli. Manuela, insieme con il marito Peppe Mancini, sono i proprietari di un’azienda vitivinicola che si chiama Terre del Principe. A Castel Campagnano, in provincia di Caserta. Manuela mi ha chiesto se sarei stata disponibile ad aiutarla nei loro stands durante Vinitaly. La mia conoscenza della cantina e dei loro vini sarebbe stata utile, disse, per i visitatori non-italiani o durante gli incontri con i buyer. Ci sono voluti circa 5 secondi per rispondere in senso affermativo. Ma circa 5 mesi per iniziare di capire che razza di avventura sarebbe stata. E così, il 7 aprile, ero pronta a versare … pouring Pallagrello.
Terre del Principe fa vino con tre vitigni che non sono molto conosciuti: Pallagrello Nero, Pallagrello Bianco, e Casavecchia, ed è stato un onore per me “spiegare” queste uve e questi vini ad un pubblico di giornalisti, appassionati di vino, buyer e importatori … italiani e non.
Sette sono i vini tra cui poter scegliere. Terre del Principe ne fa due con Pallagrello Bianco. Ho iniziato la mia avventura versando il Fontagnavigna 2010. Un bianco prodotto con 100% Pallagrello Bianco, un bianco tutt’acciaio. Poi il prossimo bianco, Le Sèrole 2010, che fermenta in barrique di rovere francese. Legno che coccola senza sopraffazione, conferendo aromi di miele e di mela con un tocco di mandorle tostate al palato. Quindi, un rosato, il Roseto del Volturno 2010. Mentre versavo questo vino, non ho potuto fare a meno di godere del luminoso colore rosa che dalla bottiglia e nel bicchiere si sprigionava. Una rosa a base di Pallagrello Nero e Casavecchia , pochi minuti di macerazione con le bucce per dare questo colore stupefacente, poi viene vinificato in bianco. Dopo questo rosato, era giunto il momento di cominciare con la sfilata dei rossi: Castello della Femmine 2009 (Pallagrello Nero e Casavecchia). Poi è stato il turno di Ambruco 2008, fatto con il 100% Pallagrello Nero, che si è guadagnato recentemente da Decanter Magazine il prestigioso riconoscimento di miglior vino rosso del Sud Italia dopo una prova di degustazione alla cieca di 141 vini. Centomoggia 2008, 100% di uve Casavecchia, un vino che il Gambero Rosso ha premiato con i 3 Bicchieri. Entrambi i vini trascorrono 12 mesi in barriques e 12 mesi in bottiglia prima di uscire.
Vigna Piancastelli 2007, un blend delle migliori uve del pregiato vigneto … Vigna Piancastelli. 70% Pallagrello Nero ( di cui il 10% è raccolto nel mese di dicembre quindi ha più tempo per addolcire riposandosi sulla vite) e il restante 30% è di Casavecchia. 12 mesi in barrique e fino a due anni in bottiglia prima della commercializzazione. A questo è stato conferito l’ambito premio dei 5 Grappoli AIS (), il più alto riconoscimento per un vino per l’Associazione Italliana Sommeliers.
E così ho continuato a versare nei bicchieri Pallagrello e Casavecchia. A coloro per cui erano molto familiari e a coloro per cui non lo erano affatto. Ci sono stati molti che volevano provare l’intera gamma di tutti i 7 vini. Altri che volevano i bianchi-only. Alcuni, invece, il rosso-only. Altri ancora che chiedevano direttamente un vino. Ho assistito giornalisti, italiani e non, amanti del vino, altri produttori di vino, enologi e sommeliers. Per quelli interresati, ho versato le annate precedenti e anche quelle in ‘anteprima’. Ho partecipato a incontri con i buyer e gli importatori provenienti da Canada, Singapore, Svizzera e Polonia.
E mentre spiegavo ogni vino con le informazioni di base sulla vite e vinificazione, mi sono assicurata che il vino facesse il resto. Lasciavo che il vino parlasse, come ogni buon vino dovrebbe fare. I bianchi ad esprimere la loro freschezza, i loro aromi tenui e la leggera acidità. Ogni rosso avrebbe raccontato la propria storia speciale con i loro colori ricchi, i loro tannini, l’equilibrio e il loro potenziale di invecchiamento.
Non avevo bisogno di dire molto altro. E quindi sorridevo insieme a quelli che stavano scoprendo Terre del Principe per la prima volta. Sorridevo con coloro che conoscevano bene i loro vini. Ripenso ancora a quella telefonata di Manuela dello scorso autunno che mi chiede di aiutarla durante il Vinitaly. E io sono contenta di aver accettato. Pouring Pallagrello: un’esperienza che non dimenticherò mai.
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